LE PAGELLE DI STAGI. HAYMAN GIGANTE COME BOONEN, SAGAN E FABIAN

I VOTI DEL DIRETTORE | 10/04/2016 | 17:50
di Pier Augusto Stagi

1999. Vince chi resta in piedi, chi non buca, poi chi ne ha più degli altri. Vince chi ha gambe, testa, cuore e culo. Noi italiani, per il momento, dobbiamo farcene una ragione. Ci mancano diversi pezzi del campionario anatomico di un campione. Qualcosa s’intravede all’orizzonte, dobbiamo portare pazienza e ripassare con la mente la vittoria italiana ottenuta oramai nel secolo scorso, in quel 1999 quando Andrea Tafi - in maglia tricolore griffata Mapei – ci regalò l’ultima pietra. È il caso di dirlo: era l’età della pietra e delle pietre.

Mathew HAYMAN. 8. Trentotto anni il prossimo 20 aprile, si fa un regalo di compleanno con qualche giorno di anticipo. Anticipa di poco, quanto basta, Tom Boonen, privandolo della gioia più grande: quella di diventare il signore della Roubaix con cinque successi. Invece l’australiano un pizzico di storia la scrive solo per se. Una storia che tra qualche anno racconterà ai nipoti, e vista l’età potrebbe già raccontare. A febbraio, in occasione della Omloop Het Nieuwsblad cade e si rompe il radio. Quattro settimane di stop. Recupero lampo e miracoloso: entra nella storia. Che storia.

Tom BOONEN. 8. Per quello che ha fatto oggi, per quello che ha fatto in questa corsa che è maledettamente sua. Gli manca solo un pizzico di brillantezza nella volata finale, ma non lo si può processare per così poco. Applausi.

Ian STANNARD. 6,5. Fa una gara accorta, protetto da una grande Sky, che viene decimata dalle cadute. Lui ci prova, in tutti i modi. Gli manca però sempre qualcosa, ma come premio di consolazione c’è il podio. Che non è poca cosa.

Edvald BOASSON HAGEN. 4. È bravo e fortunato a restare lì, sempre nel vivo della corsa. Ha l’occasione della vita, soprattutto perché la corsa si conclude in un velodromo, ma il norvegese che da sempre è accompagnato da giudizi immensi, pur essendo un buon corridore e niente di più, si sgonfia proprio quando potrebbe gonfiare il petto.

Fabian CANCELLARA. 8. La corsa vive la sua svolta nell’attraversamento del 20° settore in pavé, quello di Monchaux-sur-Ecaillon (km 141 - 1600 m). Lo svizzero resta imbottigliato assieme a Sagan e Kristoff. Poi finisce per terra in un tratto di pavé apparentemente facile, ma carogna per essere ricco di fango. La ruota anteriore gli va via, lui finisce per terra. Perde la sua corsa monumento, il ciclismo perde un monumento di corridore. Ed è una perdita ancor più grave. Cade nel giro d'onore con la bandiera rossocrociata. Non se la prende Spartacus, sa che la vita ti porta su e giù a proprio piacimento. Lui è grande anche in un giorno triste.

Alexander KRISTOFF. 4. Cade, certo che cade. E viene rallentato parecchio. Ma perde anche il treno di Sagan e Cancellara, che fortunati non lo sono stati per niente.
 
Salvatore PUCCIO. 7. Esce per primo dalla foresta di Arenberg. Poi sta sempre là, fin che può, fin che non finisce anche lui per terra. Ma che gara.

Niki TERPSTRA. 4. Dovrebbe essere la sua corsa, ma conferma di non attraversare un buon momento. Sempre all’inseguimento il vincitore della Roubaix del 2014, sempre costretto a subire la corsa. Non c’è.

Gianni MOSCON. 7. Non conosciamo il futuro, ma una cosa è certa: questo ragazzo ha talento da vendere. Non serve la sfera di cristallo per immaginarselo grande tra i grandi. Per il momento è una piccola grande realtà, che un bel giorno farà grande il ciclismo italiano nelle corse di un giorno. E per noi tutti sarà davvero un bel giorno.

Sep VANMARCKE. 7,5. Sarà un caso, oppure non lo è, ma il belga in sella ad una Bianchi, scatta la prima volta proprio su Mons en Pevel, dove Felice Gimondi, cinquant’anni fa scattò per andare a vincere la sua Roubaix. Ha parlato con il grande Gimondi? Ne conosce la storia? Di sicuro oggi fa vedere cose importanti. E uno dei tanti sconfitti, ma uno dei grandi protagonisti di questa Roubaix che si vince in pista e non sulle pietre. Perché sulle pietre il più forte è lui.

Peter SAGAN. 7. Cos’è la Roubaix? Chiedetelo al campione del mondo. Forte, fortissimo, ma battuto e abbattuto come pochi. Perché la Roubaix è una corsa bastarda e carogna, devi andare forte ma ti deve anche andare tutto dritto, altrimenti la tua forza e la tua giornata di grazia te la puoi mettere dove se la sono messa tutti gli altri. Resta imbottigliato nella caduta a 114 chilometri dal traguardo, viene rallentato dalla caduta di Cancellara che lo slovacco evita con un gioco di prestigio. Perde, certo che perde. Ma con l'onore delle armi.

Luke ROWE. 8. Cade con Moscon, ma poi rientra e lotta come un gladiatore. Lavora come pochi. Strepitosa la sua azione all’ingresso di Mons en Pevel.

Elia VIVIANI. 7. Ma cosa possiamo e dobbiamo dire di più di questo ragazzo al suo esordio sulle pietre? È l’uomo della bicicletta. Basta che ce ne sia una e lui è un uomo felice. Dà vita alla prima vera fuga di giornata con Porsev (Katusha) e Boy Van Poppel (Trek). E un professionista esemplare, che ama correre in bicicletta e noi amiamo vederlo. Poi una caduta lo taglia fuori dai giochi. Cade nella Foresta, imbottigliato da un nugolo di corridori; poi travolto da una moto che lo centra ma lo fa solo rimbalzare. Tanto spavento, nessun danno. Ama la bici, un po' meno le moto.

Jacopo GUARNERI. 39. Ha la febbre e viene bloccato dal team. Lui avrebbe voluto correre la corsa che più ama, noi avremmo voluto vederlo all’opera: ma una Roubaix con la febbre sarebbe stata un grande colpo di teatro, ma si rischiava di finire in burla. Meglio così, Jacopo.
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COMMENTI
aggiungerei...
10 aprile 2016 23:04 matteoc985
TINKOFF voto 0: non è ammissibile che a 100 km dall'arrivo Sagan non abbia avuto un gregario all'altezza

Gregari.............
10 aprile 2016 23:18 alfioboss
Alla roubaix dei gragari te ne fai poco o niente !!! Detto non da Me ma da chi ne ha vinte e fatte tante.

Boasson Hagen
10 aprile 2016 23:32 IngZanatta
Giudizio troppo severo, a mio avviso, per Boasson Hagen al quale darei 6. A Cancellara darei 7,5 anzichè 8 perchè la caduta non è solo sfortuna ma anche disattenzione.

Boonen un grande
11 aprile 2016 09:10 runner
Concordo abbastanza con i voti (ma forse è stato troppo severo con Boasson Hagen).
Vorrei solo sottolineare ancora la prestazione di Tom Boonen che a 36 anni, dopo 4 vittorie, ha sfiorato il quinto storico trionfo.
Saremmo stati molto più contenti di ricordare una sua vittoria che quella del carneade australiano (che comunque non ha rubato nulla, a parte il fatto che non ha tirato un solo metro...).

BELLISSIMA ROUBAIX
11 aprile 2016 13:20 simo
Cancellara ha bissato la Ronde:si è fatto sorprendere dietro nel momento decisivo.
Un errore imperdonabile.
Ieri Etixx e Team Sky hanno dominato tatticamente la contesa ed è incredibile che ci sia ancora chi confuti l'importanza delle squadre.
Sagan corre da isolato perchè la Tinkoff non è all'altezza del compito:in un'equipe stile BMC vincerebbe il doppio.
Boasson Hagen non merita quel voto(se fosse italiano..):era l'unica ruota veloce sopravvissuta a una gara folle,illogica quanto bellissima.
Hayman ha tirato come un matto nell'azione(decisiva!)della mattina.
Ed è stato in fuga solitaria per qualche chilometro.
Chapeau.

Simone Basso

11 aprile 2016 21:43 kas
Alla Roubaix dei gregari te ne fai poco o niente ??????????
Senza i GREGARI la fuga sarebbe andata all'arrivo ???????????^

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