
Nel cuore della bassa Toscana, tra le colline sinuose della Maremma, i borghi in pietra e le strade bianche che hanno fatto la storia del ciclismo, prende vita uno degli eventi gravel più originali del panorama italiano: InGravel. Un appuntamento che, giunto alla sua sesta edizione (in programma il 13 e 14 settembre 2025), ha saputo ritagliarsi un posto speciale nel calendario degli appassionati grazie a un format esclusivo che unisce ciclismo, enogastronomia e valorizzazione territoriale.
Nato nel difficile 2020, quando il mondo si era fermato ma le idee correvano veloci, InGravel è frutto della visione di Andrea Gurayev, ex ciclista professionista, oggi anima commerciale e organizzativa dell’evento. Dalle strade della Tirreno-Adriatico ai sentieri panoramici del Morellino di Scansano, Gurayev ha trasformato la sua terra d’origine in un punto di riferimento per chi cerca un’esperienza ciclistica autentica, su misura, lontana dalle logiche delle grandi Gran Fondo. Ne abbiamo parlato direttamente con lui per scoprire come si costruisce un evento gravel “di qualità”, cosa rende unica la Maremma da vivere in sella e perché oggi il business si fa anche… pedalando.
Facciamo un passo indietro: quando e come è nata l’idea di InGravel?
«InGravel nasce nel 2020 insieme al progetto Saturnia Bike, con l’idea di proporre un’esperienza nuova e coinvolgente, soprattutto per il mondo aziendale. Abbiamo immaginato la bici non solo come mezzo sportivo, ma come strumento di relazione, aggregazione e scoperta. L’obiettivo era creare un format ad hoc, dove la pedalata diventasse una sorta di palestra per il corpo e per il gruppo, un’occasione per conoscersi e confrontarsi in un contesto informale e immerso nella bellezza della Maremma».
C’è stato un momento preciso in cui hai capito che il progetto stava davvero prendendo forma?
«È stato un processo graduale, ma negli ultimi due o tre anni abbiamo iniziato a percepire chiaramente che il progetto stava maturando. Il gravel, rispetto ad altre discipline ciclistiche, ha una capacità incredibile di adattarsi a un pubblico eterogeneo, sia per età che per livello. Grazie anche alle bici elettriche e alle MTB, sempre più persone si sono avvicinate a questo mondo. È un tipo di ciclismo che non punta alla prestazione pura, ma al piacere di pedalare insieme, scoprendo il territorio in modo autentico e rilassato».
C’è un’immagine che porti più nel cuore di queste prime edizioni?
«Le prime due edizioni sono state molto semplici, quasi artigianali. Ma è proprio nel post pandemia che InGravel ha fatto il salto di qualità. Ricordo con emozione quell’edizione: c’era un desiderio collettivo di tornare a vivere esperienze vere, all’aria aperta, in compagnia. È stato un momento speciale in cui ho capito che stavamo offrendo qualcosa di prezioso, qualcosa che mancava; anche grazie al grande supporto del mio amico fraterno Riccardo Magrini che da sempre ha creduto in questo progetto del quale è colonna portante».
Avete scelto di limitare l’evento a 250-300 partecipanti. Perché questa scelta?
«È una scelta precisa, di valore. Oggi la maggior parte degli eventi è orientata alla quantità, ma spesso si perde il contatto umano, il confronto tra partecipanti, l’atmosfera conviviale. Noi volevamo creare un ambiente raccolto, quasi familiare, dove anche i manager di grandi aziende potessero scambiarsi idee e passioni senza il caos tipico degli eventi di massa. InGravel è pensato come un’esperienza sartoriale, non una Gran Fondo».
Quanti saranno i tracciati quest’anno? E quali sono le novità del 2025?
«I percorsi saranno tre: il corto da 35 km, il medio da 65 km e il lungo da 100 km, che stiamo ancora definendo nel dettaglio. I tracciati attraverseranno alcuni dei borghi più belli della zona, come Montemerano, con sosta d’eccezione al celebre Ristorante Caino, due stelle Michelin, con chef Valeria Piccini. Il proprietario, Andrea Menichetti, nonchè figlio della signora Piccini, partecipa personalmente all’evento e la sua cucina rappresenta uno dei momenti più attesi. Un’altra tappa importante sarà al Castello di Marsiliana, immerso nella campagna maremmana. Inoltre, il 14 settembre ospiteremo una Social Ride, con partenza dall’hub di Borgo Magliano, una struttura ricettiva esclusiva che quest’anno sarà interamente dedicata a InGravel».
Ci sono dei tratti inediti che volete valorizzare?
«Sì, assolutamente. Uno dei tratti più suggestivi è il viale alberato di Colle di Lupo, mentre un altro punto forte è il passaggio sul Ghiaccioforte, una terrazza naturale con vista mozzafiato sulla Maremma, dove si trovano resti etruschi di grande valore. Ma forse l’elemento più esclusivo è l’accesso per 18 km all’interno della tenuta privata del Principe Corsini, un luogo normalmente chiuso al pubblico. Durante la ricognizione ho avuto il piacere di pedalare lì con Corso e Sabina Corsini: momenti così non si dimenticano».
Come si integra il gravel con la valorizzazione del paesaggio toscano?
«Il gravel è una filosofia, non solo una disciplina sportiva. È un modo lento, riflessivo e rispettoso per esplorare il territorio. Ti permette di entrare in contatto con la natura, con la storia, con la cultura dei luoghi che attraversi. Io stesso ho scoperto angoli della Maremma a pochi chilometri da casa mia solo grazie a InGravel. È un’opportunità per vivere la Toscana in modo autentico, lontano dai circuiti turistici più battuti».
Chi sono i partner che supportano il progetto?
«Abbiamo costruito una rete forte e sinergica. Tra i partner tecnici e istituzionali ci sono il Consorzio del Morellino di Scansano, il Centro Porsche Firenze, 7x8, Garmin, Shimano, Prologo, BMC e il Parco della Maremma. Fondamentale anche il supporto del Comune di Magliano in Toscana. Sono tutti attori che credono nel progetto e lo sostengono con entusiasmo».
Com’è nato il mix tra sport, vino, cucina ed esperienze locali?
«Tutto è nato dalla collaborazione con tre amici e professionisti: Alessio Durazzi, direttore del Consorzio del Morellino; Andrea Menichetti, chef del Ristorante Da Caino; e Werner Peruzzo, che cura l’intera logistica. Insieme abbiamo unito le nostre competenze per costruire un evento che non fosse solo ciclistico, ma un viaggio nei sensi e nel territorio. Ogni tappa è pensata per offrire qualcosa di unico: un assaggio, un paesaggio, un incontro».
Che tipo di impatto ha avuto InGravel sul territorio?
«Negli anni abbiamo visto crescere l’interesse per questa parte di Toscana. Grazie anche al sostegno di figure come l’ingegner Caputi, presidente di Federterme, che ci ha supportato fin dall’inizio, InGravel è diventato un veicolo per promuovere un turismo attivo e sostenibile. Ogni anno, chi partecipa resta colpito dalla bellezza della zona e spesso torna con familiari o amici per approfondire la visita».
Se dovessi descrivere InGravel con una sola parola?
«Sinergia. Tra persone, aziende, istituzioni. È questo il cuore di tutto: creare connessioni reali, autentiche, durature».
Cosa vuoi trasmettere a chi partecipa?
«Vorrei trasmettere semplicità, piacere, condivisione. InGravel non è una gara, non è una sfida. È un momento di comunità, un’occasione per scoprire la Toscana e se stessi, lontano dallo stress e dalla frenesia. La Maremma è l’ultimo angolo autentico di questa regione meravigliosa: tutta da conoscere, esplorare, vivere. Crediamo molto nella quota rosa ad InGravel: infatti nelle ultime tre edizioni abbiamo realizzato una maglia dedicata alle donne presenti e anche quest’anno ne faremo una nuova con un disegno e una grafica esclusiva che verrà svelata in occasione dell’Italian Bike Festival i primi di settembre».
Qual è l’obiettivo a lungo termine del progetto?
«Continuare a costruire valore per il territorio, mantenendo vive le sinergie e migliorando ogni anno. Cambiare itinerari, offrire esperienze nuove e restare fedeli alla filosofia dell’evento: qualità, bellezza e relazione. Vogliamo che ogni edizione abbia un’anima propria».
E il tuo sogno?
«Il mio sogno è che InGravel diventi un appuntamento irrinunciabile per chi ama la bici e la bellezza. Una festa delle persone, dove aziende, amici, sportivi e curiosi possano incontrarsi, divertirsi, creare nuove idee. InGravel è nato come un progetto ciclistico, ma oggi è molto di più: è una visione».
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