Scripta manent

L'estate di mezzo

di Gian Paolo Porreca

Era l’estate di mezzo, per lui che le stagioni in fondo se le scandiva sul calendario delle corse ciclistiche, quella ventina di giorni lunghi e brevi fra la fine del Giro e l’inizio del Tour. Era diciamo l’estate di mezzo, con la scuola sua Napoli già finita e la villeggiatura di Sessa non ancora iniziata, quando si correva il Giro della Sviz­zera, poca roba, che vuoi che sia leggere sul Corriere dello Sport di una contesa fra Portalupi e Pfenninger, Gimmi e Zollinger, rispetto ai miti di Gaul al Giro o di Gimondi al Tour... Che vuoi che fosse, allora, ancor più, dopo le imprese proprio in Svizzera di quel suo prediletto da bambino, Pasquale Fornara, che da tanti an­ni ormai non correva più. Ma a lui piaceva, lui ancora ginnasiale o ai primi anni di liceo, forse era il 1967, accompagnare il grande zio G. che andava ad insegnare tedesco a Cellole.

Era l’estate di mezzo, e fioriva piena la sua ammirazione per lo zio G., appena rientrato in Italia da un trascorso misterioso di addetto stampa in Russia, con quella sua straordinaria vocazione per il gioco degli scacchi, che lo aveva portato a diventare campione d’Italia incredibile già nel ’50, a 23 anni, e che al ritorno obbligato dall’ambasciata a Mosca in patria, si era con lena e applicazione adattato ad una supplenza di lingua te­desca nelle scuole secondarie. «Che devo dirti, nipote, dalla ricchezza immensa del mio mondo sovietico, mi sono dovuto adeguare all’alfabeto metallico dei marescialli prussiani...», lui che degli scacchi, una religione sportiva per l’URSS di allora, Botvinnik Ale­ckine Spassky, in fondo si era in­namorato per traslato proprio leggendo in cirillico all’Istituto Orientale i suoi massimi scrittori, Lermontov Puskin Cechov.

Ci pensava, curiosamente in questi giorni del 2021 in cui si parlava sui giornali di al­lungare il nome di quella stazione ferroviaria di destinazione, partendo da Napoli, la «Sessa Aurunca - Roccamonfina» sulla linea Napoli - Roma via Formia, a cui i politici locali di questa ultima ansimante stagione avevano deliberato di ag­giungere i nomi di Baia Domizia e di Cellole appunto, per illustrare maggiormente il rilievo turistico del territorio.
Da Napoli Mergellina intanto si partiva presto, la sveglia alle 5,30, un treno accelerato delle 6,30 o giù di lì, per arrivare alla stazione di Sessa, continueremo per sempre a chiamarla così, intorno alle 7,45, e poi fare a piedi il tratto di strada che dalla stazione portava a Cel­lo­le e al suo impegno di lavoro a scuola. L’autobus celeste di Pet­te­ruti non c’era mai, troppo presto, non era sceso ancora da Sessa, non si intuiva la sua sagoma neanche prossima all’autofficina di Pruto, neanche scrutando sul rettilineo in­­finito che andava a Carano.

Ma quello che ricordava ora, con ammirazione maggiore, era l’orgogliosa peripezia che lo zio G. da dignitoso pendolare compiva ogni mattino, al­meno quattro volte la settimana, di tutte le stagioni, con la pioggia e con il vento, e che lui nipote condivideva in fondo, quasi per noia di altro, solo in qualche mattino disincantato di metà giugno.
Quel traguardo, la stazione di Ses­sa-Roccamonfina, non era mica l’ap­prodo franco, il treno vi si fermava piano e brevemente sbuffando, un intervallo in una storia mag­giore, il fischio di un capostazione con i baffi  e la luce del giorno era più viva, Napoli l’avevamo lasciata che albeggiava, no... Per­ché per abbreviare le distanze lo zio G. aveva l’ardire di farsi a pie­di un altro bel tratto di linea ferrata, una scorciatoia vietata, pe­ricolosamente ai lati dei binari. Prima di scendere sulla strada che portava al paese, scavalcando di brutto un fossato. «Così guadagniamo tempo, il rischio poi è minimo, e non bisogna mai arrivare a scuola dopo gli alunni, non è morale, ricordati...», diceva. Sorrideva, di quel cartello ammonitore apposto, “Verboten”, proibito.

Aveva in quel modo ieratico, tirandosi su i pantaloni per non sporcarli di terra, il gesto nobile di un operaio, lui pure investito del titolo di professore. «La vita è una incognita pari al tempo, senza sconti, come per chi si affronta a mani nude davanti a una scacchiera o per chi si ar­rampica in bici su un tornante, co­me il tuo Pasqualino Fornara, te lo ricordi?». «Ho uno studente davvero bravo, si chiama Livio, ma qui a Cellole ce ne sono tanti, di buona volontà, sai a qualcuno parlo appunto di scacchi, di alfieri e di cavalli, per distrarli un po’, la grammatica tedesca non è mica tanto semplice».

A Cellole, la Scuola Media Statale ‘Enrico Fermi’, allora si chiamava così quell’istituto, lo zio G. se ne entrava di colpo e scompariva in classe, e lui il nipote se ne restava nell’atrio a rileggersi senza interesse parziale le cronache del Giro della Sviz­ze­ra, vincesse pure Hagmann, Ro­bert o Roger?, in una tappa sarebbe arrivato secondo anche il casertano Marzaioli. Era una estate di mezzo, senza peggio e senza me­glio, senza amore e cuore soverchio, senza parole migliori, come questa l’avresti prevista mai del 2021, fra la primavera e il tramonto, a Cellole un cappuccino al bar per tenersi sveglio, avrebbe voluto un jukebox per ascoltare Maria Ele­na, ma  quante ore duravano le ore di lezione dello zio G., prima di poter riprendere il treno del ri­torno verso la città. E lui, un passo dopo l’altro a piedi sul marciapiede del corso del paese, il caldo dell’estate di pianura, non un soffio di vento, avrebbe voluto mai come allora una bicicletta da cor­sa, fosse pure al via di una gara senza campioni, neanche al Giro della Svizzera di Ruegg e Moresi, e uno spagnolo che si chiamava Col­menarejo, per andarsene lontano da quel cielo chiaro. E dal suo muto scacco matto.

Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Alle porte del Giro d'Italia, abbiamo chiesto pareri e previsioni sulla "corsa rosa" a un campione che il Giro l'ha conosciuto molto bene: Claudio Chiappucci, secondo il quale la classifica generale sarà una lotta esclusiva Roglic-Ayuso, con quest'ultimo favorito, e...


Per effetto della possibilità concessa a marzo dall’UCI di elargire un invito in più nelle grandi corse a tappe, saranno 184 i partecipanti al Giro d’Italia 2025, un numero che non si registrava dall’edizione 2021 ovvero l’ultima con 23...


La 785 Huez è la bici tuttofare di casa Look, un modello nato per chi desidera confrontarsi con sé stesso e con gli altri quando la strada comincia a salire. Scattante, leggera ed elegante, conquista su strada e si prende...


La maschera di Joker sul Muro di Ca’ del Poggio. Andrea Vendrame è pronto per il Giro d’Italia: la gamba c’è, il morale pure. Il campioncino di Santa Lucia di Piave sarà tra i 184 ciclisti impegnati oggi nella frazione...


Progettate per assicurare un controllo senza pari,  le scarpe Q36.5 Unique Pro uniscono tecnologie italiane di produzione all'avanguardia con una struttura che massimizza stabilità, potenza e comfort. Con un peso di appena 225g (taglia 42) e uno stack minimo di 4, 4...


Tra i debuttanti al Giro d’Italia c’è anche Tom Pidcock, che per la prima volta  correrà sulle strade della corsa rosa. Il britannico ha ricevuto la libertà di correre come preferisce da parte del suo team Q36.5 Pro Cycling e...


Il Giro d'Italia coinvolge, affascina, condivide! Fra le tante Associazioni di Castelnovo ne’ Monti che si sono attivate per il Giro d’Italia c’è anche l’Atletic Progetto Montagna. La squadra di calcio a 11 degli Allievi CSI sta disputando...


Nuove sfide all'orizzonte con una toccata all'estero per la formazione Continental del Team Biesse Carrera Premac, grande protagonista dello scorso week end lungo con due vittorie (a firma di Gabriele Bessega e Tommaso Dati) e altrettanti secondi posti (con lo...


E' un periodo sfortunato per il team Gallina Lucchini Ecotek Colosio che si trova alle prese con cadute e abbandoni. E' di questa mattina la notizia della caduta dell'ucraino Serhii Sydor mentre si recava al ritrovo di partenza con il...


L’Internazionale Cycling Festival, tradizionale appuntamento di maggio dedicato al ciclismo agonistico nelle Marche, torna quest’anno con una novità importante: l’evento si sposta nelle nuove sedi di Porto San Giorgio e Urbisaglia, pronte ad accogliere atleti e team da quasi tutta...


TBRADIO

-

00:00
00:00
SONDAGGIO
30 ANNI DI TUTTOBICI, VOTATE LA COPERTINA PIU' BELLA
Trenta copertine per raccontare la nostra storia: scegliete quella che per voi è la "copertina delle copertine"





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024