L'ABC di COSTA. Adam Hansen, l'uomo che lotta per la Lotto

GIRO D'ITALIA | 06/05/2016 | 16:04
di Angelo Costa

H
come Hansen. Nel senso di Adam, passistone australiano. Detentore di un invidiabile primato: dal settembre del 2011, corre tutti i grandi giri e li conclude. L’ultima Vuelta ha fatto tredici: nessuno come lui. Ovviamente, a questo Giro si presenta per migliorare ancora: è il regalo per i 35 anni, che festeggerà proprio sulle strade rosa. Corre per la Lotto: molti dei suoi fans sono convinti che non sia il marchio dello sponsor, ma uno slogan. Ovviamente, ama i lunghi viaggi, ma pur essendo figlio di piloti detesta i voli: quando sale su un aereo, trascorre il tempo distraendosi col cubo di Rubik. «È più dura che completare un Tour», sostiene. Compreso l’ultimo, portato a destinazione nonostante un omero lussato dal secondo giorno: ce l’ha fatta da solo, senza che nessuno gli chiedesse se avesse bisogno di una spalla. Inseguito dalla Duracell, che lo vuole come testimonial, prima delle corse a tappe passa alcuni periodi dentro un altoforno e altri in una cella frigorifera: gli serve per abituarsi meglio ai cambi climatici. Naturalmente, si allena parecchio anche in bici. In casa sua non si preoccupano più quando esce dicendo «vado a fare un giro»: sanno già che prima di tre settimane non lo rivedranno.
 
R come rivoluzione Rai. Nel senso di nuovo corso televisivo. In Olanda si è subito capito perché non sono stati rinnovate le collaborazioni di Sgarbozza e Lelli: c’erano da allungare le sopracciglia di Garzelli.
 
V come Vegni. Nel senso di Mauro, direttore del Giro d’Italia. E’ cresciuto alla scuola di Mealli, che lo avviò alle corse quando ancora aveva i pantaloni corti (Vegni, non Mealli): da lì ha fatto strada e, di conseguenza, ciclismo su strada. Alla guida della corsa italiana più importante è arrivato da qualche anno, dopo che il suo predecessore, sentendosi consigliare dalla Rcs ‘organizza con Vegni’, si è  dedicato ad allestire simposi, meeting e seminari. Uomo di dialogo, è aperto alle necessità di squadre e atleti: in passato, raccogliendo i lamenti per l’eccessiva lunghezza dei trasferimenti, aveva ipotizzato di organizzare il Giro all’interno dell’Italia in miniatura. Ha una tale attenzione verso la sicurezza degli atleti che nello scorso marzo ha cancellato una tappa della Tirreno con un giorno d’anticipo perché le previsioni annunciavano bufera: per questo ha cominciato a tremare quando ha saputo che all’ultimo momento al Giro è arrivato Nieve.
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