LE STORIE DEL FIGIO. La casa dell'Italia

STORIA | 19/02/2016 | 08:07
Pure nel ciclismo, così come in molti altri settori dello sport e dello spettacolo, la ribalta – con relativi – luci, è e deve essere prerogativa dei protagonisti che attirano l’interesse, l’attenzione e la passione dei tifosi e dei fan.
Per il ciclismo e per i corridori, di tutte le categorie e specialità, c’è una maglia che catalizza l’interesse degli agonisti e che appartiene ai sogni di tutti coloro che pedalano in Italia. E’ la maglia azzurra della nazionale, uno costante per tutte le discipline, per i protagonisti dello sport, sia quelli individuali, sia quelli di squadra. Un’aspirazione sempre viva, sentita, inseguita e che per molti rappresenta la massima soddisfazione, il coronamento di una passione.

Non è però di corridori o di commissari tecnici del ciclismo che parliamo, se non di riflesso, in quest’occasione. Proponiamo all’attenzione un settore della Federazione Ciclistica Italiana, dove le maglie azzurre abbondano. Sono maglie nuove, in attesa d’essere destinate ai corridori indicati dai commissari tecnici di settore, delle differenti specialità, nei molteplici eventi – in Italia e all’estero – che annualmente le rappresentative azzurre sono chiamate a concorrere e a correre, sperando nella conquista delle medaglie, possibilmente quella del materiale di maggior pregio.

E’ il magazzino federale di Cambiago, in provincia di Milano, località che gode di specifica notorietà ciclistica per essere sede di un marchio di biciclette di rilevanza, diffusione e notorietà mondiale, la Colnago di patron (o “padrun”, per dirla alla milanese) Ernesto Colnago.
Dal 2002 il responsabile operativo del magazzino federale è Mario Rossin, veronese di Pressana, classe 1941, ma brianzolo in pratica da sempre con spalle trascorsi importanti nel settore delle due ruote. Su quelli da corridore, fino alla categoria dilettanti, lo stesso Rossin preferisce sorvolare e si rifugia nel decoubertiniano “Importante è partecipare…”. Agli inizi ha lavorato nel settore saldatura, allora particolarmente importante nella costruzione di specialissime, proprio presso Colnago, dove ha affinato, con peculiari capacità, il mestiere. Realizza quindi a un’esperienza in proprio quale artigiano, a Monza, con il proprio cognome quale marchio: Rossin. Alla metà degli anni ’70, insieme con altri soci e con una nuova configurazione societaria, sempre con Rossin come marchio che allarga il campo d’azione, la costruzione delle bici ha sede in una moderna officina di Cavenago Brianza.

Entra poi nello “staff” del magazzino federale che, al tempo, era coordinato dall’esuberante e polivalente Aldo Cassamagnago, già in funzione nel periodo del magazzino dislocato a Pozzolo Martesana e con il quale Mario Rossin, carattere schivo, taciturno, forma un’affiatata coppia anche nel periodo di gestione di Norberto Redaelli. Un’attività che s’integra con altri collaboratori sul campo quali Felice Gargantini, Elio Pauletto e poi Fiorello Motta e vari altri, tutti accomunati dal medesimo dialetto brianzolo, acquisito e parlato oramai anche da Mario Rossin.

La dipendenza gerarchica e funzionale è con la segreteria generale di Roma mentre lo snodo operativo e l’interfaccia con i commissari tecnici e i loro collaboratori sono assicurati da Giorgio Elli, responsabile organizzativo struttura tecnica F.C.I.  C’è sì una procedura con schemi collaudati ma le variabili e i contrattempi, da risolvere “al volo”, per casi ed evenienze particolari, presentano casistiche estese e variegate che richiedono, per la risoluzione, tempi di reazione con “corse” (non in bicicletta), non indifferenti e che richiedono flessibilità, disponibilità e spirito d’adattamento e collaborazione d’approntare in tempo reale, talvolta sul filo dei minuti con soluzione – e relativo respiro di sollievo – all’imbarco in aeroporto.

Da qualche tempo è attivo anche un altro magazzino federale, soprattutto per la pista, con sede a Montichiari. Oltre al materiale vario di corredo per i corridori, con molteplici articoli, sia per la gara, sia per il dopogara e tutto quanto occorre per equipaggiare al meglio chi veste l’azzurro, un importante aspetto del lavoro è la gestione degli automezzi che implica le manutenzioni, le problematiche assicurative e le scadenze di bolli di circolazione e altro ancora.
“C’è sempre da correre”, conclude Mario Rossin ma – pure e soprattutto in questo caso – la risposta potrebbe essere il collaudato detto “hai voluto la bicicletta? Pedala”. E, pure se in senso metaforico, anche al magazzino federale pedalano…. E quando c’è da “tirare giù il rapporto” per aumentare il ritmo si fanno sempre trovare pronti “a menare”, vuoi nei capannoni di Cambiago, vuoi sulle strade.

Giuseppe Figini
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