MOSER. «Che emozione, quel giorno all'Arena...»

INIZIATIVE | 06/05/2016 | 15:04
La lunga serie di manifestazioni organizzate in occasione della 12^ tappa (tutta veneziana) del 99^ Giro d'Italia, la Noale-Bibione di 182 km, in programma per il 10 maggio è stata inaugurata mercoledì sera in occasoine di una cerimonia che ha avuto come protagonista assoluto il mitico Francesco Moser. Il campione di Palù di Giovo, accompagnato dall'inesauribile anima Bruno Carraro, da sempre suo amico e da Rino Baron, ex corridore, presidente della compagine Bata-Moser e preparatore atletico di tanti campioni, è stato ricevuto nel palazzo comunale di Noale dal sindaco della celeberrima città turrita, Patrizia Andreotti. Quest'ultima, che era affiancata dal vice sindaco, Alessandra Dini e dagli assessori alla cultura, Lidia Mazzetto e allo sport, Andrea Muffato, ha accolto nella sala consiliare Moser con un caloroso applauso. Noale è nota anche per la presenza della casa motociclistica Aprilia (impegnata nella MotoGp), tra le prime costruttrici di biciclette in Italia con il suo fondatore Ivano Beggio nel 1945..
  "Grazie per quello che ha fatto e continua a fare per uno sport meraviglioso come il ciclismo - ha detto la prima cittadina di Noale - che sta nel cuore degli italiani ed in modo particolare dei nostri concittadini. Lei rappresenta un esempio per i nostri giovani ed è tra gli sportivi più amati di tutti i tempi". "Questa cerimonia - ha sottolineato - per Noale rappresenta il battesimo ufficiale delle manifestazioni che precederanno e seguiranno la tappa del Giro d'Italia un evento che servirà anche a sensibilizzare all'uso della bicicletta che non inquina e fa bene alla salute". Patrizia Andreotti ha concluso l'intervento ringraziando quanti si stanno adoperando nell'organizzazione degli eventi legati alla tappa a cominciare da Giuseppe Mattiello, Bruno Carraro, Giovanni Scapin, componenti il Comitato Tappa e Fiorenzo Andreatta, quest'ultimo inesauribile promotore e di mostre legate ai protagonisti dello sport del pedale di tutti i tempi.
  Moser ha ringraziato per l'accoglienza ed è rimasto incantato dalle opere custodite all'interno della sala. Il campione trentino ha quindi ricevuto una bellissima poesia a lui dedicata da una studentessa della 1^ A della scuola media, Giulia Simionato (dal titolo "A Francesco Moser in ricordo della serata di presentazione del suo libro"), la stampa realizzata da Cristina De Franceschi, il libro ed il gagliardetto della Città di Noale.
  "Noale è una città stupenda sotto tutti i punti di vista - ha osservato Moser - con tanta storia ed il 19 maggio sarà chiamata a scrivere un'altra bella pagina del Giro d'Italia, la prima in assoluto per lei della corsa rosa. Una delle poche tappe riservate ai velocisti".
  La cerimonia è poi proseguita nel ristorante "La Cicala" a Cappelletta di Noale dove ad attendere il campione e gli ospiti c'erano i dirigenti ed i componenti del Rotary Club Venezia Noale dei Tempesta guidati da Maurizio Guidoni. Per l'occasione, condotta da Stefano Fornasier, è stato presentato il libro dal titolo "'Ho osato Vincere' con il cuore - La vita da Record di Francesco Moser" realizzato con Davide Mosca ed edito da Mondadori.
  E' stata una serata molto bella e significativa accompagnata dalle immagini che proponevano su un maxi-schermo le straordinarie imprese realizzate dal campione trentino e che sono state motivo di lunghissimi applausi.
  Francesco, che è stato il primo ciclista italiano ad ottenere il maggior numero di vittorie in assoluto (273) ed il terzo a livello mondiale, con la semplicità e la schiettezza che lo hanno reso celebre, ha ripercorso la propria vita, dall'infanzia contadina ai record messicani, dai duelli con Eddy Merckx alla rivalità con Giuseppe Saronni. Ha ricordato quelli che sono stati i momenti che hanno caratterizzato la propria vita a cominciare da quando frequentava la scuola materna dove un giorno per segnalare alla maestra un ringhiera rotta e pericolante fu vittima di una paurosa caduta nel vuoto tanto da spingere l'insegnante ed i compagni a ritornare rapidamente in classe e a pregare per lui.
  "Quando mi sono ripreso e sono tornato in aula - ha precisato - li ho trovati a mani giunte che recitavano le preghiere per me. Non se lo aspettavano e per poco la maestra non ha avuto un infarto per lo spavento. Forse mi credevano già morto".
  Ha raccontato che ad invogliarlo a correre in bici erano stati i fratelli che si cimentavano nell'agonismo "ma - ha detto - mia madre mi voleva con sé proprio perché c'erano già tre fratelli che si dedicavano alle corse ed io aiutavo la famiglia a lavorare nei campi e andare a prendere l'acqua. Oggi i giovani non fanno nulla di quello che facevo io". Moser ha precisato che i sacrifici affrontati nell'infanzia lo hanno preparato ai grandi eventi sportivi. Sulla rivalità in gara con Saronni Moser ha precisato: "In Italia, sin dai tempi di Coppi e Bartali, ci sono sempre state ma quello che mi stupiva era che anche quando non vincevamo non si parlava mai dei vincitori ma di noi che avevamo perso".
  "E' stato nel 1969 che ho capito - ha detto - che il ciclismo sarebbe stato la mia vita. Fare in un anno 110 corse non era cosa da poco".
  Moser si è soffermato sulla impopolare decisione, seguita da tante polemiche, di rinunciare al Giro del 1975 ma di partecipare al successivo Tour. "Lo feci - ha detto - perché il percorso non si addiceva alle mie caratteristiche e per questo scatenai e ire di tutti. Ebbi il coraggio di dirlo apertamente e molti se la presero con me. Ma fortunatamente la corsa francese andò bene e tutto passò in secondo piano".
  Francesco ha quindi ricordato la sua vittoria al Giro che si concluse nell'Arena di Verona. "Era una bolgia infernale e quel tifo da stadio non potrò dimenticarlo mai. Fu bello ricevere a fine gara i complimenti del compianto Teofilo Sanson". Non ha dimenticato la cronometro individuale del Giro del 1978 disegnata con partenza da Mestre e arrivo a Venezia in Piazza San Marco dopo aver attraversato il Ponte della Libertà che collega la terraferma al capoluogo lagunare. "Fui tra gli ultimi a partire e fatalità pochi minuti prima dello start si scatenò il diluvio - ha ricordato - mantenersi in equilibrio in bicicletta ed attraversare i levigatissimi lastroni di Piazza San Marco fu un'autentica impresa. Ho rischiato più volte di cadere". Moser ha poi rilevato che "le gare a cronometro a squadre, pur essendo spettacolari, nei Giri dovrebbero essere eliminate perché possono compromettere gli obiettivi finali di chi punta a vincerli. Senza dimenticare che i Giri determinano i vincitori delle classifiche individuali".
  Il campione ha ricordato i momenti che lo hanno spinto a concludere l'attività sportiva. "E' il percorso della vita - ha concluso - e quando capisci che devi inseguire gli altri e che gli stessi non seguono te è meglio smettere".

Francesco Coppola
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