I VOTI DI STAGI. ONORE DUMOULIN, ORRORE PINOT

I VOTI DEL DIRETTORE | 26/05/2018 | 18:47
di Pier Augusto Stagi         -

Mikel NIEVE. 10. Compleanno con vittoria per il 34enne corridore basco. Per lui una fuga di prima mattina e un assolo sul calar della sera. Vittoria numero tre al Giro d’Italia (Gardeccia 2011 e Cividale del Friuli 2016), la numero cinque in carriera. Cinque anche per il suo team, la Mitchelton Scott, che in ogni caso deve solo guardare al bicchiere mezzo pieno: e, in ogni caso, festeggiare.

Robert GESINK. 7. In questa ultima settimana si fa vedere, prova a lasciare un segno, dopo due settimane a sgobbare per la causa di Bennett. È ormai un veterano del gruppo, ma l’altro vecchietto è più lesto e veloce. In ogni caso, bravo.

Felix GROSSSCHARTNER. 7. L’uomo dalle tre S, scivola via, ma poi resta impantanato nelle retrovie. Gara di coraggio, soprattutto dopo tre settimane da paura.

Giulio CICCONE. 7. Parte sperando di arrivare: e arriva. Purtroppo per il ragazzo guidato da Stefano Zanatta c’è la fatica dei giorni scorsi, e davanti ci sono due che hanno tenuta ed esperienza da vendere. Per lui, però, una bella dose di applausi e complimenti che fanno solo bene alla mente e al cuore.

Gianluca BRAMBILLA. 6,5. Arriva a questo Giro non al top della condizione, con diversi contrattempi da superare e superati. Si butta con generosità, più con la forza della determinazione che con la tenuta fisica non eccelsa. Esce da questa corsa con la consapevolezza che il peggio è passato. Sta tornando.

Chris FROOME. 8. Nella tappa di oggi deve controllare e rispondere agli attacchi. Alla fine manda anche qualche avvertimento forte e chiaro: sono il più forte. L’avete capito o no?

Tom DUMOULIN. 8,5. Fa quello che deve fare, fin che può e fin che ne ha. Ci prova, ripetutamente, con la voglia di chi insegue un sogno, una vittoria e non si dà per vinto. Vinto. 

Miguel Angel LOPEZ. 8. Al primo Giro, prende le misure della maglia bianca e del podio. Mica poco per il pupillo della coppia Shefer-Martinelli. Vinokourov ringrazia

Davide FORMOLO. 7,5. Risale al 10° posto, prova a raccogliere qualcosa anche oggi, ma quello che più conta è che alla fine conclude in crescendo, dopo aver perso troppo in quella dannatissima tappa dell’Etna: c’è da lavorare.

Domenico POZZOVIVO. 6,5. Oggi resta lì, non ha senso fare troppo il “ganassa”. Si limita a controllare e a tenere le ruote di quei due là.

Thibaut PINOT. 4. La corsa è corsa, non lo scopro certo adesso. Però tra i bimbi – il colombiano e l’ecuadoregno – succhia ruote, che ieri avevano le loro personalissime logiche di sfida per la maglia bianca di miglior giovane, e il transalpino, che a Dumoulin chiede prima clemenza e disponibilità, e poi lo attacca, scelgo i primi. Il vero furbetto del giretto è il transalpino che ha a cuore l’Italia. Chiede comprensione al povero e ingenuo Tom e poi gli scatta a più riprese in faccia. Oggi crolla quando al traguardo mancano ancora 40 km e passa alla cassa: per lui, però, c’è solo la ricevuta di partecipazione. In questo Giro c’è poco da riscuotere, ma solo da pagare. E ha pagato.

Gianni SAVIO. 8. Cosa puoi dire al grande condottiero, al mitico Ellena e a tutti i suoi ragazzi? Assolutamente niente. Altro che onorata la corsa. Altro che farsi vedere, non c’è stato giorno che i ragazzi della Androni Giocattoli Sidermec non siano entrati nella fuga di giornata. Tutti i giorni, tappe a cronometro escluse. Al mattino “Strada Facendo“ di Baglioni, dopo mezzodì lì a menar le danze sui pedali e a lottare strada facendo su tutti i traguardi. Oggi, tanto per non sbagliare, ne ha mandati quattro: Frapporti, Ballerini, Gavazzi e Belletti. Un Giro senza vittorie, ma da record.

Elia VIVIANI. 7. Dopo aver rischiato nel tappone di ieri assieme a tutti i velocisti e non il tempo massimo, oggi il veronese si porta avanti con il lavoro ed entra nella fuga di giornata. Già che c’è si porta a casa qualche traguardo volante (Samone e Verres). Fa gli straordinari, ma è lui ad esser straordinario.

Jacopo MOSCA. 7,5. Il 24 enne corridore della Wilier Triestina è uno dei pochi che dà soddisfazioni al team di Angelo Citracca, diretto dal duo Scinto-Parsani. Sarà anche una mosca il piemontese, ma è un piccolo falchetto, che cerca spazi dove volare e non si fa intimorire da niente e da nessuno.
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COMMENTI
Mah
27 maggio 2018 07:35 Ruggero
Che il ciclismo italiano sia alla canna del gas non lo si scopre certo oggi, basta dire che dopo Nibali il miglior elemento è Fabio Aru, eppure ci si continua ad entusiasmare per le fughe \"inutili\" o meglio, utili solo per gli sponsor di tutti questi corridori che probabilmente mai vinceranno una corsa degna di quel nome.
Domanda : ma è questo che oramai dobbiamo aspettarci dal nostro sport ???
Saluti

Pinot
27 maggio 2018 11:17 marcodlda
Che cattiveria direttore con Pinot! Uno che arriva al traguardo e viene ricoverato in ospedale.... se ammiriamo Yates per quello che ha fatto, non credo che meriti di meno il francese(!) che ama il Giro fino a questo punto! Si ha più comprensione per Aru che è stato assolutamente un fallimento, dopo tanti proclami e allenamenti quotidiani nella corsa rosa, sempre in vista del giorno dopo, fino ad un indecoroso e deprimente ritiro. Un po' di obiettività non guasterebbe.

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