Scripta manent
Morire di Suv o di cuore?

di Gian Paolo Porreca

Abbiamo sempre pensato che non ci fosse nello sport, e in fon­do nella parabola quotidiana, qualcosa di meno distante dal concetto di morte, dalla “fine”, come il ciclismo.
Già, quel ciclismo che nasce con la primavera, con il pri­mo sole lungo.
La morte di un ciclista, per mano o guida altrui, l’abbiamo sentita sempre come una offesa proditoria: da Caino ad Abele, anche se nel no­stro mondo in corso nessuno salva quell’Abele così poco modaiolo. (Se non, sfigatamente, noi...)

E così avevamo indossato lo spirito giusto, prima di Pa­squa, per scrivere una volta ancora contro quei Suv omicidi, che deturpano i panorami di uno stolto status symbol e investono tante volte i ciclisti probi. I Suv che uccidono, e non solo i ciclisti illibati certo, ancor più se guidati da ottantottenni come ac­caduto di recente in Spa­gna, o da donne arrembanti, vedi la settimana scorsa sulla Aurelia, a Roma.
Avevamo lo spirito giusto, vagamente alla Girolamo Sa­vonarola, quantunque ci ap­partiene più la levità di un ul­tras buonista che non la tempra di un censore accidioso, perché del dissidio fra Suv truci e biciclette trasparenti sulle strade non se ne può (davvero) più. In un con­fronto dispari, dove il cam­po di gioco è unico ed il perdente già noto alla partenza.

Avevamo lo spirito giusto, per scendere in campo a di­fendere il Ciclista giusto dal­le Morti ingiuste - pur con la consapevolezza che una mor­te equa non esista ancora nella vita - patite sulla strada e sulle strade che percorriamo abitualmente.
Ecco, ci ponevamo al proposito, questa domanda, come ciclista e anche come utente della strada in abiti diversi. «Ma sono abilitate le nostre strade provinciali, e anche le nazionali, a ricevere il passaggio, se non degli aborriti Suv, di quei Tir rutilanti che le percorrono abitualmente sfrecciando al di sopra degli 80 km/ora?». E c’è un criterio oggettivo che ne valuti la transitabilità, di fronte ad au­totreni il cui ingombro spesso oltrepassa la linea di mezzeria ? E non ditemi di aver visto pattuglie di Polizia pronte e attrezzate, in trincea, col il tachimetro de visu, a fermarli...
Non so se qualcuno se lo sia mai chiesto. Ma le carreggiate delle nostre provinciali, tracciate negli anni ’60 per utilitarie e berline, dopo aver ospitato anche i carri agricoli e i trattori - penso all’Appia o alla provinciale della Sta­zio­ne di Sessa Aurunca, dalle mie parti - sono davvero per leggi della dinamica e per Co­dice della Strada tarate per il traffico dei long vehicles oltremodo veloci ?
O anche per i Tir, lasciamo stare i Suv che altrimenti ci linciano o ci asfaltano, ci vorrebbero corsie preferenziali, giusto come le piste per i ci­clisti? Senza dover ricorrere, pietosamente, alla sanzione dissuasoria dell’omicidio stradale, introdotto qualche giorno fa nella nostra giurisprudenza.

Di questo volevamo esclusivamente scrivere, e continuare, con la lancia ulteriormente in resta. In bicicletta non si può morire, investiti, e dan­do beninteso per scontato il rispetto proprio delle norme, certo.
Ma non si può, al di là dei cicloamatori vittime dei Suv e dei Tir, tantomeno ed an­cor più finire i propri giorni in bicicletta come è stato per Daan Myngheer, il ragazzo belga della Roubaix Lille Me­tropole, vittima di un “in­farto” in corsa il sabato di Pa­squa, al Criterium Inter­na­tional e morto due giorni più tardi.

Perché la tragedia di Myn­gheer impone purtroppo al mondo e ai benpensanti del ciclismo una confessione in­tima, se non una condanna, almeno tripla. Se è vero, co­me è vero, che il corridore belga già aveva accusato nel 2014 un malore “cardiologico”, in corsa. E che ciò no­no­stante, sulla scorta di nuo­ve verifiche cliniche - quanto approfondite? -, gli fosse stata nuovamente concessa la licenza agonistica. Come a Fabrice Salanson, morto nel sonno, nel 2003, senza ricordare pure Alessio Galletti ...
Ma quanto approfondite, ci ri-chiediamo, conoscendo la straordinaria qualità della diagnostica cardiologica at­tuale, queste verifiche ?
E se è fatalmente malinconico morire per la velocità idiota di un Suv, è davvero intollerabile finire a 22 anni solo per la superficialità im­prudente, fatta salva la buo­na fede, di un medico.

Gian Paolo Porreca,
napoletano,
docente universitario
di chirurgia cardio-vascolare,
editorialista de “Il Mattino”
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Prosegue e si rafforza il legame tra Solution Tech e la squadra diretta da Serge Parsani. L’azienda italiana guidata da Mirko Ferro ha rinnovato il proprio impegno come main sponsor anche per la stagione 2026, confermando la fiducia in un...


Tra i protagonisti del prossimo Giro d'Italia non ci sarà Antonio Tiberi: il laziale della Bahrain Victorious si prepara infatti a fare il suo debutto al Tour de France al termine di una prima parte di stagione molto intensa. Tiberi...


Vince il premio dell'originalità il video realizzato dalla Unibet Rose Rockets per annunciare l'ultimo colpo di mercato, vale a dire l'ingaggio del francese Clement Venturini, uno dei corridori rimasti a piedi dopo la chiusura della Arkea B&B Hotels. Il video...


Mavi Garcia è ormai considerata una delle atlete più esperte in gruppo, eppure quando si parla con lei si ha sempre la sensazione di avere a che fare con una ragazzina innamorata del ciclismo e che pedalerebbe per tutta la...


Biondo, la riga a destra, i capelli corti, pettinati, con un’onda. Ala destra, numero 7, più centrocampo che attacco, tant’è che segnava poco, ma dava una mano – gambe, polmoni, cuore – ai compagni, allora si diceva ala tornante. Era...


Come lui stesso ha puntualmente ricordato, Alexander Salby ha concluso l’ultima stagione mettendo assieme un bottino complessivo di quattordici affermazioni personali: nove in corse pro’ (lo stesso numero di Jonathan Milan), due in corse .2 e tre nella semisconosciuta...


Rinnovando una bella tradizione che si ripete da molti anni un bel gruppo di giudici di gara toscani del ciclismo (internazionali, nazionali e regionali) si sono ritrovati a Ponsacco presso l’Enoteca Le Melorie di Fagnani per la cena di Natale....


Il Direttivo dell’Union Européenne de Cyclisme si è riunito presso la sede UEC alla Maison du Sport Internationale di Losanna (Svizzera). L’incontro è stata un’occasione per fare il punto sulla stagione trascorsa, caratterizzata da appuntamenti di alto livello e da...


Il Sottosegretariato Sport e Giovani di Regione Lombardia ha approvato la nuova convenzione triennale con l’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale S.p.A. (ICSC), rinnovando e ampliando una collaborazione storica finalizzata a promuovere interventi di riqualificazione delle infrastrutture sportive a...


È ancora inverno sul lago, ma i preparativi per uno degli eventi ciclistici più popolari d'Europa sono già in pieno svolgimento: il 32° Bike Festival Riva del Garda torna dall'1 al 3 maggio 2026 sull'iconico lungolago, ancor più grande e ricco di...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024