NIZZOLO. Una ripartenza "a tutto stile". VIDEO e GALLERY
Giacomo Nizzolo al Fashion Café con David Evangelista
In versione corridore
Modello con una giacca scozzese
Elegantissimo!
Che figurino...
Versione total black
Eleganza bianconera
Gli ospiti al Fashion Café di Milano
È il momento di raccontarsi
Giacomo e l'amore per le moto
Luca Guercilena con Cordiano Dagnoni e Fabio Perego
Zio Paolo Nizzolo, sempre presente
Maurizio Evangelista e Luca Guercilena
PROFESSIONISTI | 07/01/2016 | 13:12 Una stagione nuova in tutto, quella che si prepara a vivere Giacomo Nizzolo. E per cominciare, nuovo sito - www.giacomonizzolo.com - e nuove ambizioni. Il velocista brianzolo ha presentato il tutto quest'oggi al Fashion Café di via San Marco, 1 a Milano, uno dei locali più cool della movida milanese.
«La mia ultima corsa è stata la Parigi-Tours e da allora... confesso di essermi dimenticato dove ho messo il rasoio. E così è nato questo nuovo look» esordisce il velocista della Trek Segafredo che il 29 gennaio compirà 27 anni e si prepara a volare in Australia per l'esordio stagionale.
«Vengo da un inverno senza problemi e questo è sicuramente un buon segno. Ora vado in Australia con l'ambizione di fare bene. A febbraio correrò il Tour di Dubai e poi affronterò uno stage con la squadra per preparare le classiche. In programma ho Tirreno, Sanremo e poi via con la campagna del Nord».
Nizzolo è disponibile e schietto e accetta di rispondere con il sorriso a tutte le domande che gli vengono poste a raffica. Ecco il suo pensiero in pillole:
RISULTATI. «Quest'anno voglio raccogliere. Sento di aver raggiunto finalmemte la maturazione fisica e di essere cresciuto moltissimo come uomo e atleta. Quando ho capito di avere qualcosa in più rispetto al passato? Alla Tre Valli quando sono rimasto nel gruppo principale con Vinecenzo, ma già ad Amburgo e a Plouay avevo avuto segnali importanti».
CANCELLARA. «Fabian è super motivato ed è capace di motivare anche tutti noi. Vuol cominciare forte e far bene alle classiche e io vorrei fare altrettanto».
STILE. «Perché nel mio sito ho voluto una sezione dedicata allo stile e all'eleganza? Perché mi piace la moda e poi non volevo che si parlasse solo di ciclismo. In questo modo, chi vuol conoscermi più a fondo può farlo a 360 gradi, attarverso lo stile ma anche la mia passione per le moto. Ne ho alcune, una delle più preziose è la MV».
PAVE'. «Non è il pavé in sé che mi esalta, è la competizione. Io godo quando gareggio, io voglio dimostrare sempre di essere il migliore. È questo il pensiero che mi anima al mattino quando esco in allenamento: lavorare per preparare la sfida. Il nostro team non ha la cultura dei muri e del pavé, non siamo belgi, ma ho ottimi maestri e in fondo sento di essere tagliato per questo tipo di corse. Comunque la Roubaix sarà la mia ultima classica, poi stccherò per preparare il Giro d'Italia e cercare una vittoria di tappa che sembra non voler arrivare mai».
OBIETTIVI. «Tanti. Ma due su tutti. La Sanremo e poi una tappa al Giro d'Italia. Sì, la Sanremo: per me vale più del mondiale. L'ho corsa da juniores (in quegli anni si correva prima la prova per i ragazzi e poi quella della massima categoria , ndr) e ruppi il movimento centrale sul Poggio, ricordo che vinse Appolonio. Io rimasi sul traguardo per assistere anche alla prova dei professionisti e poco dopo vidi vincere Oscar Freire».
NIBALI. «Se arrivasse Vincenzo il prossimo anno sarebbe bellissimo. Ma adesso festeggiamo l'ingresso di uno sponsor italiano come Segafredo».
IMMAGINE. «Ci sono stati diversi corridori che hanno curato l'immagine: io per esempio ho sempre tifato Cipollini, anche se crescendo ho apprezzato molto Petacchi. Ma il Cipo, oltre ad essere stato un grandissimo ha cambiato anche il ciclismo, con le sue provocazioni, con il suo modo di presentarsi e proporre questo sport anche a chi di ciclismo sa poco più di niente. Pozzato? Abbiamo un ottimo rapporto, anche l'altro giorno eravamo insieme ad allenarci a Montichiari, è troppo simpatico».
GUERCILENA. Al vernissage di Giacomo non poteva mancare Luca Guercilena, team manager della Trek Segafredo, che sul suo ragazzo dice: «Tra i velocisti più forti, Giacono è quello che di più tiene in salita. Credo che debba però migliorare nella esplosività finale. Se riuscirà a mantenere il colpo in canna fino alla fine, potrà davvero tradurre in vittorie i tanti secondi posti che in questi anni ha dovuto digerire».
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