| 17/08/2007 | 00:00 Il fenicottero di Varese è pronto a spiccare un nuovo volo. L'ennesimo nel panorama del ciclismo paralimpico nazionale e mondiale. Fabrizio Macchi già da qualche giorno è a Bordeaux con i compagni della nazionale italiana, dove, a partire da domenica, si disputeranno i Mondiali di ciclismo riservati agli atleti disabili.
Quattro le specialità che lo vedranno protagonista, due su pista e due su strada. Domenica 19 agosto l'esordio sulla pista del velodromo di Bordeaux, con le qualificazioni dell'inseguimento individuale; il giorno successivo, lunedì 20, l'eventuale ed auspicata finale. Martedì 21 nuovo impegno, sempre sulla pista di Bordeaux, con i 1000 metri. Due giorni di riposo e poi di nuovo al via con le prove su strada: venerdì 24 la cronometro e domenica 26 il gran finale con la prova in linea. Una bel tour de force per l'atleta che corre con un solo arto dall'86 quando, appena sedicenne, subì l'amputazione della gamba
sinistra.
Si tratta dell'ennesima sfida per il campione che dal 2000, anno in cui ha colto il quinto posto alle Paralimpiadi di Sydney, non ha fallito un colpo negli appuntamenti importanti. Da allora, sia su strada che su pista, nell'inseguimento e nella cronometro, l'atleta-simbolo del movimento dei diversamente abili, ha collezionato una lunga serie di titoli italiani, podi mondiali, europei ed Olimpici.
«I tre bronzi conquistati lo scorso anno ai mondiali di Aigle (inseguimento, 1000 metri e cronometro su strada, ndr) - racconta Fabrizio Macchi - sono soltanto un punto di partenza. Così deve essere per un atleta: la continuità di risultati dal 2000 ad oggi non mi appaga, ma mi da grande sicurezza e serenità nell'affrontare ogni nuova sfida».
Le prove a cui "crede" di più? «L'inseguimento su pista e la crono su strada:
sono le specialità la cui preparazione ho maggiormente curato durante tutto il
periodo invernale».
L'avventura può iniziare.
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