LA TAPPA. Il verdetto del Grappa

GIRO D'ITALIA | 30/05/2014 | 07:21
Com’era anche in qualche modo prevedibile, e sulla scorta di quanto di simile è sovente accaduto nel passato, non c’è stata battaglia all’ultimo respiro fra i big nella frazione di ieri, anche se il terreno, soprattutto la salita finale verso il Rifugio Panarotta, poteva prestarsi benissimo all’eventualità. Pure ieri la fuga partita da lontano stava bene al gruppo dei migliori e così l’impegno lodevole dei fuggitivi, anche con nomi di rilievo, è stato premiato. La Colombia alla ribalta con Julian Arredondo della Trek di Luca Guercilena e Adriano Baffi, primo con merito a Panarotta che rafforza pure la sua posizione di “re della montagna”, seguito dal connazionale Duarte della Colombia Coldeportes di Claudio Corti. In attesa di tempi migliori possiamo comunque consolarci un po’ con i tecnici di casa nostra. A pagare dazio nella classifica è stato Evans mentre Aru, con lo scatto nel finale, ha guadagnato qualche apprezzabile e utile secondo per la sua posizione nella generale dove, alle spalle della maglia rosa Quintana, c’è un certo assembramento di pretendenti al podio in pochissimo spazio.
Oggi sarà l’incontrovertibile responso del cronometro il giudice freddo e severo che firmerà l’ordine d’arrivo di questa 19^ tappa. E, con tutta probabilità, la classifica di questa sera, al termine della cronometro, fotograferà una situazione con graduatoria e distacchi più delineati e netti.
La bella città vicentina di Bassano del Grappa, molto legata al ciclismo  con il Veloce Club Bassano nato nel 1892, al Giro che qui ha fatta tappa più volte, al suo stadio-velodromo Rino Mercante dove nel 1985 si sono disputati i mondiali, con il suo notissimo Ponte degli Alpini o Ponte Vecchio sul Brenta, le sue ville e i suoi monumenti, la sua grappa, la produzione agricola del circondario, l’industria orafa  e il garbo dei bassanesi, ospita nel cuore del centro storico la partenza.
E’ una cronoscalata che si compone di un tratto introduttivo in pianura di circa 7 chilometri e il resto salita, impegnativa, fino al compimento della distanza prevista totale che è di km. 26,800. Lasciamo parlare il “Garibaldi”, la guida tecnica del Giro: “….il secondo tratto di km. 18 circa è sempre in salita con pendenze costanti attorno al 9-10% salvo un breve tratto in falsopiano. Il primo troncone presenta una serie di tornanti a intervalli regolari prima di un breve pianoro dopo il quale riprende l’ascesa dove, in alcuni punti, si toccano pendenze del 14%”. Questa la descrizione del precisissimo Stefano Di Santo, il cartografo, ma anche appassionato cicloturista, della corsa rosa che ha raccolto col computer l’eredità del pennino di “C.San”, la sigla del glorioso novantenne predecessore, Cesare Sangalli. Proponiamo la sintesi  di SDS  (Stefano Di Santo) in cifre: quota arrivo m. 1712, lunghezza salita km. 19,200 con un dislivello di m. 1538 e pendenza media 8%, la massima 14%.
Il tracciato prevede il passaggio per il territorio comunale di Romano d’Ezzelino prima d’interessare la provincia di Treviso per le località di Semonzetto, Campo Croce, Possagno, dove è nato il grande scultore Antonio Canova. E’ nel territorio comunale di Crespano del Grappa che sorge il grande Sacrario Militare, completato nel 1935, dove sono deposti i resti di oltre 22.000 militari caduti nel primo conflitto mondiale, sia italiani, sia austriaci. E’ il monte sacro alla patria, estremo baluardo di difesa nel 1917 dopo la rotta di Caporetto.
Quattrocento metri oltre è posto l’arrivo della tappa. Oggi il massiccio del Grappa, percorso da molte strade d’accesso dai diversi versanti, offre, oltre alla straordinaria vista, molteplici motivi d’interesse ambientali, naturalistici, di pratica sportiva e pure gastronomica.
Qui, nel 1968, cinquantenario della vittoria nella grande guerra, la vittoria nella 10^ tappa da Trento al Monte Grappa arrise a un semplice gregario, il parmense Emilio Casalini che prevalse per 46” sul suo capitano nella Faema, Eddy Merckx. In maglia rosa era Michele Dancelli. Casalini, diventato poi orafo di vaglia, fu subito ribattezzato “il fante del Grappa” e non si offenderà certamente il giovanilissimo fante che ha salutato il Giro anche alla partenza da Collecchio se a succedergli sarà un ufficiale, un alto ufficiale. I suoi amici Adorni, Armani, Gualazzini e il gruppo dei parmigiani ciclisti sono pronti a canzonarlo amichevolmente. Il suo nome lo scopriremo oggi.

Giuseppe Figini
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