Come procede la stagione del più giovane neoprofessionista italiano nel World Tour? Si tratta di Manuel Senni, 23enne romagnolo, promettente scalatore che sta crescendo tra le fila della BMC. Conosciamolo.
Iniziamo dalle presentazioni per chi ancora non ti conoscesse. «Arrivo da Sala, una frazione di Cesenatico, nella parte verso i colli, quella più lontana dal mare. Sono un ragazzo come tanti, a cui piace giocare alla playstation e stare al computer, oltre che uscire con gli amici, e ho una grande passione per le due ruote. Da buon romagnolo adoro la piadina. Il ciclismo è un affare di famiglia: papà Loris, poco prima che Pantani vincesse il Giro d'Italia dilettanti, l'anno in cui sono venuto al mondo, era stato compagno di squadra di Marco, un anno alla Rinascita Ravenna; mamma Fabiola ha pedalato un po’ e proprio alle corse ha conosciuto quello che poi sarebbe diventato suo marito e mio padre; mio fratello Michele, corre tra i dilettanti. L'ultima arrivata in casa, Elena, ha solo 4 anni ma vista la passione che si respira in casa chissà se anche lei da grande si divertirà con la bici...».
Come sta andando tra i pro’? «Bene, nelle ultime corse mi sono anche divertito. Le prime sono state dure, ho fatto tanta fatica, forse per la giovane età sono arrivato un po’ in ritardo di preparazione. Dopo il Giro del Belgio sono stato 8 giorni in altura sullo Stelvio, la mia prossima corsa sarà il Giro di Svizzera. È un bel periodo pieno. Sono soddisfatto del mio inizio di stagione, ho fatto quello che mi ha chiesto la squadra, ho lavorato per i miei compagni e imparato come si sta tra i grandi. Abbiamo pianificato un programma che mi permetta di crescere un passo alla volta, senza bruciare le tappe».
Hai cambiato anche metodo di lavoro? «In parte sì. Sono aumentati i carichi di lavoro e sto più attento a ciò che mangio. Agli allenamenti in bici dallo scorso inverno ho aggiunto anche esercizi a corpo libero e lo yoga, che ho scoperto nel primo ritiro con la squadra che ci ha messo a disposizione un esperto di questa disciplina con cui tutte le mattine e tutte le sere potevamo esercitarci un’oretta. Il corso facoltativo ci è così piaciuto e gli esercizi ci danno così beneficio che sia io che i miei compagni continuiamo a svolgerli quotidianamente a casa».
Parteciperai al Campionato Italiano? «Sì, probabilmente però sarò solo. De Marchi purtroppo non sta bene, Caruso arriva da un Giro molto dispendioso e gli altri compagni italiani sono focalizzati sul Tour de France. Sinceramente non so se correranno o no. L’appuntamento tricolore rappresenterà la mia seconda corsa in Italia, sarà bello gareggiare con qualche tifoso in più a bordo strada e davanti alla tv. Ambizioni personali? Sinceramente non ho pensato dove posso arrivare, per ora sono focalizzato sullo Svizzera. Preferisco vivere una corsa alla volta».
Giulia De Maio
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