PROFESSIONISTI | 20/01/2016 | 07:18 Michal Kwiatkowski si prepara ad iniziare la sua stagione ed ha accettato di rispondere ad un fuoco di fila di domande.
Perché ha scelto il Team Sky? «Da quando sono passato professionista, nel 2010, ho sempre cercato di mnigliorare. E dopo quattro anni alla Etixx-Quick Step, ho deciso di sceglierere la squadra migliore del mondo, il Team Sky, ed è la decisione migliore che potessi prendere. Anche perché cambiare ambiente può far solo bene. Qui c’è la massima attenzione a tutti i particolari, siamo seguiti alla perfezione e e questo ci permette di avere più tempo per noi, per il recupero. Ed è fantastico. E poi è importante l’esperienza che questo team ha maturato: hanno ottenuto fantastici risultati nelle grandi corse a tappe: quanto io possa migliorare in questo settore non poso dirlo, ma certamente posso crescere. Per come qui affrontano il ciclismo, per la ricerca dei vantaggi marginali, per l’alimentazione, per il personale qualificato penso davvero di essere approdato nella squadra migliore del mondo».
Perché Sky ha scelto lei? «Non dovete chiederlo a me, ma sicuramente è per la mia esperienza nelle classiche in linea, per il contributo che posso offrire in queste corse».
Quale sarà il suo calendario? «Mallorca è una buona gara per rientrare alle corse, in passato ho già vinto. Poi correrò l’Algarve, la Parigini-Nizza, la Sanremo, il Fiandre, l’Amstel, la Liegi, quindi Romandia, Delfinato e, spero, Tour de France».
Quali sono i suoi obiettivi per il 2016? «Innanzitutto le classiche, quindi Amstel e Liegi su tutte, ma anche Sanremo e Fiandre. Sono molto motivato, davvero. E nelle corse a tappe avrò la possibilità di imparare molto fda un corridore come Chris Froome».
Lei ha vinto molto ma non ancora una classica monumento. «Vero, è un obiettivo ma non un’ossessione. Anzi, è un sogno, ma non sento particolari pressioni per questo. E poi è ancora presto per parlare di leadership e di tattiche di squadra».
Ha parlato di Tour. «Voglio esserci. Per vincerlo, tutta la squadra si deve sacrificare per il suo leader, tutti sanno che è la gara più importante del mondo e che non c’è spazio per le embizioni personali»
Ma lei può essere competitivo sulle tre settimane? «È una domanda ricorrente, questa. Prima ditutto, il mio obiettivo è quelo di raccogliere risultati nelle classiche, poi cercherò di capire quanto valgo nelle corse a tappe. Non so se diventerò un corridore capace di vincere un grande giro, per ora mi limito ad imprarare da grandi maestri».
Un pensiero a Rio? «A novembre ho visionato il percorso, non ero in forma e l’ho trovato più duro di quanto sperassi. E certamente vincerà un corridore forte. Majka ed io possiamo essere protagonisti. Sarà più duro di una Liegi perché l’ultima salita è di 8 chiloemetri con la parte iniziale al 14-15%, non ci sarà spazio per la tattica ma solo per i più forti. Favoriti? Sicuramente Chris Froome sarà tra questi».
Cambio di squadra, cambio di preparazione? «Ogni allenatore ha il proprio credo e io mi adeguo., A dicembre, per esempio, ho lavorato come mai avevo fatto e mi sento davvero in bella condizione. I primi mesi di lavoro con Tim Kerrison mi hanno dato belle soddisfazioni. Se ripenso alle corse che ho perso, mi accorgo di aver pagato in salita e quindi è in questo che devo lavorare. Lo sto facendo e sono convinto di avere ancora ampi margini di miglioramento».
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