1977-2017. SAN CRISTOBAL, 40 ANNI FA IL TRIONFO DI MOSER

RICORRENZE | 04/09/2017 | 10:48
Sono passati 40 anni da quel magnifico 4 settembre 1977. Francesco Moser, dopo aver perso il titolo mondiale sulle strade di casa (Ostuni), battuto allo sprint da un fenomenale Freddy Maertens, si prende la rivincia dall'altro capo del mondo. In Venezuela. Una vittoria che va ad illuminare la già grande carriera di uno dei più grandi interpreti del ciclismo di tutti i tempi, un autentico gladiatore del pedale, che ha sempre amato la sfida e la battaglia, senza se e senza ma.

«Sole e pioggia si alternarono continuamente, fino all’acquazzone finale - racconta a Ciro Scognamiglio sulla Gazzetta in edicola oggi -. La Nazionale italiana (il c.t. era l’indimenticabile Alfredo Martini, ndr) dominò. Io corsi sempre nelle prime posizioni. All’inizio furono fondamentali Bitossi (poi bronzo, ndr) e Saronni. Sapevo che il mio avversario sarebbe stato il tedesco Didì Thurau. Non smettemmo per un secondo di marcarci. Era davvero un osso duro».

Non mancano gli imprevisti. «Bucai in fondo alla discesa dell’ultimo giro - racconta -, mancavano 5 chilometri. Ma la gomma si sgonfiò lentamente, mi sfilai dalla ruota di Thurau e chiamai l’ammiraglia. Persi pochissimo tempo e così quando Didì se ne accorse io ero già risalito in bici. Lui non ne aveva più, feci la volata con il 53x15 senza nessun problema».

Poi nel momento del trionfo, il botto.  Successe che Francesco fu chiuso da fotografi e imbucati a vario titolo. Risultato: impatto contro una motocicletta e un taglio in fronte, più o meno all’altezza del sopracciglio sinistro. Sul podio, dove era salito per ricevere la casacca iridata, si ritrovò con la maglia azzurra sporca di sangue. «Ricominciò anche a piovere proprio in quel momento».
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