Rebellin: mi resta solo tanta amarezza

| 01/10/2004 | 00:00
«Per fortuna sono uno che si rialza presto, quando cade». Inizia così Davide Rebellin di fronte al microfono di Alessandra De Stefano, cronista di RaiSport, che lo ha intervistato oggi nella sua casa veronese. «Fino a ieri sembrava tutto tranquillo, poi è saltata fuori la questione del passaporto. Eppure sia la Federazione argentina sia l'UCI sapevano che non ero in possesso del passaporto originale, perché per averlo ci vuole qualche giorno e anche il fuso orario certamente non mi ha favorito. Mi resta nel cuore una grande amarezza e sono deluso soprattutto per i tifosi, che da giorni si sono appostati sulle Torricelle per aspettarmi in gara domenica». Rebellin, che le immagini di RaiSport mostrano mentre indossa la maglia bianca con maniche e bordi azzurri, e la scritta Argentina sul petto insieme al marchio dello sponsor, ribadisce comunque la convinzione nella scelta effettuata: «Scegliendo questa strada sapevo i rischi che potevo correre. Sono consapevole della gravità della scelta, ma non volevo rischiare un'altra esclusione come era accduto ai Mondiali di Hamilton 2003 e alle Olimpiadi di Atene. Purtroppo il tempo mi ha negato la possibilità di essere al via del mondiale ma non mi abbatto. Anzi, sono pronto a ripartire». L'epilogo della storia. E alla fine, ha vinto la burocrazia. Manca il passaporto argentino, a Davide Rebellin, e l'Uci non può iscriverlo al campionato del mondo. Il problema è che manca il documento originale, che non è ancora arrivato dall'Argentina, il problema è che l'Argentina è dall'altra parte del mondo, il problema è che è mancato il tempo necessario per sistemare ogni cosa. ''Il piu' grande dispiacere per questa esclusione e' per i miei tifosi''. Davide Rebellin e' deluso soprattutto per i suoi supporter dell'esclusione dai mondiali di Verona, secondo quanto riferisce il suo addetto stampa, Federico Morini. Rebellin, comunque, rinvia ogni commento sulla vicenda a questa sera alle 18.30 quando terra' una conferenza stampa a Soave. ''E' stata un corsa contro il tempo inutile - commenta Morini - Il meccanismo non ha funzionato proprio per l'assenza di tempo. Ma non e' stata colpa di nessuno. Anche le autorita' argentine si sono adoperate tanto''. ''Ci avevano chiesto il passaporto o un documento ufficiale che attestasse la cittadinanza - aggiunge - Anche per la differenza di fuso orario il documento non e' arrivato. Davide e' rimasto fuori, e' il regolamento''. ''Nella sua scelta di cambiare la nazionalita' Davide resta fermo - ha detto ancora Morini - la sua e' una scelta ferrea. Ieri quando si e' capito che la nostra era una corsa disperata, eravamo sicuramente piu' sofferenti noi di lui. E comunque ai tifosi diciamo che non c'e' motivo di fare iniziative contro il mondiale. Peccato, pero', perche' tre giorni fa sembrava fatta e invece e' finita cosi''', ha concluso. Al posto di Rebellin l'Argentina ha iscritto Alejandro Borrajo.
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