GIRO DI POLONIA. Nel segno della memoria storica

STORIA | 05/07/2016 | 07:52
Cerimonia suggestiva, carica di significato e di memoria storica, a Radzymin in Polonia. La cittadina situata a pochi chilometri dalla capitale Varsavia, sulla riva destra della Vistola, è il simbolo di quella che fu la resistenza del popolo polacco nella guerra sovietico-polacca del 1919-1921.
Proprio da qui, tra una settimana, prenderà il via la 73a edizione del Tour de Pologne - UCI World Tour (12-18/07) con la prima tappa Radzymin – Varsavia, frazione veloce adatta ai velocisti, di 135 km, che assegnerà anche la prima maglia gialla Skandia.

Tornando alla storia ricordiamo che la guerra sovietico-polacca fu un conflitto armato che vide contrapposti, tra il 1919 ed il 1921, da una parte la Repubblica di Polonia, appena ricostituitasi come stato indipendente dopo più di un secolo di dominazione straniera, assieme al governo nazionalista ucraino in esilio, e dall'altra la Russia sovietica già in lotta contro le armate controrivoluzionarie.

“Quest’anno il tema storico del Tour de Pologne è dedicato ai fatti del 1919-1921. In quell’occasione la Polonia ebbe un ruolo determinante nel bloccare l’avanzata comunista verso il resto dell’Europa e l’occidente. Le guerre non vanno celebrate, ma ricordate per fare in modo che queste tragedie non accadano mai più. Radzymin è la città simbolo di questa resistenza, fu teatro di una feroce battaglia nel 1920 e poi lo fu di nuovo anche nel 1944 sul fronte orientale all’inizio della 2a Guerra Mondiale. Il Tour de Pologne 2016 partirà proprio da qui con lo spirito di ricordare per non dimenticare con la speranza che certe sciagure non accadano mai più, in nessuna parte del mondo” spiega il direttore generale del Tour de Pologne Czeslaw Lang.

La cerimonia odierna, voluta e organizzata dal Lang Team, con la collaborazione del Governo polacco, ha visto sfilare in modo suggestivo una rappresentanza dell’esercito polacco, con i reparti a cavallo, assieme alla gente normale, giovani, studenti, bambini, uomini e donne di tutte le età, e anche alcuni ciclisti in attività ed ex ciclisti polacchi.

“La battaglia del 1920 ha avuto per protagonisti non solo le truppe dell’esercito ma anche la gente comune e soprattutto i giovani. 1 milione di polacchi che hanno dato tutto, anche la vita, per lottare per la salvaguardia di valori importanti quali la libertà e l’indipendenza. Valori che oggi ci sembrano cose normali, quasi scontate, ma che invece sono state conquistate a caro prezzo, con la vita e con il sangue. Per questo abbiamo voluto coivolgere tutti. Inoltre ci tengo a ricordare il ruolo strategico che in quella guerra ebbero proprio i ciclisti che, al fianco delle truppe a cavallo, con la loro abilità e velocità negli spostamenti ricoprirono un ruolo fondamentale come staffette porta ordini e come osservatori delle linee nemiche. Tra i supersiti di quel conflitto ci furono anche i ciclisti diventati poi i pionieri del movimento professionistico polacco che 8 anni dopo, nel 1928, portarono alla realizzazzione del primo giro ciclistico della Polonia. Quindi è anche grazie a loro se oggi noi siamo qui per portare avanti, con impegno e passione, la lunga tradizione del Tour de Pologne divenuto un’importante corsa affermatasi ormai di diritto nel calendario del grande ciclismo internazionale” spiega Czeslaw Lang.
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