BILANCIO 2015. Savio: Bella Androni, ma due irresponsabili...

PROFESSIONISTI | 24/11/2015 | 07:34
«Sarebbe stata una buona stagione, quella della An­droni Sidermec, se non ci fosse stata la po­sitività di due irresponsbili, il cui comportamento criminale ha profodamente condizionato il lavoro di tutti».
Gianni Savio non usa mezze misure nell’introdurre il discorso sul 2015 della sua squadra.

Stagione buona perché?
«Intanto perché abbiamo ottenuto un­dici vittorie sulle strade d’Europa e d’A­merica, perché abbiamo centrato il successo anche in Italia con Francesco Chicchi alla Settimana Coppi e Bartali e perché abbiamo disputato un buon Gi­ro d’Italia. Nella corsa rosa siamo andati all’attacco praticamente in tutte le tappe e grazie a questo atteggiamento il nostro Marco Bandiera è salito due volte sul podio finale del Giro, conquistando la classifica dei traguardi volanti e quella dei chilometri percorsi. Per un team Professional come il no­stro, si tratta di risultati comunque si­gnificativi».

Poi, la positività di Appollonio e pochi giorni dopo quella di Taborre.
«Autori di un gesto irresponsabile che ha causato danni gravi a tutta la so­cie­tà. Non tanto danni di immagine, come qualcuno potrebbe pensare: le persone di buon senso hanno capito come stanno le cose e apprezzato il fatto che sia­mo stati la prima squadra della storia del ciclismo ad avere adotttato un’azio­ne legale nei confronti dei corridori e lo hanno fatto tutte le componenti della squadra, vale a dire dirigenza, staff e corridori. Anche i nostri sponsor più importanti - e mi riferisco ad Androni Giocattoli, Sidermec, Tre Colli, Regolo, Lauretana e Kuota - ci hanno espresso totale solidarietà e hanno continuato il loro cammino con noi. Il primo danno a cui mi riferisco sta nella brusca interruzione di trattative importanti che avevamo in corso proprio in quei giorni e che sono saltate completamente. In più, c’è stato un danno sportivo perché ci è stato inflitto un me­se di sospensione (contro il quale peraltro è stato opposto appello, ancora in attesa di giudizio, ndr) che co­munque avremmo osservato autonomamente in base al regolamento del Movimento Per un Ciclismo Cre­dibile, del quale la Androni Sider­mec fa parte. Per i nostri corridori, il fatto di restare fermi per sei settimane nel momento topico della stagione è stato davvero un duro ostacolo da superare. Anche se quando siamo ripartiti, siamo riusciti a mettere nuovamente in campo la grinta e la determinazione che sono diventate ormai il nostro marchio di fabbrica. E comunque nello stilare il bilancio non possiamo dimenticare an­che momenti di grande sfortuna come la frattura del femore per Emanuele Sella in avvio di stagione e quella allo stesso osso di Andrea Zordan».

Come si riparte, dopo una stagione così?
«Rinnovando molto, facendo il passo che permette di compiere la gamba - sottolineo come siamo riusciti a fare un piccolo miracolo sportivo continuando la no­stra attività pur senza aver ancora ricevuto i soldi del nostro secondo sponsor per il 2014 e mi riferisco al Ve­ne­zuela -, puntando su corridori con spunto veloce che possano regalarci qualche vittoria e su atleti in cerca di riscatto. Ac­canto ai confermati Chicchi e Bandiera, che saranno i nostri corri­do­ri di riferimento insieme a capitan Pellizotti, sono arrivati Viganò, Ratto, Sel­vaggi e Torres. E poi vi confesso di aver ritrovato l’entusiasmo dei tempi an­­dati scoprendo un giovanissimo ta­lento colombiano come Egan Bernal, un ragazzo che com­pirà 19 anni a gennaio e che ha do­ti non comuni di scalatore. Con lui ho dato nuova linfa al rapporto tra me e la Colombia: dopo aver lanciato corridori come Fredy Gon­zales, Ivan Parra, José Serpa e Cacaito Rodriguez, sono pronto a scommettere su Bernal. Vedrete, ci farà divertire ».

Paolo Broggi, da tuttoBICI di novembre

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Corti e il Team Colombia
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COMMENTI
Io gli credo.
24 novembre 2015 10:34 Bastiano
Caro Savio, io ti credo perchè in tanti anni ti sei costruito una grande credibilità nel settore ma, fai in modo che questa storia ti abbia insegnato qualcosa di importante. Per il futuro, seleziona meglio e lascia perdere la necessità di fare risultati a tutti i costi nella famigerata Coppa Italia. Nippo e Bardiani hanno mostrato che fare ciclismo serio, viene apprezzato e premiato sempre.

Ahi, ahi, ahi caro Savio!
24 novembre 2015 19:48 Bartoli64
Andrea Zordan è stato sicuramente sfortunato (molto di più della Sua squadra), ma citarlo tra le "sfortune" patite dalla Androni mi pare un po' poco elegante visto che il giovane talento veneto è stato poi "dirottato" verso una piccola squadra svizzera per la quale correrà nel 2016.

"Scaricato" dunque?
Pare proprio di si, per questo sarebbe stato meglio non citarlo proprio piuttosto che "utilizzarlo" per giustificare dei mancati risultati!

Bartoli64

Nessuna pressione?
25 novembre 2015 08:57 passion
..... nessuna pressione per i risultati dice Savio. La realtà resta comunque che se non vai o non servi più, resti a casa. Questo non giustifica assolutamente il ricorso al doping, ma per favore non raccontiamoci favolette. Il professionismo è questo, all'Androni come in tutte le altre squadre professionistiche ciclistiche e non.

dati di fatto
25 novembre 2015 13:33 giusette
Penso che Savio nella sua intervista abbia esposto dati oggettivi: se Zordan s'è infortunato è un dato di fatto, come pure per quanto riguarda Sella. E il dato oggettivo è che senza quei due infortuni teoricamente le cose - ripeto teoricamente - potevano andare pure meglio. Poi, con questa storia del doping che regna nel ciclismo, perlomeno la Androni ha denunciato chi si è fatto scoprire con le mani nella marmellata. Magari lo facessero tutti... Si, è vero, non correrebbe più nessuno. Però chi sbaglia deve pagare e in questo caso quei due ragazzotti risponderanno a livello economico per gli errori commessi.

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