
Livio Fusconi, detto “Modugno”, per la sua straordinaria somiglianza in gioventù con il grande cantante barese, dopo una vita dedicata al ciclismo, si è spento martedì pomeriggio all’ospedale Morgagni. Aveva 93 anni, era nato a Ravenna l’8 giugno del 1923, ma era sempre vissuto a Forlì. Conosciutissimo in città e nel mondo del pedale: per tanti anni è stato il “custode” del velodromo “G. Servadei”; ha avuto in consegna le chiavi dell’impianto per oltre due decenni e per ogni necessità tutti gli addetti ai lavori si rivolgevamo a “Modugno”. Era il deus ex machina, sempre puntuale e meticoloso nel preparare tutto l’occorrente per le gare: era sempre il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare a casa.
“Modugno” per molti anni ha ricoperto anche diversi incarichi nell’ambito dirigenziale come consigliere del Comitato provinciale e segretario del Consorzio Pista.
“Era onnipresente. Una figura di primo piano – ricorda il figlio Walter, attualmente consigliere Fci a Ravenna -, per tutti era una istituzione. Lascia un vuoto profondo nella nostra famiglia e nel ciclismo”.
Oggi fino alle 15 l’ultimo saluto a Livio Fusconi presso la sala mortuaria del nosocomio forlivese, poi il trasferimento del feretro al centro crematorio di Ravenna.
Bruno Achilli
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