TRENTIN. «Una vittoria merito del gioco di squadra». AUDIO

GIRO D'ITALIA | 26/05/2016 | 17:02

Dopo due vittorie di tappa al Tour de France, Matteo Trentin imprime la sua firma anche al Giro d’Italia e racconta così il suo successo tagliato il traguardo di Pinerolo: «Sono molto felice di questa vittoria costruita con la squadra fin dal mattino. Ci siamo inseriti in due in fuga, un quasi velocista come me e un quasi scalatore come Brambilla. Prima della salita finale Navardauskas ha fatto gran guardia nella fuga e non sono riuscito a fare la differenza così ho proseguito del mio passo mentre Gianluca aveva il compito di controllare Moser, che quando la strada saliva era il più pimpante insieme a lui. Sugli strappi io avevo l’acido lattico che mi usciva dai pochi capelli che mi sono rimasti, ma ho stretto i denti. Ho fatto la discesa a tutta, quando con Modolo sono rientrato sulle ruote di Rovny e Arndt non ho collaborato e quando ho visto che eravamo vicini ai due di testa ci ho provato, sapendo che Gianluca non avrebbe dato cambi a Moreno. Ai 300 mt ho capito che ce l’avrei potuta fare. Che bello!».


Dopo le impressioni a caldo, il vincitore di oggi si è concesso alle domande in occasione della tradizionale conferenza stampa. Ecco le sue esternazioni.


Quando hai capito che potevi vincere? Cosa hai detto a Moser alla fine?

«Moreno non l’ho più visto dopo il finale. Per quanto riguarda la corsa, io ci ho creduto davvero ai -300 metri perché loro non partivano e sono così riuscito a rientrare. Non sono stato con loro nemmeno un metro, ho tirato dritto perché si poteva fare ed è stato un bene riuscire a vedere l’arrivo da lontano, mi ha aiutato molto».

Sull’ultimo strappo avevi sperato di poterli prendere o davvero solo alla fine?

«È stato difficile, perché sembra facile dire adesso scatto e li prendo, ma stiamo parlando di due grandi corridori: Moreno si sta ritrovando finalmente dopo tante grandi vittorie e Gianluca è tutta stagione che va forte. Di sicuro il fatto che Brambilla fosse un mio compagno di squadra è stato vantaggio. Il mio primo obiettivo è stato quello di “sopravvivere” alla salita di Pramartino, sono stato bravo a passarlo senza troppo svantaggio, circa 40 secondi e in discesa ho tirato io e ho chiuso su Ardnt e Rovny. Poi toccava a loro tirare se volevano giocarsi la vittoria, io non dovevo fare niente perché avevo un compagno in fuga che poteva vincere. Così sono stato a ruota, poi sullo strappo in pavé mi sono accorto che non potevano aumentare il passo, o comunque più forte del mio, per chiudere così ho attaccato io e ho scollinato con circa 10 secondi. Ho sentito per radio che hanno detto a Brambilla di non tirare visto che c’ero io subito dietro. Moreno credo si sia un po’ innervosito e penso che non mi abbia nemmeno visto, perché quando sono arrivato io ho tirato dritto e Moser sarà stato piuttosto sorpreso».

Come ti senti per domani?

«Male (ride NDR)! Bisogna cercare di sopravvivere così come dopo domani, è troppo dura per me».

Hai vinto la Parigi Tours e due tappe al Tour de France, sei uno dei nostri corridori migliori per le grandi classiche. Qual è la corsa che sogni di vincere?

«Se parliamo di sogni, di certo dico il Giro delle Fiandre o la Parigi-Roubaix. Quest’anno alla Sanremo sono entrato in tutte le azioni buone nonostante un po’ sfortuna, poi c’è stata la caduta di Gaviria, ma sono riuscito a portare a casa il decimo posto e a “salvare la baracca”. Ma oltre alla Sanremo non sono mai stato nel gruppo che contava e sento che ho ancora tanto da lavorare e crescere per stare con quelli che sono davanti adesso che, esclusi naturalmente Cancellara e Boonen, sono lì da 4-5 anni. Bisogna entrare in questo piccolo club e devo lavorare ancora».

In cosa senti che devi affinarti? Magari vorresti una squadra per te o è solo una mancanza di esperienza?

«Sono tanti aspetti. Quest’anno ho effettuato uno stage in altura 20 giorni prima della Tirreno-Adriatico ed ero sempre li nei momenti clou, ma quando la corsa esplodeva mi mancava qualcosa. Sono stato un buon juniores ma da dilettante mi ci è voluto un po’ per ingranare e da pro è stato ancora più difficile, perché trovi gente con un bagaglio di esperienza che tu non hai, a parte Sagan che ha fatto un “macello” sin da subito. Prendete ad esempio Greg Van Avermaet: ci ha messo un po’ ma ora è sempre li. Credo che avrò bisogno di più lavoro e esperienza, ma ogni anno si aggiunge qualcosa. Tuttavia, la stagione delle classiche è breve hai poco margine di errore. Credo che mi sto avvicinando a una preparazione ideale, ma nel ciclismo di oggi anche se sei al 99,9% puoi non essere sufficiente, perché solo se sei al 100% puoi provare a vincere. Le corse di quest’anno si decidevano anche a 80 km dal traguardo e se la giocavano quelli che rimanevano pronti e davanti, secondo me è anche il bello di questo nuovo ciclismo».

Da Pinerolo, Diego Barbera


Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
La Lidl-Trek aveva cerchiato la prima tappa del Giro d’Italia e Mads Pedersen non ha deluso nel finale, vincendo tappa e indossando la maglia di leader della corsa. Il campione danese in questa stagione aveva fatto vedere la sua ottima...


Il volto nuovo sul podio del Giro d'Italia a Tirana è quello di Francesco Busatto, quarto al traguardo e maglia bianca di miglior giovane. Il ventuduenne vicentino della Intermarché Wanty è il ritratto della felicità e spiega: «Sapevo di essermi...


Il Giro di Mikel Landa è finito a 5 km dalla conclusione della prima tappa: lo spagnolo, infatti, è rimasto coinvolto in una caduta avvenuta in discesam una curva vesro sinistra, una scivolata sulla destra, tre corridori che finiscono fuori...


Che noia il Giro con Pogacar, che noia il Tour con Pogacar, che noia le classiche con Pogacar: meno male, stavolta Pogacar si è levato dalle scatole e possiamo finalmente divertirci. Torna il Giro da sogno, equilibrato e combattuto, aperto...


Stupore per i programmi di contorno Rai trasmessi da Lecce mentre il Giro è in Albania: l’azienda smentisce che, dopo gli anni del covid, sia ancora in vigore il distanziamento. «E’ un Giro da seguire dalla prima all’ultima tappa» (Stefano...


Mads Pedersen conquista la prima tappa del Giro d'Italia, la Durazzo-Tirana di 160 km, e la prima maglia rosa. Una frazione che ha mantenuto le attese della vigilia, con la Lidl Trek che ha fatto un grandissimo lavoro sulle salite...


Nasce una stellina nel movimento ciclistico francese: il diciannovenne Aubin Sparfel ha conquistato il suo primo successo tra i professionisti imponendosi nel Tour du Finistere. Il portacolori della Decathlon AG2r La Mondiale Development, che fino allo scorso anno correva tra...


Eline Jansen, olandese classe 2002 in forza alla VolkerWessels, ha festeggiato la sua seconda affermazione in carriera tagliando per prima il traguardo dell'unidicesima edizione della Classique Morbihan. Alle spalle della ragazza originaria di Deventer si è classificata l'esperta  Amber Kraak, fresca di rinnovo con...


Successo azzurro nella seconda semitappa della seconda tappa della Corsa della Pace juniores svoltasi sulla breve e assurda distanza di soli 58 chilometri. A sfrecciare al traguardo di Terezin è stato il trentino Alessio Magagnotti (Autozai Contri) che nel convulso...


L’Associazione dei Direttori Sportivi Professionisti (Adispro) esprime profondo cordoglio per la scomparsa di Enrico Paolini, ex corridore professionista e stimato direttore sportivo, figura centrale del ciclismo italiano degli anni Settanta e Ottanta. Nato a Pesaro nel 1945, Paolini si è...


TBRADIO

-

00:00
00:00
SONDAGGIO
30 ANNI DI TUTTOBICI, VOTATE LA COPERTINA PIU' BELLA
Trenta copertine per raccontare la nostra storia: scegliete quella che per voi è la "copertina delle copertine"





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024