Chris FROOME. 10. Parte lento Chris – si fa per dire – poi pianta nella schiena dei suoi avversari un kriss che non lascia scampo, neanche al bravissimo Dumoulin. Lo sapevano che sarebbe finita così, perché è il più forte, fin da subito. Anche quando c’era chi lo vedeva poco “mulinoso” e “frullante” e per questo poco sicuro di sé. Bene, ora stiano sereni e se ne facciano una ragione: ha vinto il Tour.
Tom DUMOULIN. 9. Dopo 10 km va a riprendere Jan Bakelants, che scuote sconsolato il capo. Alla fine è il “capo” che si va a prendere una vittoria che ormai sentiva sua. Sconsolato.
Fabio ARU. 10. Strepitoso, non si può dire altro. Terzo alle spalle di due mostri sacri delle prove contro il tempo. È qui al Tour per imparare e al ragazzo le cose non le devi ripetere due volte. Senza occhiali, con una bici e ruote normali con appendici aerodinamiche: leggero, determinato e concreto. Porta a casa secondi preziosi. Oggi è terzo, ma il podio che conta è lì a portata di mano.
Richie PORTE. 8. Tolto Froome è con il nostro Aru quello che sta meglio. Da domani può essere davvero il combustibile necessario per far esplodere la corsa.
Romain BARDET. 7,5. Bravo il francesino, che si difende alla grande. Ora speriamo che possa dare battaglia e si esponga un po’ di più di quanto ha fatto fino a questo momento.
Nairo QUINTANA. 5. Perde terreno anche oggi. A questo punto si spera nell’orgoglio ferito.
Adam YATES. 5,5. Parte bene, poi cala vistosamente. Se le prove contro il tempo dicono sempre la verità…
Bauke MOLLEMA. 5. Mi aspettavo qualcosa di più, molto di più, invece la sua risalita verso Megève è un po’ lenta. E scende.
Vincenzo NIBALI. 6,5. Pedala bene il siciliano, con buonissimo stile e grande efficacia. Già ieri ci era piaciuto molto: siamo sulla strada giusta. Quella che porta dritti a Rio.
TÈMOINS de SÈCURITÈ. 10. Siamo stati testimoni di una delle giornate più imbarazzanti del Tour de France: quella del Ventoux. Una giornataccia per la Grande Boucle e la sua storia. Oggi, qui a Chamonix, siamo testimoni di un’operazione di sensibilizzazione senz’altro meritevole, bella e utile a tutti: non solo al Tour. I «témoins de securité»: i testimoni della sicurezza. Un’iniziativa atta a rendere tutti più responsabili, più sensibili verso la sicurezza dei corridori, ma anche verso tutti gli innamorati delle due ruote che in questi giorni stanno animando le strade con la loro passione, il loro calore e i loro colori. Pettorine che tutti oggi a Megève hanno vestito, per ricordarsi e ricordare che si può incitare i propri beniamini usando la testa, ricordandosi che si è qui per vivere una giornata di svago, ma loro - i corridori - stanno svolgendo il proprio lavoro. «La libertà non è uno spazio libero libertà è partecipazione» cantava il signor G, un grande testimone del nostro tempo.
Stiamo sereni e ce ne faremo una ragione. Ma, da che mondo e mondo, i Tour si vincono a Parigi e dovreste aver visto abbastanza corse per sapere che non è mai finita finché c'è un km di strada. Avete già toppato con Kruijswijk e Nibali al Giro, aspettate almeno domani.
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