GATTI&MISFATTI. BASTA CON QUESTI CICLISTI PART-TIME

GATTI&MISFATTI | 19/05/2016 | 18:45
di Cristiano Gatti   

Gli iconoclasti del Giro, parte seconda. Vengono, si allenano, vincono qualche tappa, magnano le specialità locali, ammirano il patrimonio artistico, poi tagliano la corda in largo anticipo. In altre parole: fanno i comodi loro. Camminano sul Giro come fosse uno scendiletto. Sfregiano la nostra icona rosa, cinici e impuniti.

L’ultimo traditore – del Giro e anche dei valori sportivi più elementari – è Greipel, che addirittura se ne va dopo la terza vittoria e con la maglia rossa addosso. Senza provare il minimo imbarazzo, scende dal podio e va in aeroporto. Bye Giro, passo a cose più serie.

Dopo l’articolo di ieri, in cui mi ribellavo a questo scandaloso andazzo, in carovana c’è chi mi dice che ognuno è libero di gestirsi come vuole. Lo so benissimo. Ciascuno è libero di interpretare lo sport come meglio crede, ciascuno è libero di programmare la propria stagione come meglio crede. Però, se questi garantisti permettono, io voglio essere libero di esprimere la rabbia e l’umiliazione che i tifosi del Giro avvertono davanti a questo uso spregiativo della nostra corsa più bella. Liberi tutti. Liberi loro di metterci i piedi sul tavolo, da Cancellara a Kittel a Greipel, liberi noi di rinfacciarglielo. E’ una pura questione di dignità. Il rispetto va concesso, sempre, ma va anche preteso. E siccome noi italiani rispettiamo tantissimo le star straniere – pure troppo, mettendoci a zerbino – mi sembra il minimo pretendere da loro un atteggiamento diverso.

Dice Greipel, con la valigia in mano: «Capisco i tifosi, ho grande rispetto per il Giro, ma sono un essere umano…». E noi dovremmo pure starlo a sentire. Magari compatirlo. Faccia il piacere, lui e gli altri. Vada a farli in luglio sulle strade del Tour, questi discorsi. Vada dai francesi a dissacrare il loro mito in questo modo sfacciato, vincendo la tappa, vestendo la maglia a punti, precipitandosi all’aeroporto.

C’è una cosa che noi però dobbiamo doverosamente ammettere. E’ il caso e il momento di dirlo apertamente. Gli stranieri ci camminano in testa perché noi li mettiamo nelle migliori condizioni di camminarci in testa. Non rivelo niente di sconvolgente. Lo sanno tutti. Alcuni big – o presunti tali – accettano di venire al Giro soltanto a una condizione: che l’organizzazione conceda in anticipo la liberatoria per correre da un’altra parte dopo il ritiro (a norma, il ritirato dovrebbe stare fermo fino alla fine del Giro).

Pur di raccattare qualche nome, il Giro accetta queste condizioni capestro. Meglio un big a mezzo servizio che nessun big. Ci sta bene così? Ci sta bene, evidentemente. Ma chi striscia – dicevano gli antichi – non può lamentarsi se prima o poi viene schiacciato. E’ una suprema verità.

Ritagliamoci almeno lo spazio per dire apertamente che non è per niente bello, né serio, questo malcostume. Già ci sono i ritiri necessari. Se ogni volta dobbiamo aggiungerci questa moltitudine di malati immaginari e di sanissimi furbetti, il Giro ne esce a brandelli. Sulla nostra pelle, stiamo inventando il ciclismo part-time. Che pena.
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COMMENTI
Meglio un Greipel a mezzo servizio...
19 maggio 2016 19:05 mdesanctis
... oppure un Pozzato che ruba il posto a qualche giovane volenteroso di mettersi in evidenza?
Meglio un Greipel (o Kittel, o Cancellara) per poche tappe. Almeno finché ci sono si impegnano per dare spettacolo.
mdesanctis

si ritardi la partenza
19 maggio 2016 19:06 Daschi
Torniamo alla vecchia data facendo partire il giro 15 giorni più tardi. Si risolverebbero diversi problemi. Si evita che qualcuno venga a fare i 15 gg di vacanza e si evitano problemi di percorribilità sui passi dolomitici.

CICLISTI PART-TIME
19 maggio 2016 19:24 Piccio
Ho già detto che i nostri campioni hanno fatto storia in merito, senza che il signor Gatti si indignasse.
Ora sarebbe meglio che si indignasse contro l'organizzazione, e non contro i corridori e le squadre,
che regolarmente concede liberatorie che gli sportivi non condividono.
Certo l'organizzazione riconosce che senza le liberatorie e la presenza anche temporanea di certi campioni il Giro d'Italia non sarebbe altro che una corsa a tappe di serie B.
Grazie Greipel per le belle volate e per aver concesso ora, si spera, ad un italiano l'opportunità di vincere una volata.

prendiamo atto
19 maggio 2016 20:06 maurop
Possiamo continuare all\'infinito a indignarci ma questo non serve se l\'indignazione è solo un modo per non prendere atto della realtà, e la realtà è che il Giro attualmente vale la metà della metà del Tour. O partiamo da questo dato di fatto o non se ne esce. Per ridurre le distanze c\'è un solo, realistico modo: alleggerire il percorso del Giro, concentrare le salite decisive in un numero ridotto di tappe, fare in modo che gente che punta al Tour possa pensare di venire al Giro non al massimo, ma comunque con qualche chanches di successo e di conseguenza di tentare l\'accoppiata Giro-Tour. Un Froome, un Quintana, come una volta Contador, potrebbero tentare. Ma è dura comunque, con il Giro di California e il Delfinato che fanno concorrenza. L\'alternative è mettere su quattro o cinque squadrone italiane che puntano in primis al Giro, ma l\'ipotesi è del tutto utopistica. Sono anni che contesto l\'equazione più salite più spettacolo, tanto nei giri che nelle classiche, ma niente da fare, come se solo gli arrivi in salita facessero grande una corsa. Dopo di che c\'è anche la sfiga, fosse rimasto Landa in parte sarebbe stato diverso

Mah
19 maggio 2016 20:28 Ruggero
Basta con i ciclisti part-time, basta con questi ridicoli e pericolosissimi circuiti finali tipicamente solo italiani, basta con neutralizzazioni a 8 km dall'arrivo col risultato di vedere tristemente 20 corridori a fare la volata.
Poi non chiediamoci perchè il Giro è rotolato in terza posizione nella classifica dei grandi giri.

rispetto quando mi fa comodo
19 maggio 2016 21:07 lattughina
se un corridore si iscrive ad una corsa a tappe, e vale maggiormente si parliamo di un grande Giro, a me no che non gli prenda una malattia che non possa continuare o una caduta che si sfracella qualche ossa, penso che abbia il dovere di rispettare in primis la corsa, gli organizzatori e i corridori (tutti) che in alcune tappe sputano sangue.
E ora di farla finita con il part time, vogliamo anche dare loro il sabato e la domenica liberi?
Una delusione.

MA SONO ANCHE AMMIRATI
19 maggio 2016 21:36 jaguar
Daccordo con il dottor Gatti...come sempre.Comunque questi pseudo campioni senza il minimo di dignità e senza rispetto per i tifosi fanno quello che vogliono non solo perchè protetti da ed accettati da organizzatori zerbini ma anche perchè come leggo qui c'è gente che li giustifica.Se all'annuncio i tifosi li avrebbero fischiati e magari facendo volare anche qualche "pomo"della terra ci avrebbero pensato due volte prima di scappare a gambe levate.

tedeschi
19 maggio 2016 22:14 Massimoge
Permettetemi una battuta anche se sono conscio che rischio di essere "lapidato": e'dal 1943 che i tedeschi vengono in Italia fanno razzie e poi scappano a gambe levate

italiani
20 maggio 2016 01:40 pickett
Ricordiamoci Cipollini alla Vuelta 2003,quando scappò a casa subito dopo il cronoprologo a squadre.E la sua squadra aveva ricevuto una wild card!All'epoca seguivo la vuelta sul canale satellitare della tv spagnola,non vi dico i commenti del telecronista,Carlos De Andrés...Concordo in pieno con Maurop,l'unico modo per migliorare la partecipazione è quello di proporre un percorso equilibrato e ragionevole ,con almeno 80 km a cronometro e 5,massimo 6 tappe di montagna.In tal modo tra l'altro le tappe di montagna verrebbero valorizzate,attese e gustate di più.

Chi vince ha sempre ragione
20 maggio 2016 07:38 Monti1970
Mitteleuropea e Greipel sono venuti al giro con un patto: che si potevano ritirare. Fino a che sono stati in gara , non mi sembra che si sono comportati tanto male...

Ciclisti irresponsabili
20 maggio 2016 10:33 TIME
Il Sig. Gatti giustamente cerca di sollecitare l’opinione e ne dobbiamo prendere atto poiché non ci si comporta in questo modo da professionista, ed aggiungo che questi ciclisti (panzer) da 90 Kg siccome si fanno trasportare fino agli ultimi 100 metri e poi alzando le braccia al cielo e scappano a casa, siccome non hanno lo spirito del sacrificio che contraddistingue il vero ciclismo … inserirei una bella tappa di montagna alla 3° giornata e poi una serie di tappe pianeggianti, in modo da invogliarli a rimanere per competere sul loro terreno preferito, ma con un alto rischio di arrivare fuori tempo massimo, così vedremo la loro faccia quando giungono sul traguardo con lo sguardo rivolto sul tabellone luminoso che indica … Over Time. Questo meriterebbero questi signori che non hanno rispetto alcuno per lo sport ciclismo.

Basta!!
20 maggio 2016 12:01 dany74
Il signor Bettini si ritirava ogni volta dalla Vuelta per preparare il mondiale!
Daniele

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