IMOLA. Il Panathlon e l'impresa di Adorni. GALLERY
GIRO D'ITALIA | 21/05/2015 | 07:24 Serata di ciclismo, grande ciclismo, a Imola, alla vigilia della tappa, proprio in cima ai Tre Monti, al ristorante Antico Tremonti. E’ un salto indietro nel tempo, al 1° settembre 1968, la giornata mondiale tronfale di Vittorio Adorni, il sigillo, il marchio di qualità di una grande carriera. Si può così sintetizzare lo svolgimento e lo spirito del raduno conviviale dell’attivo Panathlon di Imola, costituito nel 2002, con la spinta – spinta lecita, non spinta ciclistica – di Vittorio Adorni, anzi del dottor Vittorio Adorni, alla sua prima uscita pubblica dopo la laurea honoris causa, meritata, in scienze motorie. Fra i molteplici ruoli ricoperti in vari periodi della sua vita bisogna ricordare che Vittorio Adorni è stato per otto anni presidente del Panathlon Internazionale. Graziano Bassi, presidente del Panathlon di Imola, ha introdotto i due protagonisti della serata. Dapprima Giovanni “Nino” Ceroni, 88 primavere splendidamente superate, nome “storico” (aggettivo motivato e supportato da un impegno costante) delle due ruote e Vittorio Adorni. E’ stato un florilegio di ricordi infiocchettati da piacevoli aneddoti proposti al folto uditorio su quella straordinaria esperienza. Fra questi l’imprevista sosta dell’ammiraglia azzura perchè rimasta priva di benzina.... Fra gli intervenuti Iriano Campagnoli, apprezzato “masseur” – come all’epoca si definivano i massaggiatori – con il figlio, l’avvocato Edore, l’assessore allo sport di Imola Davide Tronconi, il direttore dell’autodromo imolese Pietro Benvenuti, la famiglia di Nino Ceroni con la figlia Rossella, il genero Davide e la nipote Francesca, C’era anche Mino Farolfi, e non poteva essere altrimenti, figlio del noto motociclista Rai Guerrino, amico di una vita di Nino Ceroni. Così come Serafino Cavara, Piero Pieroni e i più giovani Stefano Ronchi e i trentini Renzo Forcinella e Mosna, padre e figlio.
Sono stati ricordati i nomi e le figure di altri nomi di prima importanza nel ciclismo come quelli di Dante Ronchi, Ermanno Mioli, Luigi Chierici, Rino Negri, Gino Sala e altri, molti altri, che intrattenevano costante amicizia con Nino Ceroni aldilà del rapporto giornalistico professionale. Personaggi di un ciclismo che si nutre del ricordo della Coppa Placci, una prova assurta anche nel “gotha” della coppa del mondo quando alla testa della gloriosa U.S. Imolese c’era Nino Ceroni e molti altri suoi validi collaboratori. Non solo Placci perà in quanto Ceroni, quale direttore di corsa e organizzazione, è stata una sorta d’apprezzata nave scuola, e che scuola, in molte corse in Italia alle quali non faceva mai mancare il contributo della sua esperienza, passione e classe, sì classe, con tratto gentile e competente, in qualunque tipo di manifestazione. Giuseppe Figini
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