PROFESSIONISTI | 01/07/2016 | 09:41 Alla vigilia di un Tour de France sono mille i motivi di curiosità, gli spunti, i pronostici, le domande. Per cercare di inquadrare al meglio l'edizione numero 103, che scatta domani da Mont-Saint-Michel ne abbiamo selezionati alcuni e ve li proponiamo.
1. STRAPOTERE SKY Froome in conferenza stampa è stato chiaro: «Ho la squadra più forte di sempre. Henao, Landa, Nieve, Poels e Thomas potrebbero essere tranquillamente capitani altrove e puntare alla top ten della classifica finale. Stannard e Rowe sono due certezze, Kiryienka è probabilmente oggi il passista più forte in circolazione e il suo ritmo nella parte iniziale delle salite stronca gli ardori di chiunque. Una formazione dalla forza impressionante.
2. LA TATTICA DEI BIG Nelle edizioni in cui ha vinto, Chris Froome ha "ammazzato" la corsa già sulla prima salita importante. Farà lo stesso stavolta con il Col d'Aspin e l'arrivo al Lac de Payolle? Di contro, lo scorso anno Nairo Quintana ha atteso l'ultima salita del Tour, l'Alpe d'Huez, per mettere in difficoltà il britannico. Il colombiano sa di non poter commettere lo stesso errore e sarà costretto a muoversi prima. E Contador? Beh, c'è da scommettere che attaccherà su ogni salita, con una ripetitività che può far saltare gli schemi degli avversari. L'altra speranza per noi spettatori è che i tanti pretendenti ad un ruolo da protagonista non si accontentino solo di lottare per il piazzamento, ma siano disposti a rischiare di più e soprattutto a fare di più.
3. LA CONVIVENZA ARU-NIBALI È un argomento, inutile negarlo. E anche se in casa Astana sono certi di poter trovare la giusta alchimia, qualche dubbio sulla distribuzione dei ruoli all'interno del team è giusto averlo, anche se finora le parole di Fabio, di Vincenzo e dello staff sono state incoraggianti. Insieme, i due campioni isolani hanno un potenziale straordinario e ci auguriamo che riescano a sfruttarlo tutto sulla strada. Quella che porta alla vittoria...
4. I FRANCESI Pur essendo ancora giovani, gli astri nascenti di Francia cominciano ad avere dalla loro un'esperienza significativa e devono dimostrare di poter stare al centro della lotta come protagonisti e non solo come comprimari di lusso. Pinot ha mostrato progressi importanti soprattutto a cronometro (ha conquistato addirittura il titolo nazionale), Bardet va forte in salita ma deve finalmente imparare a gestirsi meglio in corsa, Barguil può essere la rivelazione anche perché arriva con meno chilometri nelle gambe rispetto agli altri. E poi c'è Alaphilippe che si prepara a studiare da grande.
5. I VELOCISTI Al Tour c'è il meglio del meglio in ogni specialità, inutile negarlo. E per i velocisti la Grande Boucle assume una rilevanza estrema perché sarà in pratica il banco di prova in vista dei mondiali. Se Kristoff non ha dubbi circa il suo ruolo, essendo l'unico sprinter norvegese di livello mondiale, ben diversamente stanno le cose per Greipel, Kittel e Degenkolb in casa tedesca. Chi fa meglio al Tour, si conquista i gradi di capitano per il Qatar. Come dire che sarà corsa nella corsa…
6. SAGAN Il campione del mondo merita un discorso a parte perché non è iscrivibile a nessuna categoria. Punterà sicuramente alla quinta maglia verde consecutiva, quindi cerherà le vittorie di tappa ma siamo sicuri che vestirà anche i panni inediti di gregario per Contador, tirando prima di arrivare alle salite. È un campione a tutto tondo, vedrete che stupirà ancora una volta.
7. LE OLIMPIADI Sono la variabile di questo Tour. Corridori come Nibali, Valverde e Dumoulin - tanto per citare - hanno scoperto le carte e dichiarato di essere alla Grande Boucle soprattutto con l'obiettivo di preparare al meglio la prova olimpica di Rio. Sceglieranno di uscire subito di classifica, per vivere una corsa più serena e puntare magari ad una tappa nel finale, oppure resteranno aggrappati al gruppo dei migliori per uscire a sorpresa alla distanza? La loro presenza, visto che si parla di campioni assoluti, può trasformarsi in una variabile impazzita.
8. LA PRIMA SETTIMANA Già da qualche anno Christian Prudhomme ha dato ordine ai suoi uomini di non proporre più la tradizionale prima settimana del Tour, quella fatta di noiose tappe pianeggianti in attesa di arrivare alle montagne. Ma stavolta gli organizzatori di Aso hanno fatto ancora di più, disegnando un percorso che assomiglia molto a quello del Giro, con trappole e trabocchetti disseminati ovunque, a cominciare dalla seconda tappa che propone già un traguardo all'insù, per corridori esplosivi.
9. IL MONT VENTOUX Il gigante della Provenza sarà affrontato alla tappa numero 12, nel giorno della festa nazionale di Francia. È una salita che tutti conoscono e temono. E che quest'anno promette di far male con effetto ritardato. Già, perché il giorno dopo gli organizzatori hanno piazzato la corno più lunga della corsa, con 37,5 chilometri che portano da Bourg Saint Andreol a La Caverne du Pont d'Arc: un percorso tutt'altro che semplice, con due lunghi tratti in salita e il rischio che le fatiche del Ventoux condizionino l'intera prova.
10. LE ALPI Nella speranza che, come detto all'inizio, Froome non ammazzi la corsa già sui Pirenei, gli organizzatori hanno scelto il Monte Bianco ed il suo Massiccio quali giudici finali della corsa. Una cronoscalata e due tappe brevi ma piene di salite impegnative per dire la parola decisiva. Sulla carta, ci sarà da divertirsi.
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