GIRO D'ITALIA | 09/05/2015 | 07:56 Si parte! E, visto la partenza da Sanremo, si potrebbe dire che la pallina inizia a girare nella roulette rosa. Su quale numero si fermerà a Milano? Ci sono tre settimane, forse anche meno, d’attesa. Tre settimane comunque di spettacolo e d’interesse per gli appassionati di ciclismo che seguono la nostra massima corsa a tappe che, comunque e come sempre, non è solo un evento sportivo e tecnico, ma è un momento che coincide e s’intreccia, da oltre un secolo, con il nostro costume, senza scomodare la storia, almeno quella con la S maiuscola. Il nome di Sanremo appartiene sicuramente alla ristretta serie dei “nomi sacri” del culto delle due ruote con la “classicissima” per antonomasia, la Milano-Sanremo, che pone qui il traguardo dal 1907, inanellando, anno dopo anno, storie - talvolta trasformate in leggende - di grande, unico, spessore. Intanto vediamo la prima novità – novità a livello mondiale – di una corsa ciclistica che si svolge, pressoché per intero, su una pista ciclabile, denominata “Cycling Riviera” o, in italiano “ciclabile Riviera dei Fiori”, inaugurata nel 2008. E’ un’ambientazione di meravigliosa visione spettacolare, sospesa fra mare e cielo, con la pista ricavata sulla vecchia sede ferroviaria che, con una delibera comunale emanata a Sanremo nel 1973 quando era sindaco Piero Parise che con Mimmo Filippi, suo socio nella società di trasporti OTAT, sono nomi noti per avere operato per vari decenni nella logistica e in altre attività del Giro d’Italia, è stata poi spostata più a monte. La carreggiata, come si rileva anche dalle note del programma ufficiale, è “mediamente ristretta con alcune gallerie illuminate con due svolte accentuate a metà percorso”. Un palcoscenico per una recita che, nella formulazione tecnica comunemente attribuita all’esercizio della cronosquadre connotato dalla possibilità di sviluppare la massima velocità, ha fatto aggrottare le sopracciglia a “puristi” delle due ruote nel timore che tale palcoscenico limiti la possibilità di spingere sempre a tutta. Un’altra corrente di pensiero la vede invece come probante banco di prova di capacità di guida e controllo del mezzo armonizzato nell’esercizio collettivo. Opinioni a confronto ma, quello che è certo, visibile di persona e - soprattutto in mondovisione -, è lo straordinario paesaggio per quasi tutti i 17,600 chilometri della tappa fra la partenza da San Lorenzo al Mare e Sanremo dove, sul lungomare Italo Calvino, il medesimo traguardo di varie Milano-Sanremo fino a quella del 2014, la prova si conclude, proprio dove esisteva la vecchia stazione ferroviaria, ora riattata e convertita. Il profilo è piatto, senza ondulazioni. Già nel 1987 il Giro d’Italia è partito da Sanremo con una cronometro individuale, un prologo, di km. 4 vinto da Roberto Visentini su Bauer e Lang e, all’indomani, due semitappe. La prima, da Sanremo a San Romolo di 31 km., ricalcando una precedente tappa del 1968 con la medesima denominazione vinta da Italo Zilioli, con il successo dell’olandese Erik Breukink che indossò anche la maglia rosa. Sempre lo stesso giorno fu disputata l’inedita “cronodiscesa” da Poggio di Sanremo a Sanremo di 8 km. S’impose Stephen Roche (che avrebbe poi vinto il Giro) con 3” su Piasecki e 6” su Breukink. La tappa era temuta e, in un certo qual modo avversata data la sua natura, dai corridori ma prevalse la ricerca della novità che aveva avuto Fiorenzo Magni, ascoltatissimo consigliere di Vincenzo Torriani, quale grande suggeritore e assertore convinto (e non poteva essere altrimenti….) dell’iniziativa che non ha comunque avuto più nessun seguito. Musica, fiori, mare, gioco, bellezze architettoniche e naturali, a profusione, sono il patrimonio di Sanremo, nome d’eccellenza assoluta del ciclismo mondiale che tiene a battesimo, con la Liguria, il Giro d’Italia numero 98.
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