TURCHIA. Rebellin: «Che bello sarebbe tornare al Giro...». AUDIO

PROFESSIONISTI | 28/04/2015 | 16:06

Queste le dichiarazioni del dopo tappa di Davide Rebellin, nuovo leader del Giro di Turchia.


Quanto sei felice? «Sono soddisfatto, gli anni passano ma le emozioni restano sempre le stesse. Ho la motivazione di quando ero ragazzo, forse addirittura ho più voglia di dimostrare quanto valgo, di allora. Provo sempre a dare il meglio di me, soprattutto in arrivi adatti alle mie caratteristiche. 20 anni fa vincevo la prima tappa al giro, oggi ho la fame di allora». 


Chi te lo fa fare a quasi 44 anni di fare ancora tutta questa fatica? «Penso parlino i risultati e le soddisfazioni personali che riesco ancora a togliermi. Sono la dimostrazione che anche a più di 40 anni facendo la vita d’atleta e avendo la motivazione e la determinazione giusta si può vincere. Sta tutto nella testa, nel cuore e nelle gambe. Ho una condizione superiore dell’anno scorso, quando su questa salita finii 5°. Sono venuto in Turchia convinto di poter salire sul podio. Mi sono aggiudicato la tappa più dura, ma può succedere ancora di tutto. Dovrò stare attento ogni giorno, ma sono fiducioso perché ho un’ottima squadra». 

Con questa condizione, meriteresti di essere selezionato per il Giro. Ho chiesto a Missaglia se sei tra i selezionati per la corsa rosa e mi ha detto che la formazione non è ancora decisa. «In realtà non penso ci siano molte possibilità che mi rivedrete al Giro. Si tratta di una scelta della squadra presa tempo fa. Parliamo di una corsa di tre settimane, molto impegnativa. La mia condizione è buona, penso potrei fare risultato in alcune tappe ma con il team abbiamo stilato programmi diversi all’inizio dell’anno, che purtroppo non penso cambieranno». 

Cosa significherebbe per te tornare alla corsa rosa?  «Beh, sarebbe una grande emozione. Il Giro regala una vetrina unica. Sarebbe bello esserci, tra i miei tifosi, per regalare a loro e a me delle belle soddisfazioni». 

da Elmali, Giulia De Maio


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COMMENTI
Dirigenti CCC Polsat....ridicoli
28 aprile 2015 20:00 runner
E' chiaro come il sole che Missaglia ed i dirigenti CCC Polsat si sono piegati ai diktat esterni dei "soliti" manovratori del ciclismo che da anni perseguitano Rebellin.
Figuriamoci se in un mondo normale una squadra deciderebbe di non schierare al via al Giro d'Italia il loro numero 1, in forma smagliante.
Sarebbe come se, ad esempio, al Real Madrid alla finale di Champions non schierassero Cristiano Ronaldo perché non è nei loro piani...

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