CONTADOR. Sogno la mia Fundaciòn nel World Tour. GALLERY

PROFESSIONISTI | 11/09/2015 | 14:18
Alberto Contador è tornato oggi a Milano, città in cui è stato incoronato vincitore del Giro d'Italia. Questa mattina presso ExpOne Valtellina in via Dante 14 è stato presentato ufficialmente l’evento rhxdue Fundaciòn Contador. L'appuntamento amatoriale d’eccellenza in Valtellina e Valle Camonica, nelle province di Sondrio e di Brescia, dal 2013 chiama a raccolta migliaia di pedalatori sulle strade dove il campionissimo spagnolo (collezionatore in carriera di ben 9 grandi corse a tappe di tre settimane tra Giro d’Italia, Tour de France e Vuelta a España) ha saputo esaltare le proprie doti di protagonista assoluto del ciclismo contemporaneo. 

Il fuoriclasse di Pinto, che domani sarà in cima ai 2.652 metri del Gavia anche per il grande happening delle ore 13 nonostante un po' di febbre, oggi ha spiegato: «Non so se pedalerò perché ho passato una nottataccia, ma vi aspetto numerosi. Credo molto in questi giovani, quando avevo la loro età sarebbe stato un sogno per me avere come riferimento un grande nome di questo sport. Per me è un piacere essere al loro fianco e ringrazio la Valtellina per ospitare la rhxdue e Rh+ e Polartec per supportare questa squadra che ha grandi margini di crescita. Quando partimmo con questa avventura la nostra idea era di formare corridori, oggi abbiamo un buon team di giovani che deve crescere ancora molto ma in futuro sono certo potremo arrivare al massimo. Vorremmo raggiungere il World Tour, quindi dobbiamo svolgere un percorso che voglio sia professionale al cento per tutto, stando attenti a ogni minimo dettaglio. Ci vorrà del tempo, serve il supporto economico di un grande sponsor, io per un altro anno ancora correrò ai massimi livelli poi mi piacerebbe lavorare ancor più con mio fratello Fran (team manager della formazione giovanile, ndr) per farci trovare pronti».

E ricordando la tappa del Mortirolo dell'ultimo Giro d'Italia, il Pistolero aggiunge: «Domani potrò godermi di più questa salita durissima, sarò più rilassato e potrò gustarmi il panorama. Ricordo perfettamente il momento in cui ho bucato in discesa e ho pensato con sangue freddo che dovevo rientrare nel falsopiano che precede la salita con l'aiuto dei miei compagni e una volta arrivati ai piedi dovevo procedere regolare per recuperare il più possibile. Di sicuro è una tappa che non dimenticherò mai e credo nemmeno i tifosi».


I giovani talenti che si ispirano al campione madrileno e dal prossimo anno vestiranno la maglia rh+ Polartec Fundaciòn Contador da lunedì stanno pedalando in Valtellina e domani, sabato 12 settembre, parteciperanno alla manifestazione che assegnerà ai tanti partecipanti (iscrizioni gratuite, ma obbligatorie su www.rhxdue.com) brevetti Finisher e Super Finisher con quattro tipologie di percorso tra cui scegliere per scalare le mitiche vette di Bormio e Passo Gavia.


Ad illustrare la manifestazione sono interventuti Giovanni Cagnoli, presidente rh+; Marzo De Martin, general manager rh+; Gary Smith, CEO Polartec e le autorità locali che spingono molto sull'evento per promuovere il territorio aldilà della stagione invernale.

«Ho una motivazione speciale: far crescre il ciclismo. - prosegue Contador. - Ad alto livello lo si può fare migliorando piccoli dettagli. Basti pensare che la Vuelta si sta decidendo per 3" (il suo pronostico per la vittoria finale è per Dumoulin, perché nelle tappe mancanti dice non c'è terreno sufficiente per Aru per attaccare e staccare l'olandese, ndr), vantaggio minimi quanto preziosi che puoi ricevere dai materiali e dall'aerodinamica dei prodotti che usi. Sono felice che Rh+ e Polartec abbiamo sposato il nostro progetto».

Non solo bici, la Fundaciòn Contador supporta anche due cause importanti a cui Alberto tiene molto: l'ictus celebral e bicis para la vida. «Nel 2004 sono stato colpito da ictus celebrale e ho rischiato di morire. Quest'episodio ha cambiato la mia vita e il mio modo di vederla, da allora il mio obiettivo è di usare la mia popolarità per far conoscere questa malattia, per cui la prevenzione è fondamentale. Le persone devono conoscere i sintomi per prevenire il problema prima di esserne colpiti. Oltre a questo tema vogliamo diffondere l'uso della bici in quanto salutare, anche in paesi in cui non tutti possono permettersene una».

I corridori in forza alla formazione Under 23 sono scelti tramite un campus, che quest'anno si terrà dal 20 settembre a Saragoza. Sono attesi tantissimi ragazzi da tutta la Spagna, ma i posti ancora disponibili per il 2016 sono solo 5. «Non scegliamo i ragazzi solo per meriti sportivi ma anche per i loro valori, per come se la cavano con lo studio e per come stanno in gruppo. Ci stiamo aprendo a nuove nazionalità, abbiamo tra le nostre fila già un belga, di recente abbiamo stretto un accordo con un corridore italiano e stiamo valutando l'inserimento di un inglese o uno statunitense».

Infine immancabile la domanda sul suo futuro, a breve e lungo termine. «Finchè sarò in sella voglio dare il cento per cento sulla bici. Per quest'anno la mia stagione agonistica è finita, fino all'ultimo giorno del Tour de France ho vissuto ogni minuto per il ciclismo, l'accoppiata Giro-Tour è stata impegnativa, devo recuperare quindi non gareggerò anche se sto continuando ad allenarmi per non perdere tono muscolare e non prendere peso. Soffro un po' a vedere la Vuelta in tv perchè mi ritrovo a domandarmi: cosa potrei fare se fossi lì? Ma abbiamo visto come chi ha partecipato al Tour sta pagando gli sforzi delle tre settimane. Per il programma 2016 ho un'unica garanzia: mi preparerò al cento per cento per rivincere il Tour. In seconda battuta, vorrei farmi trovare pronto per i giochi olimpici di Rio visto che il percorso è duro. Vorrei far parte della squadra spagnola e giocarmi le mie chance. Poi? Nel 2017 non dovrei più difendere i colori della Tinkoff Saxo e di nessun altro team professionistico, tranne se la stagione andasse proprio storta per un infortunio... Voglio concludere alla grande la mia carriera, se non fosse così tirerei avanti un'altro anno. Dopodichè vorrei dedicarmi a tempo pieno alla Fondazione, non mi immagino ds ma con un ruolo di manager e testimonial per farla arrivare il più in alto possibile».

da Milano, Giulia De Maio

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