STORIA | 26/10/2016 | 08:01 Tre ciclisti e due sacerdoti. Cinque busti, sul sagrato del Santuario della Madonna del Ghisallo, per la Sovrintendenza sono abbastanza. Un cippo in più danneggerebbe l’immagine della facciata della chiesa, un bene tutelato. E così, accanto a Fausto Coppi e Gino Bartali,non c’è posto per il «terzo uomo», l’amico-rivale di epiche pedalate, Fiorenzo Magni, scomparso nel 2012 e ancora non onorato nel sacrario delle biciclette.
Comune di Magreglio e responsabili del Museo del Ciclismo, aperto dieci anni fa accanto al Santuario, con la Curia, proprietaria dell’area attorno alla chiesa, stanno cercando il modo per correre ai ripari e sognano una «walk of fame» lungo la quale collocare assieme tutti i campioni e ricomporre il trio — Coppi, Bartali, Magni — che fa parte di diritto della storia del ciclismo italiano e non solo.
La Sovrintendenza si era espressa chiaramente già nel 2015, quando è stato chiesto il permesso per la posa di un cippo commemorativo per ricordare don Luigi Farina, storico rettore del Santuario del Ghisallo. Il monumento alla memoria del sacerdote è stato sistemato sul sagrato, accanto a quello di don Ermelindo Viganò, il primo responsabile della chiesa. Con i due prelati, sul piazzale davanti alla chiesa dedicata alla Madonna ci sono i busti di Fausto Coppi, Gino Bartali e Alfredo Binda. E arriviamo così al tetto delle cinque statue.
«Quando è stata consegnata la richiesta per il monumento per don Farina, la Sovrintendenza ai beni ambientali e paesaggistici ha precisato che quel permesso sarebbe stato l’ultimo — spiega il sindaco di Magreglio Danilo Bianchi —. Altri busti, sul sagrato, avrebbero un impatto eccessivo sulla facciata e non saranno quindi autorizzati».
Ed ecco che scoppia il «caso Magni». Fiorenzo, non solo è un indiscusso campione del ciclismo, ma ha anche un legame particolare con il Museo delle biciclette di Magreglio. «Proprio Magni ha fortemente voluto il museo e ha contribuito a finanziarlo — dice il presidente, Antonio Molteni —. La sua famiglia, negli anni scorsi, quando la struttura aveva gravi problemi economici ha ulteriormente aiutato il museo e ci è sempre vicina anche ora che siamo fuori dalle acque tempestose e le cose vanno decisamente meglio. Nessuno ha dimenticato Fiorenzo Magni ed è volontà di tutti ricordarlo come merita».
Il suo posto è indubbiamente accanto a Coppi e Bartali. «Ricordare Fiorenzo Magni è doveroso come ciclista e per quello che ha fatto per il museo — precisa il sindaco —. Dividerlo dai suoi rivali sportivi di una vita però non avrebbe alcun senso, non sarebbe giusto e significherebbe sminuirlo e non dargli il posto che merita. Vista la direttiva della Sovrintendenza, che comunque è anche condivisibile, abbiamo avviato una riflessione con i responsabili del Museo, il gruppo sportivo Ghisallo e il rettore attuale del Santuario per trovare la strada migliore per dedicare una statua a Magni».
La strada individuata sembra quella di utilizzare il viale pedonale che porta al Santuario e trasformarlo in una sorta di walk of fame dei ciclisti, italiani e non solo. «Sarebbe un modo per rivalutare tutta l’area circostante il Santuario — dice ancora il sindaco —. Potremmo liberare la facciata della chiesa creando una sorta di passeggiata dedicata ai ciclisti che hanno fatto la storia di questo sport. I tasselli da incastrare sono diversi, ma c’è la volontà di lavorare insieme per avere in tempi brevi un progetto condiviso e quindi realizzarlo».
Il viale pedonale potrebbe essere completato da una sorta di anfiteatro che ospiterebbe i busti. «In questo modo potremmo pensare di rendere omaggio non solo ai ciclisti italiani ma anche a quelli stranieri che sono comunque nella memoria di chi ama questo sport», precisa il presidente del Museo Antonio Molteni. Un’idea che non nasce per caso. «La Madonna del Ghisallo è la patrona del ciclismo ormai a livello mondiale — continua Molteni —. Il santuario e il museo sono visitati quotidianamente da persone provenienti da tutto il mondo. Dei 10mila visitatori circa che raggiungeremo quest’anno, il 40-45% sono stranieri».
La provenienza spazia dall’Australia al Giappone, dalla Corea alle Filippine. «Oltre naturalmente ai Paesi dell’Europa — precisa Molteni —. Penso che sia giunto il momento di rendere omaggio anche ai campioni di altre nazionalità. Senza dimenticare poi i ciclisti defunti, ai quali vorremmo dedicare uno spazio, a partire dal ciclista di casa Fabio Casartelli».L’obiettivo che Molteni sussurra a bassa voce è ambizioso. «I tempi sono stretti perché dobbiamo mettere a punto un progetto condiviso e avere tutte le necessarie autorizzazioni — dice il responsabile del museo —. Il nostro sogno però sarebbe poter inaugurare il busto di Fiorenzo Magni e almeno una parte del lavoro più ampio in occasione del passaggio sul Ghisallo del Giro di Lombardia del prossimo anno».
«Magni si meriterebbe questo risultato — conclude Molteni —. Nell’attesa, sono comunque convinto che Fiorenzo ora sorride perché apriamo tutti i giorni il museo che lui ha tanto voluto, che ha in parte finanziato e nel quale ha creduto e che sta crescendo tantissimo».
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