CISLAGO. OVER SÌ, MA SEMPRE CICLISTI

INIZIATIVE | 21/02/2017 | 07:57
C’è stato del movimento, insolito, non abituale, nella mattinata di sabato 11 febbraio, nel tranquillo comune di Cislago, nel basso varesotto, fra le province di Milano e Como. Qui son “convenuti dal monte e dal piano”, per dirla con il Berchet, corridori e appassionati delle due ruote, di varie età ma con media piuttosto elevata, sicuramente “over 50 e pure 60” per essere generosi, ancora praticanti e non, non per giurare come nella poesia di Giovanni Berchet, bensì motivati dal comune denominatore dell’amicizia e dell’appetito. Qualcuno sostiene che l’ordine di citazione potrebbe tranquillamente variare. Malelingue.

Meta per il quasi centinaio di convitati è stata il Ristorante Marisa, nel centro di Cislago, vicino alla bella villa Visconti-Castelbarco. Da vari anni, il ristorante è la sede dell’imperdibile rendez-vous che riunisce corridori, corridori veri, con il supporto inequivocabile del palmarès d’elevato profilo e consistenza, con altri che hanno anche staccato la tessera da professionista o da dilettante ma che accanto al nome e cognome, negli annuari ciclistici, non sono titolari di molti altri dati. Dettagli, comunque, irrilevanti dettagli, in questa circostanza.

Per ritrovarsi da Marisa e gustare le sapide e consistenti proposte gastronomiche non sono necessari cartoncini d’invito con la tradizionale formula “R.S.V.P.”, mail o altro. E’ ancora valido il passa-parola che riunisce amici delle due ruote – con o senza palmarès – del varesotto, basso o alto che sia non importa e con speciale, nutrita (aggettivo azzeccato nella circostanza) presenza della “delegazione” dei soliti noti di Busto Arsizio (c’era Lino Ferrario ma mancava Gianni Bottigelli e, si sa che gli assenti hanno sempre torto…..) e dintorni, della valle del Ticino, dell’alto – e pure basso – milanese e del novarese.

La stagione ciclistica sta per iniziare e molti di questi appassionati devono incamerare energie, per mettere benzina nei muscoli e pedalare, pedalare, magari per staccare o mettere in difficoltà l’amico e poi – ovviamente - vantarsene. Indicazioni del loro ottimo stato di forma in tema di alimentazione e appetito sono state date dalla qualità, unità alla quantità, del menu proposto e plebiscitariamente apprezzato e gustato, tutto.

Operando una difficile selezione si possono citare, fra i partecipanti, quasi un centinaio, in ordine sparso, senza gerarchie d’età o di titolarità di albo d’oro, stradisti o pistard, i nomi di Antonio Bailetti, i fratelli Marcello ed Emanuele Bergamo, Alberto Morellini, Alberto Della Torre, Giovanni Mantovani, Mario Broglia (un trio unito anche dalle comuni attività di responsabilità in tempi diversi agli arrivi del Giro e delle altre corse rosa). Poi il novarese Mario Giaccone, Arnaldo Caverzasi, Giampiero Macchi, Giuliano Fontana, Gabriele Landoni, “enfant du pays” nella circostanza ma sul termine “enfant” si potrebbe discutere…, nativo di Cislago, dove tuttora risiede. C’erano anche Danilo Grassi, iridato del quartetto della Cento nel 1962 e di una tappa al Giro, Francesco Plebani, Mario Lanzafame, in arte “Lanciafiamme”, Alfredo Chinetti, Remo Stefanoni, Giordano Talamona e altri ancora.

Un bel pezzo di ciclismo di un periodo ricco con protagonisti, ai vari livelli, che conservano nel tempo passione per la bici e, soprattutto, amicizia con il piacere di ritrovarsi e, si sa, che attorno alla tavola, è anche meglio.

g.f.


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