INPA SOTTOLI-BIANCHI-GIUSFREDI. La nuova avventura della Ratto
DONNE | 17/12/2014 | 08:00 Il parto è stato difficile ma dopo alcuni inattesi contrattempi è stato finalmente ufficializzato il varo del team Elite femminile della Inpa Sottoli-Bianchi-Giusfredi. Nel ruolo di responsabile dei rapporti con i mass-media e di consulente tecnica figura Edita Pucinskaite Rossi, l'ex-campionessa lituana che vive a Monsummano Terme con il marito Roberto Rossi e con i due figlioletti Tomas e Lukas. Tuttora informa smagliante nonostante la recente gravidanza, proprio Edita Pucinskaite ci racconta con entusiasmo la sua nuova avventura, dopo una carriera ciclistica resa unica da oltre 100 vittorie tra le quali figurano il Tour de France, il Giro d'Italia e il Campionato del Mondo.
Considerando la tua esperienza e le tue qualifiche non è che lo staff del team Inpa ti chiederà di rivestire contemporaneamente i ruoli di tecnico, team manager e addetto stampa? «No, non scherziamo. Ci sono delle persone valide che sanno svolgere al meglio il loro lavoro. Io sarò soprattutto la responsabile delle comunicazioni, anche interne poiché avrò il compito di trasmettere la mia esperienza a queste atlete che forse hanno nell'essere troppo giovani il loro unico handicap. Comunque sono ottimista, vedo in questo gruppo tanta qualità».
La sede della squadra sarà a Vangile di Massa e Cozzile, dove è stato predisposto un edificio come quartier generale: sei soddisfatta di questa scelta? «Sì, da lì a Monsummano ci sono appena una decina di chilometri e quindi potrò seguire costantemente e da vicino le nostre atlete, spero instaurando un ottimo rapporto umano».
Siete la terza squadra toscana tra le Elite, dopo GS Michela Fanini e Vaiano: su quali atlete punterete maggiormente? «Rossella Ratto, nonostante abbia appena 21 anni è già una realtà del ciclismo italiano per le classiche in linea ed è un punto fermo della squadra azzurra affidata a Salvoldi. Tra le altre mi attendo ottime cose da Anna Stricker, un'ambiziosa altoatesina che è completa e adatta alle gare di un giorno, da Claudia Cretti e da Anna Trevisi in recupero dopo i problemi fisici di quest'anno. Per le gare a tappe punteremo sulla 25enne ucraina Tatiana Riabchenko, 12a al Giro 2014».
Gli sponsor credono nel vostro progetto? Spesso vincere con atlete giovani non è affatto facile... «Godiamo della completa fiducia da parte degli sponsor e il fatto che la Bianchi ci abbia concesso le sue bici, incluse quelle eccezionali per le cronometro, conferma quello che sto dicendo. Devo poi ringraziare Mauro Cei della Macolive, senza il quale questo progetto non sarebbe nato. Cercheremo di ricompensarlo con delle belle soddisfazioni».
Quali sono i prossimi impegni? «A fine gennaio effettueremo un ritiro “pedalato” ancora qui in Toscana, al quale seguirà la presentazione ufficiale, mentre il debutto su strada avverrà per Ratto e Stricker con la nazionale italiana a gennaio, nel Tour de San Luis a tappe in Argentina. A febbraio Ratto e Cretti correranno il Giro del Qatar sempre con la nazionale. La nostra squadra ufficiale con le nuove maglie debutterà invece in Belgio a fine febbraio, prima di prendere il via nella Strade Bianche a Siena».
ROSSELLA RATTO accetta di buon grado il ruolo di leader, dopo le due belle vittorie ottenute nel 2014 al Giro dell'Emilia e nella 2a tappa del Giro della Gran Bretagna. Il nuovo ruolo di leader ti procura qualche preoccupazione? «E perché dovrebbe? Torno in Toscana, in luoghi che ormai conosco bene e con un gruppo di persone che sono come una famiglia, in un team ottimamente attrezzato. Sono serena, fiduciosa e consapevole che questa può essere per me un'annata decisiva, quella della consacrazione».
Dopo il successo nel Giro dell'Emilia hai dichiarato che è stato il folto pubblico a darti la spinta decisiva... «Sì, sono fatta così. Quando sento attorno a me il pubblico delle grandi occasioni mi gaso e do il massimo, anche al mondiale di Firenze è stato così».
Il ciclismo italiano è un po' maschilista? «In passato è stato così, ora mi sembra che le cose stiano cambiando ma non è un problema solo del ciclismo».
Quali sono le tue gare preferite? «Per ora quelle in linea, specialmente i campionati dove è in palio una maglia anche se in passato ai mondiali ammetto di avere commesso qualche errore forse dovuto alla mia inesperienza».
Che tipo di capitano sarai nel 2015, userai il bastone o la carota? «Non sono un tipo spietato, c'è molta empatia tra me e le mie compagne. Se le vedrò soffrire durante una tirata, le elogerò anche se alla fine non avremo raggiunto l'obiettivo prefissato».
Che obiettivi ti poni per il 2015? «Vorrei partire forte e puntare alle gare di Coppa del Mondo, poi per il mondiale di Richmond vedremo. C'è un tratto di pavè in salita, sarà come una classica e non mancheranno forature, cadute o altri imprevisti. Non voglio focalizzarmi su questa corsa che potrebbe essere come una lotteria».
Ma come valuti le tue caratteristiche tecniche e fisiche? «Da Junior andavo bene a cronometro, poi mi sono specializzata nelle gare in linea. Posso migliorare parecchio anche nelle corse a tappe, per ora vado bene sulle salite fino a 5/6 chilometri ma devo perdere qualche chilo, datemi tempo, sto crescendo...».
Anche Nibali andava bene nelle crono da Junior... «Speriamo di fare la sua carriera, anche se io stravedo per Contador, è lui il mio campione preferito».
Avversarie 2015? «Marianne Vos, Van der Breggen, Van Vleuten, Johansson, Abbott, la giovane polacca Niewiadoma, le nostre Cecchini, Bronzini ed Elisa Longo Borghini».
Quali doti vorresti rubare alle tue avversarie? «L'abilità, la forza nelle crono e come passista della Van der Breggen e la cattiveria sui pedali di Marianne Vos: se non sei arrabbiata sui pedali fai poca carriera...».
Cosa significa avere nello staff della tua squadra la mamma e un fratello? «Mio fratello Enrico si tirerà da parte quando Edita inizierà a svolgere il suo lavoro, mentre mia madre mi è sempre stata al fianco fin dalle prime pedalate e la sua presenza resta tuttora importante. Grande soddisfazione e tanto ottimismo anche per Marco Luchi, presidente del nuovo team e noto perpetuo del GS Vangile di Massa e Cozzile».
LUCHI: Se questa squadra ha visto la luce dopo varie peripezie lo si deve al quel grande sportivo di Mauro Cei. E' lui il titolare dell'industria Macolive, presidente onorario del nostro club e sanguigno appassionato di ciclismo che, nonostante un grave incidente subìto mentre si allenava in bici, ha voluto mantenere l'impegno preso soprattutto perché è da sempre un grande tifoso di Rossella Ratto.
Anche a Vangile la Ratto ha tanti tifosi.. «In paese è stata approntata una casa molto grande dove le nostre atlete potranno alloggiare e usufruire dell'assistenza tecnica. Nessuno dimentica il periodo che Rossella ha vissuto tra noi e le grandi vittorie che ha conquistato. Un piccolo Comune di 6000 abitanti proiettato ai vertici del ciclismo europeo grazie a lei. Questa ragazza bergamasca ci ha fatto sognare. La squadra che abbiamo costruito è molto giovane ma può darci delle belle soddisfazioni e Rossella ha contribuito alla sua costruzione scegliendo atlete di fiducia. Durante il ritiro di Montecatini ho visto un gruppo molto unito, delle vere amiche oltre che delle compagne di squadra e questo è di buon auspicio per il futuro. L'entusiasmo non manca né a noi né a loro e ci attendono due anni da vivere intensamente. Chiacchierata finale con Monica Lo Verso, madre di Rossella Ratto, team manager del neonato GS Inpa-Bianchi-Giusfredi e vera artefice dell'avvento della Bianchi come sponsor tecnico. Cos'è che vi lega tanto alla Toscana? «Qua abbiamo tantissimi amici, che possiedono dei caratteri molto simili al mio ed a quello di Rossella, perciò ci sentiamo perfettamente a nostro agio».
Dopo due anni torna a seguire da vicino suo figlia: è contenta?
«Ovviamente sì. Diesse sarà il bravissimo Pietro Cesari, ma anch'io potrò dargli una mano essendo abilitata. Grazie al supporto della Bianchi non saremo inferiori a nessun team almeno sotto il profilo tecnico».
Rossella è pronta per fare la leader della squadra? «Ritengo di sì, per me può rivestire con autorità questo ruolo. Per ora dovrà puntare alle corse in linea, ma in futuro la vedo bene anche nelle gare a tappe, ha un buon recupero e sta maturando anche fisicamente. Si è ben comportata al Tour de l'Ardeche e al Giro d'Italia di quest'anno».
Come vede il futuro del ciclismo femminile? «Mi sembra che le cose stiano migliorando e il pubblico ci sta dando ragione. In Inghilterra c'erano addirittura i body guard a proteggere le atlete dopo ogni arrivo. Ho finalmente notato svariate gare con parecchio pubblico, in Italia e all'estero».
Il ciclismo è uno sport maschilista? «Lo è stato sicuramente in passato. Ora va meglio, c'è più rispetto per la fatica in bici al femminile».
Gli obiettivi 2015 delle vostre atlete? «Vincere una gara di Coppa del Mondo, piazzarsi spesso e farsi vedere al Giro d'Italia, almeno per rispetto degli sponsor».
I QUADRI DEL GS INPA SOTTOLI-BIANCHI-GIUSFREDI 2015 11 atlete: Rossella Ratto (21 anni), Anna Trevisi (22 anni), Anna Zita Maria Stricker (20 anni), Valentina Bastianelli (27 anni), Alice Maria Arzuffi (20 anni), Tatiana Riabchenko (Ucraina)(25 anni), Ana Gonzales Santisteban (Spagna) (24 anni), Daiva Tuslaite (Lituania) (28 anni), Liisi Rist (Estonia)(23 anni), Claudia Cretti (18 anni), Angela Maffeis (18 anni)
STAFF DIRIGENZIALE Presidente: Marco Luchi Presidente onorario: Mauro Cei Vicepresidente: Francesco Bernardini Team manager: Monica Lo Verso DS: Pietro Cesari Responsabile comunicazioni: Edita Pucinskaite Rossi Medico sociale: Ezio Giunti Web master: Enrico Peruffo Meccanici: Fernando Pellegrini, Roberto Ratto
Si nota ormai che ci fa parte tutta la famiglia, maaa in ogni caso complimenti, non è facile oggi giorno costruire un nuovo Team ,se son rose fioriranno, inoltre al ciclismo femminile servono queste nuove iniziative, speriamo non sia un fuoco di paglia come la precedente.
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