PROFESSIONISTI | 25/12/2016 | 08:11 Gianni Bugno, di stare fermo non ne ha proprio mai voluto sapere. Neanche da bimbo. Neanche a Natale. Quando sotto l’albero di casa sua, a Monza, scartava il regalo più bello: un trenino elettrico. Dai vagoni sui binari del pavimento alla bicicletta, sino all’elicottero, che oggi pilota per continuare a esplorare la vita.
«Sempre in movimento? - sorride il due volte campione del mondo -. Beh, in effetti è stato un difetto sin da piccolo…».
Quando ancora la maglia rosa era un sogno, il futuro dominatore del Giro 1990 inizia a pedalare nel Parco che abbraccia l’autodromo brianzolo. Il più grande parco recintato d’Europa. «A 12 o forse 13 anni, le mie prime uscite in bicicletta erano lì, vicino a casa, nel Parco di Monza. Con una Graziella».
Poi nella cantina di Bugno arriverà una bicicletta sportiva e da lì partirà la rincorsa anche ai trionfi della Milano-Sanremo e del Giro delle Fiandre.
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