PARIS 2024. LE SORELLE HASHIMI PORTABANDIERA DI UN PAESE DA CUI SONO STATE COSTRETTE A FUGGIRE

PARIGI2024 | 04/08/2024 | 08:20
di Giulia De Maio

Oggi nella corsa femminile su strada avremo gli occhi puntati sulle campionesse in lizza per giocarsi una medaglia, ma tra loro ci sono donne che anche se arrivassero ultime hanno già vinto. Ragazze che solo per essere presenti ai Giochi Olimpici hanno fatto l'impossibile e rischiano tantissimo. Le prime sono due sorelle afghane di cui abbiamo già scritto perchè dal primo settembre 2021 vivono in Italia dopo la fuga precipitosa dall’Afghanistan riconquistato dai talebani. Fariba e Yulduz Hashimi in questi giorni non solo sono alla loro prima Olimpiade ma addirittura sono le portabandiera di un Paese che opprime e discrimina le donne, impedendo loro di studiare, praticare sport e in generale vivere liberamente, e per questo rischiano davvero grosso, come ci spiega la loro “mamma” italiana Alessandra Cappellotto.


«Nel vederle al via sono più emozionata di quando partecipai io in prima persona ai Giochi di Atlanta 1996 e Sidney 2000. Sono strafelice perché stanno facendo qualcosa di grande e, a dirla tutta, anche un po' preoccupata, ma la sicurezza a Parigi è altissima» racconta la campionessa del mondo di San Sebastian 1997, oggi rappresentante delle cicliste come direttrice del CPA Women.


Qualcuno ha chiesto loro perché vogliono rappresentare il paese da cui sono state costrette a scappare, la risposta è stata: “Vogliamo farlo perchè le cose devono cambiare”. «Vederle alla cerimonia di apertura sventolare la loro bandiera ha trasmesso un grande messaggio, più forte di quelli che avrebbe potuto lanciare un capo di stato. Fariba e Yulduz sono coscienti del rischio che corrono, hanno coraggio a mettersi contro il mondo talebano. La loro famiglia, che abita ancora in Afghanistan, è stata costretta a cambiare quattro volte casa nell'ultimo anno e il loro fratello più piccolo è stato ferito con un coltello alla testa. Gli è stato detto: “Questo è per le tue sorelle alle Olimpiadi”» continua Alessandra, fondatrice delll'associazione Road to Equality, con la quale sostiene cicliste che provengono da paesi in difficoltà. Tra loro, tra le partenti della prova in linea odierna, anche la nigeriana Ese Lovina Ukpeseraye.

L'esempio di queste due giovani coraggiose è stato seguito da Kimia Yousofi, 28enne rifugiata politica in Australia da quando i talebani hanno preso il potere. È arrivata ultima ai preliminari dei 100 metri. Quando ha finito la sua gara, si è tolta il pettorale ignorando la Rule 50 (che vieta manifestazioni e propaganda politica, religiosa e razziale durante i Giochi) e ha mostrato al mondo la scritta «Istruzione, sport, i nostri diritti». Quindi ha aggiunto: «Ho un messaggio per le ragazze afghane. Non mollate. Non lasciate che siano altri a decidere per voi. Cercate le vostre opportunità, e poi usatele».

Per il suo impegno in favore dei diritti dei più deboli e della promozione del ciclismo femminile anche sulle strade più impervie, nel 2022 Alessandra Cappellotto ha ricevuto il premio "Sport e diritti umani" di Amnesty International e Sport4Society. «È stato un riconoscimento inaspettato che per me oggi vale più di un titolo mondiale o di vincere alla lotteria, fare qualcosa per gli altri vale più di una medaglia d'oro» continua Cappellotto, che ci tiene a ribadire quanto l'Olimpiade sia fondamentale per i diritti umani. «La presenza di certi paesi nel mappamondo mondiale fa capire alle nuove generazioni che sia ragazzi che ragazze possono ugualmente inseguire i propri sogni. Nel Villaggio Olimpico ci sono tutte le bandiere a indicare che siamo un paese unico senza distinzioni di genere, provenienza, religione, colore della pelle... ».

L'avventura di Road to Equality era iniziata in Ruanda, le ultime richieste che ha ricevuto l'associazione arrivano dall'Iran. «Dopo il genocidio le cicliste ruandesi che abbiamo supportato sono diventate l'orgoglio del loro Paese, oggi sono talmente delle superstar che il mondo intero l'anno prossimo andrà da loro per l'assegnazione della maglia iridata. Lo sport ha un linguaggio universale e una potenza incredibile, i sogni di una bambina sono uguali in tutto il mondo» ricorda Alessandra, oggi a Parigi con i nipoti (i figli della sorella Valeria, olimpica nel 1992 e 2000, mancata prematuramente nel 2015, ndr) e le altre ragazze afghane che vivono al sicuro in Veneto.

«Ho 56 anni e ho iniziato a pedalare a 7, quando ho cominciato a gareggiare io la situazione non era così diversa da quella che si trova in Africa oggi. Avevo un papà avveniristico, che a me e mia sorella diceva che potevamo fare tutto quello che volevamo, quanto nostro fratello, ma ricordo che i bambini mi urlavano “cosa ci fai in bici, femmina?” – aggiunge la ex ciclista oggi riferimento per le colleghe di tutto il mondo. - Non è difficile aiutare le giovani donne a casa loro, nel mio piccolo io cerco di farlo, non da sola. Ovunque si trovino le ragazze ormai, anche grazie ai social, sanno che meritano di poter praticare sport come i pari etá maschi. Va educato chi sta loro attorno, nel paese dove vivono. Basta un villaggio che dia l'esempio...».

O due campionesse coraggiose, come quelle che applaudiamo oggi a Parigi in maglia Afghanistan.

 

Puntate precedenti del Diario di viaggio da #Paris2024:

La parità dei Giochi raggiunta sulla carta o nemmeno lì

I nuovi sport urban conquistano i giovani e non solo

La lezione di Benedetta Pilato e il peso delle parole

BMX Freestyle, la disciplina di ET che (in Italia) è da extraterrestri

Pinarello, la bici olimpica che vince medaglie a raffica

Veronica Cano e la passione contagiosa dei volontari

Attenta a ciò che sogni, potrebbe avverarsi

Dalle lacrime di Giulia a quelle del clan di Pippo

L'accoglienza nel sorriso di Benoit e dei francesi che si incazzano

Elisa Longo Borghini punta in alto: "Firmerei subito per un'altra medaglia"

Filippo Ganna compie gli anni e vuole regalarsi due ori

Entriamo nella testa degli olimpionici con la psicologa della Nazionale di ciclismo

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Il britannico Oscar Onley si è imposto nella quinta tappa del Tour de Suisse che oggi ha impegnato il gruppo da La Punt a Santa Maria in Calanca. Il 22enne atleta della  Picnic PostNL ha battuto João Almeida, vincitore ieri mentre al...


Dopo il successo di Seth Dunwoody oggi a conquistare la vittoria di tappa al Giro Next Gen sul traguardo di Gavi è stato un altro irlandese,  Adam Rafferty. Il 19enne della Hagens Berman Jayco, intervistato dopo l'arrivo ha spiegato deve un po'...


Jasper Philipsen ha vinto la seconda tappa del Baloise Belgium Tour. L'atleta della Alpecin - Deceuninck ha ottenuto il 53esimo successo della sua carriera sul traguardo di Putte regolando il colombiano della UAE Team Emirates Juan Sebastián Molano e Jenno Berckmoes, 24enne della Lotto...


MILANO. La Lega del Ciclismo Professionistico ha accolto con grande favore la richiesta degli organizzatori del Campionato Italiano Donne Élite dell’AS Boario di Ezio Maffi, che ringraziamo per aver scelto di far parte della Coppa Italia delle Regioni 2025, che...


Seconda vittoria stagionale per Marijn van den Berg che, rispettando i pronostici per la frazione odierna, si è aggiudicato allo sprint la seconda tappa della Route d’Occitanie, la Gignac Vallée de L'Herault-Carmaux Ségala di 195 chilometri. Lo sprinter olandese non...


Quest'oggi a Milano, al belvedere del 39° piano di Palazzo Lombardia, si è alzato ufficialmente il sipario sui Campionati Italiani di ciclismo Donne e Under 23 che si svolgeranno sabato 28 e domenica 29 giugno a Darfo Boario Terme (BS)....


Adam Rafferty ha vinto la quinta tappa del Giro d'Italia Next Gen. L'azione decisiva nel finale, dopo essersi inserito nella fuga giusta: l'irlandese della HBG trionfa nella Fiorenzuola D'Arda - Gavi di 153 km, ma la vera notizia riguarda Lucke...


Gino Mader non è mai stato dimenticato, ma continua a vivere nei cuori dei tifosi e di chi fa parte del mondo del ciclismo. Sono passati du anni da quel tragico 16 giugno quando il giovane ciclista svizzero uscì fuori...


Piuro e la Valchiavenna hanno accolto l’arrivo della 4ª tappa del Tour de Suisse con il successo del portoghese João Almeida, fidato scudiero di Tadej Pogačar, che sarà con lo sloveno nella squadra che prenderà parte al Tour de France....


È stato professionista dal 1989 al 2006 e  ha partecipato a 11 edizioni del Giro d’Italia, ora Dmitry Konyshev al Giro Next Gen con la S.C. Padovani Polo Cherry Bank formazione che guida dall’ammiraglia. Questa mattina alla partenza da Fiorenzuola...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024