GATTI & MISFATTI. BELLISSIMISSIMO E POVERISSIMO

GIRO D'ITALIA | 31/05/2015 | 18:22
di Cristiano Gatti      -       

Nibali, Froome, Quintana, Contador. E Mollema, e Valverde, e Rodriguez, e Bardet. E Pinot, e Kwiatowsky e Sagan. E poi Kittel, Cavendish, Kristoff, Degenkolb, Greipel. Va bene, la sto facendo lunga. Mi fermo qui. Lascio questa lista, solo un pro-memoria senza perfidia, ai dirigenti del Giro. Di questo Giro davvero bellissimo – voglio sottolinearlo tre volte: bellissimo, bellissimo, bellissimo -, macchiato soltanto dalla cronometro troppo lunga, come una macchia di sugo su una cravatta di lusso (la chiudo qui, in attesa del prossimo percorso).

Lascio la lista al patron Vegni perché non dimentichi che questo Giro bellissimo va in archivio anche come un Giro poverissimo, troppo povero. Una squadra vera, fortissima, inesauribile (l’Astana, tutti in piedi), un campione immenso (Contador, giù il cappello), un giovane talento che si farà (Aru, grazie di tutto). Finito. Non c’è altro. Non parliamo di certe squadre World Tour (prego, pomodori).

Alla fine della lunga avventura, si possono tirare le conclusioni in due modi: compiacersi a occhi chiusi dei pochi o tanti risultati conseguiti, oppure ricapitolare senza ipocrisie lacune e difetti, per metterci in qualche modo una pezza nel futuro. Consiglio d’amico (mi ritengo tale, del Giro: amico vero e leale, guai chi tocca il mio amico): nei prossimi undici mesi bisogna inventarsi di tutto, in tutte le sedi, per portare in Italia una cast degno del marchio.

Se per caso qualcuno è tentato di credere che questa sia solo una fisima mia, si armi di moviola e vada a rivedersi il film delle tre settimane: per uno spettacolo comunque degno, una platea con troppi vuoti. Clima moscio a Madonna di Campiglio, clima moscio sul Mortirolo, clima moscio (un mezzo mortorio) su Colle delle Finestre e Sestriere. In generale, calore di popolo solo in Veneto, in Emilia, in Toscana. Un poco al Sud, nel poco Sud che c’era.

Ma senza star qui a pesare il pubblico con il bilancino del farmacista, si può davvero parlare di primi segnali d’allarme. Troppi vuoti in platea. Ciascuno è poi libero di stabilirne le cause. Certo non si possono incolpare i corridori al via, stavolta: loro hanno davvero dato tutto, correndo come folli per tre settimane, spesso vessati persino dalla famosa congiura dei cretini, sparsi qua e là.

Una cosa è sicura: non esiste trama che possa sopperire all’assenza di grandi interpreti. In nessun settore dello spettacolo. Se guardiamo al Giro di quest’anno, vengono i brividi alla sola idea che anche Contador, come tutti i big, decidesse in autunno di concentrarsi sul Tour. Doppia la riconoscenza e l’ammirazione, allora, per lo spagnolo. Ma tanto gelo di fronte alle prospettive della nostra corsa più amata. Molte cose vanno migliorate, ma la prima dev’essere questa, non ci piove: bisogna richiamare in qualunque modo i migliori. Non tutti, ma tanti migliori. In montagna, ma anche allo sprint. Servono i soldi per convincerli, lo sappiamo. Ma è solo con l’investimento che arriva il profitto. In caso contrario, bisogna rassegnarsi al declino.

Per tutto questo, grazie al Giro 2015 e auguri al Giro 2016. Tanti auguri, perché di tanti auguri ha bisogno. C’è tutto un anno per inventarsi qualcosa. Non va sprecato. Ragazzi, non possiamo ritrovarci qui fra qualche tempo a raccontare il favoloso Giro del cortile.

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COMMENTI
Caro Gatti
31 maggio 2015 20:33 SantGiac
...ma che monotonia!!!!! E BASTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
L'avemo capito che nun te piace il Giro, peccato che abbia avuto un grande successo mondiale quest'anno

concordo
31 maggio 2015 20:46 lupin3
tutto giustissimo. Ma purtroppo temo che potrebbero anche essere al via Nibali, Quintana, Contador e Froome che le folle in salita fino agli anni 90 (ma anche nel 2003/2004) non ci saranno più. Si percepisce a pelle il disamore per questo sport in italia. Il Giro di quest'anno è stato bellissimo, ma anche così c'è sempre meno gente disposta a trasferte impegnative o semplicemente a scendere in strada sotto casa (velo pietoso su milano). Si sa, siamo fenomeni a disprezzare ciò che di più bello abbiamo.

dimenticavo
31 maggio 2015 20:48 lupin3
il tour of Yorkshire e il dubai tour dimostrano nei due sensi che la gente sulle strade non dipende dal parco partenti

al Giro serve una scossa
31 maggio 2015 21:31 lattughina
mi trovo totalmente daccordo, osservazione cristallina ed ineccepibile.

E mettiamoci anche "Il dopo scandali"
31 maggio 2015 22:09 gianni
Sempre molto interessanti le osservazioni di Critiano Gatti, ma alle tante cause "di una platea con troppi vuoti", aggiungerei quella conseguente agli scandali doping, che certamente non hanno avvicinato il pubblico. Tutt'altro. E' stato un danno, le cui ombre non si sono del tutto dissolte. L'impegno di tutto il movimento per recuperare dignità è ancora troppo flebile. Infatti, escluso "lo zoccolo duro", in tanti continuano ad associare la farmacologia proibita al ciclismo.
saluti cordiali
Gianni Cometti Cureggio (Novara).

purtroppo non c'è nulla da fare
1 giugno 2015 00:12 pickett
Soprattutto sul Mortirolo,di gente ce n'era pochissima,nonostante Pancani e Martinello,spudoratamente, raccontassero il contrario.Riguardo al cast,non c'è assolutamente nulla da fare;lo sbaglio gravissimo commesso agli inizi degli anni 90,quando venne rifiutato lo spostamento a settembre,é irrimediabile.Gli spagnoli non sono fessi,e la Vuelta,dal mese di settembre,non la schioderà + nessuno.Ringraziamo Cannavò& C.Se poi i pochi campioni che vengono in Italia(Porte)vengono insolentiti e derubati...Vedremo il prossimo quale formazione porterà al Giro la Sky.

x SantGiac
1 giugno 2015 22:19 mdesanctis
ma l'hai letto l'articolo o vai solo di pregiudizi? Ti sta antipatico Gatti?! Non leggerlo, perché corri il rischio, come questa volta, di leggerlo e non capirlo.
100% d'accordo con Gatti. Investiamo sugli interpreti e le strade torneranno a riempirsi. Chi non mastica ciclismo tutti i giorni ha bisogno di facce conosciute per sentirsi coinvolto e conosce si e no 5 corridori. Se di questi ce n'è solo uno al Giro...
mdesanctis

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