IL VILE ATTENTATO UAE A DEL TORO: UNA BICI IN MENO

di Cristiano Gatti

Come previsto: vale più una crono di cento chiacchiere. Mettili uno contro l'altro, senza tante tattiche e senza tanti giochini, giù a uovo, un bel 68 davanti, un bel 10 dietro, a rapporti ormai siamo sullo spaventoso spinto, mettici in più a fare da arbitro la pioggia carogna che va e che viene, che avvantaggia e che svantaggia a gusto suo, con criterio eccentrico e sconclusionato, metti tutto assieme e viene a galla una verità essenziale: in casa Uae hanno fatto benissimo a lasciare liberi i propri puledri di razza, Del Toro e Ayuso, perchè adesso sono lì in testa al Giro e soprattutto non hanno mortificato nessuno, tanto meno Ayuso.

Roglic beneficia dell'estemporanea botta di deretano del bel tempo per buona parte della gara, dopo parecchia scalogna rosa però, culminata persino in una caduta nella ricognizione della mattina. Nel complesso, Roglic vince la sfida sociale tra big, però con l'asterisco del meteo. Resta il fatto che il Giro lo recupera, lo riporta su, ora a poco più di un minuto dal rosa. Dunque è comunque un risultato che fa gioco.

Ma il vero vincitore sotto la Torre Storta è a pieno titolo Ayuso, dato per imbestialito e furioso a Siena dopo l'attacco del compagno Del Toro, in un clima da ring a mani nude dentro casa Uae. Tu guarda quant'era nervoso e fuori di testa Ayuso: parte bene, tiene benissimo, chiude uguale. La sua prova è cattiveria e classe, potenza e tecnica, mezzo Thoeni e mezzo Tomba, con un leggero rallentamento solo nei metri finali, causa ginocchio. In difesa, decisamente più imbastito nella prima metà, il suo compagno e collega, o come piace dire tra complottisti e terrapiattisti, il nemico Del Toro. Comunque perfetto il risultato complessivo.

In definitiva, i più afflitti sono proprio loro, i complottisti terrapiattisti del dualismo acido, che adesso vedono quattro Uae nei primi sette e finiscono per non capirci più niente, non sanno più dire chi contro chi dentro la squadra, si potrebbe dire tutti contro tutti come al Carnevale di Ivrea, potrebbero dire caos e anarchia, totale assenza di strategia e di lucidità, ma davvero questo comincia a diventare un po' eccessivo e inverosimile persino in certe teste sopraffine.

Poveri, il dispiacere. Piaceva così tanto questo gossip d'altri tempi, già prudevano le mani e le cervici per raccontare un nuovo Roche-Visentini. Travolta da insana passione, la più scamiciata appare Giada Borgato, quota rosa del Dream Team Rai, che seguendo in moto i due si eccita allo spasimo nel rivelare questo clamoroso retroscena: “In tema di gerarchie, vi posso dire che dietro Ayuso c'è l'ammiraglia con una bici da crono e due bici normali, mentre dietro Del Toro c'è l'ammiraglia con una bici da crono e una sola bici normale...”. Alla faccia dello scandalone. Quelli della Uae sono talmente spudorati che vogliono far capire a Del Toro chi sia il vero capitano portandogli in gara una bici in meno. La prossima volta gli tolgono la sella.

Valli a capire, i complottisti de noantri. Non so se ci credono davvero o se più semplicemente siano fuori come balconi per la fregola di montare lo scandalone Uae. Sono in modalità Casa Vianello, con Ayuso e Del Toro per Sandra e Raimondo. Fantastica Giada, va seguita. Con questa della bici in meno passa direttamente in testa alla classifica barzellette del Giro, quella sì dominata dalla Rai con mezza dozzina di uomini nei primi sei posti, altro che dualismo, è una folla di capitani a lottare tutti i giorni sul filo dei centesimi.

Comunque: sono opinioni, vanno riportate e accettate. Qui c'è libertà di pensiero e libertà di barzelletta. In attesa di sapere se Del Toro farà volare gli stracci perchè ha una bici in meno, sullo sfondo resta un fatto indiscutibile: Roglic e il nostro valoroso Tiberi si trovano davanti un'armata, capace da qui in avanti d'inventarsi un ventaglio infinito di tattiche e di agguati, come si dice allo stadio senza dare punti di riferimento ai difensori avversari.

Meglio puntare su uno solo e mettere tutti gli altri a servizio? E' un'idea. Ma rimane il fatto che sia ancora molto presto per scegliere. Quattro nei primi sette sono un lusso sfrenato, beato chi può permetterseli. Four is meglio che two. Se esiste un problema, non sta in casa Vianello. Prima, è più problema degli altri.



 

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