I numeri parlano chiaro: 97 medaglie nel 2021, 130 nel 2022, 122 nel 2023, 105 nel 2024 e 106 nel 2025. Sono questi i successi del ciclismo azzurro nelle cinque stagioni di presidenza di Cordiano Dagnoni: 560 podi. Sono 44 ori, 31 argenti e 31 bronzi, e ben 22 titoli mondiali. Dagnoni che a gennaio è stato rieletto per il suo secondo mandato da presidente, è giustamente raggiante nel Salone d'Onore al Foro Italico al fianco del presidente del Coni, Luciano Buonfiglio: «Nel 2025 abbiamo festeggiato i 140 anni della Federciclismo con 106 medaglie, per il quarto anno di fila abbiamo raggiunto le tre cifre. Era un anno in cui l'obiettivo principale non era vincere medaglie ma investire sui giovani in ottica Olimpiadi di Los Angeles 2028. E invece anche i nostri giovani ci hanno dato tanti risultati e a Roma li abbiamo festeggiati con una bellissima cerimonia che è sempre gratificante per tutti coloro che hanno lavorato».
Guardiamo avanti con la nuova squadra dei tecnici e l'ingresso di Elia Viviani nello staff azzurro.
«Sì, è stato un assestamento, non ci sono stati grossi cambiamenti, però c'era il tassello nuovo di Elia da inserire nel puzzle e abbiamo dovuto e voluto fargli lo spazio: devo dire che tutti sono contenti e consapevoli che sia stata la scelta giusta».
Sono state vinte medaglie anche in discipline in cui prima non le prendevano, come gli eSports: la Federciclismo non soltanto vince dove le medaglie pesano, ma allarga lo sguardo in tutti gli ambiti del ciclismo.
«Assolutamente sì, e mi piace ricordare le medaglie che non abbiamo conquistato ma dove siamo arrivati molto vicini al podio: penso al trial e al ciclismo indoor. Discipline nelle quali non abbiamo una tradizione, però abbiamo dato loro pari dignità, pari interessi. La Federazione ha supportato veramente tutti nello stesso modo e i risultati stanno arrivando un po' dappertutto».
Capitolo impianti: ci sono novità importanti.
«Ci è stato fatto il regalo di Natale con la riapertura del velodromo di Montichiari. Sono stati tolti i sigilli e questo vuol dire poterlo riaprire all'attività per l'attività giovanile, per le squadre di ciclismo, per gli amatori. Ovviamente resta la casa della Nazionale per la preparazione. E poi c'è l'impianto trevigiano di Spresiano: la burocrazia ormai è arrivata al termine e a breve, già a gennaio, partiremo proprio con il primo lotto di lavori per iniziare la costruzione di questo grande impianto che sarà strategico per il nostro ciclismo».