Scripta manent
Petacchi, la normalità del ciclismo

Otto vittorie in un sol Giro, questo pomeriggio di lunedì 24 maggio 2004.
E basta ed avanza così, vinca pure la frazione conclusiva di Milano, l’importante è già stato il valico statistico di oggi pomeriggio. Per la cronaca e per la storia del ciclismo. E per Alessandro Petacchi, questo straordinario velocista antidivo, dai toni suadenti di cantante confidenziale e non corrosivo: Fabio Concato, mica Vasco Rossi. Petacchi, la sua volata più consona ad una Una rotonda sul mare che ad una serata rave On the rock, un Charles Aznavour o un Fred Bongusto dello sprint, ha riscritto più volte in questi ultimi giorni la ciclosofia del Giro d’Italia, se non proprio del ciclismo.

Superati il De Vlaeminck del 1975, il Maertens del ’77 ed il Saronni dell’80, fermi a quota sette successi, l’ingualcibile Petacchi non guarda i record di un passato improponibile - Binda, 12 tappe su 15 nel 1927, Girardengo, Guerra, Olmo... -, ma confeziona
un suo particolarissimo futuro. Per sé e per il ciclismo che ci aspetta. Con una Fassa Bortolo totalmente e genialmente dedicata all’esercizio della Volata, il Giro d’Italia 2004 di Petacchi è stato votato alla sovrana parzialità degli sprint, giorno dopo giorno, quasi in antinomia al concetto di una corsa a tappe: costruendo però una immagine accattivante che è risultato atout vincente, da più ottiche, per uno sport in debito di attenzione mediatica.
Questo velocista platonico non ha paragoni immediati, per atteggiamento e serenità, nella antologia dello sprint. Non Cipollini innanzitutto, tonitruante ed imperiale. Nè Van Steenbergen, michelangiolesco e straripante. Non Basso o Van Linden o Reybroeck, schizzi di malizia fra le ruote. Nè Poblet o Leman, potenza dirompente, squassapedali... Se lo sprint è fascino e strategia, gli archetipi di Petacchi sono di sangue nobile e si chiamano rispettivamente Patrick Sercu, per la finezza letteraria delle sue volate e Rik Van Looy, forse anche vicino fisicamente a Petacchi, per la memoria tattica delle sue «Guardie Rosse», al tempo della Faema: allora, Van Tongerloo, Schroeders, Sorgeloos, Derboven, come oggi Velo, Ongarato, Tosatto, Sacchi...

Ed il futuro di Petacchi dovrà essere, di obbligo, ancora uno sprint: dopo aver distanziato, in un solo sprint, Saronni, De Vlaeminck e Maertens. Non ci potrà essere spazio e terreno per vincere un Giro d’Italia, come fu possibile per Giuseppe Saronni, il suo primo riferimento sentimentale. Ma forse potrebbe esserci, in nome di quel determinante spirito di squadra provato già a Zolder, ed in caso di percorso congeniale, il modo per provare a vincere un Campionato del Mondo... E chissà, ancor prima, già nel 2005, sarà più plausibile affrontare le classiche del Nord, con diversa convinzione: come suggerisce l’emulazione di Roger De Vlaeminck.

Ma per Petacchi, la Scuola Normale del ciclismo un buon giorno al potere, desideriamo prima di ogni altra cosa che non vi sia mai la Bohème perenne di Freddy Maertens, il terzo dei campioni del nostro passato, da lui lasciato a quota sette...
Quel Maertens, biondo scanzonato della Flandria, quello che correva con Marc De Meyer e Michel Pollentier, e che fu disarcionato da Van Linden nel Circuito del Mugello al Giro del ’77: dopo aver vinto, con indosso la maglia iridata conquistata ad Ostuni, sette volte in sole nove giornate di corsa, record questo sì infrangibile!
E che dopo quella caduta, lui che aveva già stabilito il record di vittorie di tappe alla Vuelta España in quello stesso anno (13 frazioni, vincendo pure la classifica finale) e che condivideva con Merckx e Pelissier quello del Tour (8 tappe nel ’76), si sarebbe incrinato tra patimenti fisici ed oscure traversìe personali e agonistiche: fino ad un effimero ritorno nell’81, con la maglia verde al Tour e un nuovo titolo iridato, a Praga... Prima di naufragare, anche nella vita di tutti
i giorni, una seconda ed ultima volta.

Ebbene, per Petacchi, il buon gusto del ciclismo ritrovato al comando, noi ci auguriamo e gli auguriamo innanzitutto che la sua luce chiara - nel cuore e nel ciclismo - non possa andare mai dispersa o appannata. Ma trascorra naturalmente. A modello della normalità - non dell’anormalità - di questo sport e perché no pure di questa vita.

Gian Paolo Porreca,
napoletano, docente universitario
di chirurgia cardio-vascolare,
editorialista de “Il Mattino”
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Raffica di numeri, statistiche e spunti di riflessione dalla ottava tappa del Tour de France. 8: UN NUOVO VINCITOREJonathan Milan, un debuttante al Tour de France, ha impiegato 8 tappe per alzare le braccia per la prima volta. L'italiano ha...


Nella tappa più attesa di questo Giro d’Italia Women, UAE Team ADQ ha firmato una vera e propria impresa. Elisa Longo Borghini è la nuova Maglia Rosa al termine della durissima frazione con arrivo in salita sul Monte Nerone, dopo...


Jonathan MILAN. 10 e lode. Gliela confezionano, poi però se la costruisce, se la guadagna e se la prende con lucida determinazione. Sa che è il giorno e non può rimandare a domani ciò che si può prendere oggi. Groves...


Milan vince al Tour dopo sei anni, Longo Borghini in rosa al Giro: è il giorno dei campioni italiani. Il corridore friulano ha vinto oggi l’ottava tappa della Grande Boucle, da Saint-Méen-le-Grand a Laval Espace Mayenne (171, 4 km), riportando...


Dal Vincenzo Nibali della penultima tappa del 2019 al Jonathan Milan dell'ottava tappa del 2025: spezzato il digiuno dell'Italia al Tour de France dopo quasi sei anni! Sotto gli occhi del Ministro dell'Interno francese Bruno Retailleau, il gigante friulano della...


Ci sono volute 114 tappe, dopo quella lunghissima salita vincente di Nibali nella penultima giornata del 2019 a Val Thorens, per rivedere un italiano vincere una tappa al Tour de France. Oggi Jonathan Milan è riuscito nell'impresa, conquistando l'ottava frazione...


Tappa e maglia per Isaac Del Toro sempre più padrone del Giro d'Austria. Terzo successo di fila per il messicano della UAE Team Emirates-XRG che nella Innsbruck-Kuhtai non ha problemi a regolare l'irlandese Archie Ryan (EF Education-EasyPost), secondo a 4",...


Era la tappa più attesa da tutti ed oggi Elisa Longo Borghini ha confezionato una vera e propria impresa ribaltando il Giro e prendendo la maglia rosa. Non è arrivata la vittoria, strappata via da Sarah Gigante, la più forte...


L'austriaco Michael Hettegger, classe 2008, ha vinto il Gran Premio FWR Baron Cima Monte Grappa per juniores con partenza da San Martino di Lupari nel Padovano. Il campione austriaco su strada e della montagna ha preceduto Andrea Cobalchini del Gottardo...


Una vittoria fortemente voluta ad ogni costo quella ottenuta dalla Biesse Carrera Premac nell’edizione n. 84 del Giro delle Due Province a Marciana di Cascina in provincia di Pisa, una classica la cui prima edizione porta la data del...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024