PROFESSIONISTI | 26/05/2016 | 12:44 Nikolay Vasiliyevich Karpol oggi ha 78 anni. Da allenatore si è infilato al collo con la Nazionale dell’Urss prima e della Russia poi l’oro olimpico nella pallavolo femminile nel 1980 e nel 1988, oltre che tre argenti tra il 1992, il 2000 e il 2004. Senza contare titoli e podi mondiali, allori europei e successi da riempire una bacheca grande così, che l’hanno fatto entrare nella Hall of fame della pallavolo. Irina Aleksandrovna Viner è stata invece la donna che ha fatto della ginnastica sovietica e russa un modello internazionale di riferimento, allenando atlete come Alina Kabaeva, oro ai Giochi di Atene e due Mondiali nel palmares, o Yana Batyrsina, argento ad Atlanta ’96. Karpol e Viner sono le icone di uno sport “che è uno spettacolo senza fine”, per dirla con Renat Khamidulin, direttore generale della Gazprom-Rusvelo. Che ai grandi dello sport nazionale guarda per dire che no, non ci si può accontentare di un’emozione enorme, come pur è stata quella della vittoria di Foliforov alla cronometro all’Alpe di Siusi. “Personaggi come questi dicevano sempre che se ieri hai vinto, oggi sei comunque un signor nessuno. E devi ricominciare daccapo. Se vinci oggi, domani è comunque un’altra giornata. Ecco, noi la pensiamo così”.
La gioia travolgente del primo, storico, successo al Giro d’Italia, non è un fardello emotivo che rischia di zavorrare una squadra che vuol continuare a pedalare verso nuovi traguardi. “Non bisogna mai fermarsi. Soprattutto ora che arrivano giornate con grandi salite. Domani, in più, si valicherà anche la Cima Coppi di questo Giro: un passaggio che fa gola a tutti”. Anche perché, sebbene Firsanov sia a lungo rimasto nella parte alta della classifica, gli oltre 50 minuti da recuperare dalla vetta della classifica ora spostano gli obiettivi. “Non sarà possibile recuperare il tempo perso, dobbiamo concentrarci per andare a caccia di tappe”, continua Khamudulin. “E cercheremo di fare risultato già oggi, a Pinerolo”.
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