LUTTO | 22/10/2014 | 14:36 Ci ha lasciato Giovanni Michelotti: un malore improvviso all'ora di pranzo mentre parlava con un amico, la corsa verso l'ospedale e purtroppo il decesso appena arrivato al Pronto Soccorso. Aveva festeggiato i 90 anni il 25 giugno e in quella occasione il nostro Giuseppe Figini ne aveva dipinto un bel ritratto che ci sembra giusto riproporre per rendere omaggio ad un personaggio che ha fatto tanto per il ciclismo e per il Giro d'Italia. Le esequie saranno celebrate venerdì alle 16.30 nella Cheisa di Chiesanuova, Repubblica di San Marino. Alla famiglia Michelotti l'abbraccio della redazione di tuttoBICI e tuttobiciweb e di tutti gli amici del ciclismo.
E’ un traguardo di grande e rilevantissima importanza quello che supera Giovanni Michelotti
della Repubblica di San Marino: novant’anni! E, soprattutto,
novant’anni in splendida forma. E’ da qualche decennio, diciamo
venticinque anni circa, che Giovanni Michelotti è ritornato nella sua
terra, nella repubblica del Titano dopo oltre trent’anni di lavoro nel
ciclismo di vertice dove ha ricoperto incarichi e ruoli di primissimo
rilievo. Un breve accenno alla carriera ciclistica parte già dagli anni
’50 quando Giovanni Michelotti, dopo una prima esperienza lavorativa
negli Stati Uniti, incontra Vincenzo Torriani, storico patron del Giro
d’Italia e delle altre corse della Gazzetta dello Sport, per
l’organizzazione di una tappa a San Marino e da qui scatta la molla per
una collaborazione continuativa di Michelotti con quella che, allora
era, La Gazzetta dello Sport-Organizzazioni. Al vertice era Vincenzo
Torriani, mentre l’uomo di macchina, in ufficio, era lo schivo Carlo
Sironi con la preziosa collaborazione di Irene “Isa” Vieceli
(oltre quarant’anni di peculiare, nascosta e discreta, efficienza e
intelligenza nello scacchiere delle Organizzazioni), erano con un altro
nome “storico”, il cartografo Cesare Sangalli, il nucleo
costitutivo e operativo delle molteplici attività, in vari settori dello
sport, della Gazzetta dello Sport-Organizzazioni.
All’inizio Giovanni Michelotti, sovente assieme all’amico Mimmo Filippi
di Sanremo, strettissimo collaboratore per vari decenni in posizioni di
responsabilità, forte pure della sua esperienza lavorativa in stile
U.S.A., s’occupava soprattutto di problemi organizzativi, logistici,
pubblicitari sul campo. Ben presto però, dopo il necessario periodo di
rodaggio specialistico, la sua presenza si è sempre più affermata nel
settore sportivo-organizzativo quale vice-direttore di corsa di
specifica personalità, una sorta di “sceriffo” in corsa, con la sua
vettura guidata dal fido Isidoro Rimoldi, uomo di poche parole ma
con straordinaria capacità di guida e dedizione, un binomio
inscindibile. Per una migliore comprensione dei fatti è bene ricordare
che, all’epoca, e questo fino alla metà degli anni ’80, la direzione
corsa sovraintendeva anche al movimento e alle decisioni sportive in
corsa mentre alla giuria era demandato il solo compito di controllo
regolamentare e disciplinare.
Michelotti, carattere forte,
talvolta fumantino, da romagnolo, diretto, divenne sempre più, anche
dopo la prematura scomparsa di Carlo Sironi nel 1967, snodo di primaria
importanza dell’assetto de La Gazzetta dello Sport-Organizzazioni.
Torriani-Michelotti un tandem che per diverso tempo si è integrato
perfettamente. All’inizio degli anni ’80, anche per varie vicende
aziendali, Giovanni Michelotti accetta la proposta dei vertici della
Federazione Ciclistica Italiana per dirigere il neonato P.R.O.F. –
Pubbliche Relazioni Organizzazioni Federali – che doveva organizzare e
coordinare le attività e gli eventi che facevano capo alla F.C.I. Fra
questi il Giro d’Italia dilettanti, la Sei Giorni di Milano, che in
quel periodo conobbe un successo sempre crescente, e varie corse (Giro
del Friuli, Trofeo dell’Etna, G.P. di Laigueglia e altre) che
richiedevano apporti organizzativi professionali. Con Michelotti
collaboravano, in modo diretto, soprattutto Nino Recalcati, Antonella Orazi
e varie altre persone che gravitavano nell’orbita federale. Il crollo
della copertura per l’accumularsi della neve sulla copertura del Palazzo dello Sport, era il gennaio del 1985, fra le altre conseguenze negative, segnò anche il ridimensionamento dell’attività del P.R.O.F.
Giovanni
Michelotti è stato anche il direttore generale dei Campionati del Mondo
in Veneto, nel 1985. Ci fu ancora la collaborazione amichevole con
qualche organizzazione poi il ritorno, definitivo, nella sua terra, la
Repubblica di San Marino e la nuova passione sportiva, il golf,
praticato con assiduità ancora ora, unitamente ad altri interessi di
varia natura.
Ciclisticamente parlando è una figura di specifico
spessore quella di Giovanni Michelotti. Una presenza decisa, forte,
senza molte mediazioni, vera e competente che ha favorito diverse
innovazioni. Un “duro” sì ma capace e sensibile. Un suo fuggevole e
ruvido “grazie” era comunque la testimonianza e l’incentivo per i
collaboratori. Un episodio può essere rivelatore del suo essere. Giro
d’Italia 1976, termine tappa Vigo di Fassa-Terme di Comano. Eddy Merckx cerca Michelotti e, testualmente gli dice: “La ringrazio signor Michelotti. Quando si è davanti tutti ti sono attorno, ma quando sei dietro nessuno ti considera”.
Era la tappa che proponeva per la prima volta il Passo del Manghen,
allora sterrato, e Merckx non era in prima linea e soffriva. Michelotti
stette al suo fianco per tutta la salita. E non per controllarlo.
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