PROFESSIONISTI | 04/05/2016 | 08:12 Il pragmatismo è quello russo. Meticolosità, ordine e disciplina. Tre parole d’ordine per gestire un quartier generale che è incubatrice del successo, sperano a Lonato del Garda. È qui che la Gazprom-Rusvelo lavora per crescere, cominciando da una logistica efficiente. Il bianco, blu e rosso della bandiera nazionale è alla base del perimetro murario interno. Più su, pareti bianche come le pagine ancora da scrivere di una storia che domani potrebbe avere altre dimensioni.
La Gazprom-Rusvelo studia in grande, Gabriele Foresti fa altrettanto. Lui, bergamasco di Credaro, è il responsabile della gestione del magazzino e il perno attorno a cui ruota tutta l'attività. Non a caso da sei mesi studia il russo. Perché, dice lui, “tanti atleti e buona parte dello staff parlano italiano, ma non tutti. E non voglio far pesare la necessità di dovere avere un interprete, con chi invece parla solo il russo”.
Foresti si muove agile tra i 1250 metri quadrati della struttura, tanto quando fa il direttore sportivo Roberto Vigni. Una vita nel ciclismo, trascorsi recenti nella Katusha, ma anche un’assistenza passo a passo nella fase realizzativa di quella che ora è la sede italiana del team. Veicoli tecnici, ammiraglie, il bus della squadra, furgoni con tre anni di strade sotto gli pneumatici e un destino da pensionati. In arrivo c’è un parco mezzi Volkswagen tutto nuovo, direttamente dalla Germania.
La scuderia di casa Gazprom scalpita in vista del prossimo Giro d’Italia, l’appuntamento principe della stagione. E l’ordine è massimo. “Nell’area meccanici, ognuno utilizza i propri attrezzi. E tutto viene catalogato: sappiamo chi ha usato ciascun sellino e per che gara, così come quale meccanico ne abbia fatto manutenzione”, continua Foresti. “È così per tutto, anche per i telai vecchi o quelli rotti. Tutta la componentistica viene archiviata con dei riferimenti identificativi, dalle parti elettroniche ai tubolari”.
L’area food e integratori è poco più in là, ma c’è anche spazio per un vero e proprio studio televisivo, utilizzato da Eurosport per i commenti in russo delle gare.
Eppure, tra tanto rigore, non fatica ad emergere l’anima della squadra. Il magazzino del vestiario fa spesso anche da scalo aeroportuale, con tanto di trolley con abbigliamento leggero di qualche corridore, momentaneamente parcheggiati quando capita di passare, ad esempio, dal caldo del ritiro di Calpe al freddo delle latitudini russe. Tra una bicicletta a scatto fisso realizzata interamente in legno e integratori della Lettonia, il melting poot della Gazprom-Rusvelo sta anche nelle cosce di jamon spagnolo Paletas Marpa o di olio Maeva gelosamente custoditi al fresco. Perché dopo ogni gara, il momento del relax è inevitabilmente accompagnato dalla buona tavola. Tanto per smaltire basta entrare nel bunker, che custodisce oltre a coppie di ruote con profilo basso (24 millimetri), medio (35) e alto (48/50), 150 biciclette. Due da strada per ciascuno dei 22 corridori del team, più altrettante per le cronometro. A cui si aggiungono quelle utilizzate dagli Under o per gli allenamenti, “che di solito sono volutamente meno performanti, per abituare i ragazzi a soglie di allenamento superiori agli standard di gara”.
Del resto c’è pur sempre da preparare la Corsa Rosa, a cui la Gazprom-Rusvelo parteciperà sperando di vestire i panni del principe azzurro, con le divise di squadra nuove ma sempre dalle tonalità blu chiaro. Anche perché l’Italia è sempre più la seconda casa della Gazprom-Rusvelo, nonostante accanto al velodromo di Mosca rimanga la sede principale e il magazzino, che custodisce tra l’altro le biciclette da pista. Ma intanto la squadra del team manager Renat Khamidulin continua a pedalare verso il futuro partendo proprio da Lonato. Nuove aree di fisioterapia e rulli per la sede, oltre che un futuro di gare sempre più al femminile, senza dimenticare mountain bike e bmx. Con una strada di fronte che sembra sempre più in discesa.
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