Ancora due settimane di
Giro. Il bello o il tutto deve ancora venire e accadere. Questi primi
1.553 chilometri sono serviti solo a fiaccare le più baldanzose velleità
di alcuni dell’allegra brigata rosa salpata il 9 maggio scorso dal
porto di Belfast. Daniel Martin e Joaquin Rodriguez – vittime di brutte
cadute – sono stati già costretti a fare le valige. Michele Scarponi non
le ha fatte, ma è rimasto in corsa con i segni evidenti della
battaglia. Domani si riprende con una presumibile volata a Salsomaggiore
Terme. Giovedì la crono spartiacque che segnerà in maniera indelebile
questa corsa: da Barbaresco a Barolo. Qui si misureranno le velleità di
tutti. Qui si capirà molto più chiaramente chi può ambire a vincere il
Giro d’Italia e chi no. In mezzo, quelli che saranno invece battuti e di
conseguenza dovranno inventarsi qualcosa pur di non portare in carrozza
i presumibili favoriti. Se vorranno cambiare il corso delle cose
dovranno andare all’attacco: giovedì inizierà a tutti gli effetti il
vero Giro d’Italia, quello con le montagne. Quello dei minuti. Quello
degli scatti e delle progressioni, ma anche delle cotte che ti tagliano
le gambe e ti lasciano senza fiato. Con tutto il rispetto possibile per
coloro che fino adesso ci ha messo l’anima, lo sappiano: fin qui abbiamo
scherzato.
Cadel EVANS. 9. È sempre stato fin da ragazzino
un tipo calmo e allo stesso tempo tenace. Tosto come pochi, arrendevole
come nessuno. Ha una squadra forte, molto forte. Lui trasmette sicurezza
e serenità. Quando vince sembra che abbia fatto la cosa più naturale
del mondo, quando perde non la mette giù dura rispettando sempre chi
l’ha battuto. Evans è un simbolo di sportività, alla faccia di chi lo
accusa di essere un traditore per i “fatti di Cassino”. Vecchio e bolso?
Intanto è là davanti a tutti, e dopo la crono di Barolo lo sarà ancora
di più. Poi per andarlo a riprendere, vedrete, non sarà una passeggiata
di salute.
Rigoberto URAN. 7.5. Lo considerano meno di Quintana,
ma lui un anno fa sul secondo gradino del podio ci è arrivato. Fino a
questo momento ha corso con un solo intento: perdere il meno possibile. È
secondo, a 57” dalla maglia rosa Evans. A cronometro è tutt’altro che
fermo e ha in ammiraglia uno come Davide Bramati, che sa motivare e
guidare i suoi ragazzi come pochi altri. La squadra è forte, lui è
tutt’altro che debole.
Nairo QUINTANA. 6.5. Lui e la sua Movistar
hanno pagato tantissimo la cronosquadre di Belfast. Per il momento si è
mosso poco lui e ha fatto muovere poco anche la squadra. Si muoveranno.
Anche se al momento la sensazione che si ha è che non sembrano animati
da tantissima fame.
Fabio ARU. 7. È venuto al Giro per imparare e
migliorare il suo 47° posto di un anno fa. La caduta di Cassino segna
l’Astana e Michele Scarponi, ora il sardo-bergamasco è stato promosso
sul campo capitano. È sesto in classifica generale a 1’30” dalla vetta.
Ma ora inizia la parte più probante e difficile. È curioso di scoprire
come andrà. Io mi sbilancio: sarà la nostra più bella sorpresa.
Diego
ULISSI. 8. Due vittorie di tappa, e anche quando non ha vinto era
sempre lì nelle posizioni di avanguardia. Ora è chiamato a testarsi in
una corsa di tre settimane cercando di difendere con i denti un
piazzamento onorevole nella top ten. Non diventi per Diego però un
ossessione. In attesa di scoprire se sia un corridore per le corse di un
giorno o da Grandi Giri, io brindo al Diego letale che quando lo porti
lì, a due passi dal traguardo, ti castiga con chirurgica freddezza.
Wilko
KELDERMAN. 7.5. È un classe ’91, al momento è 8°: tra i giovani è
quello meglio messo. La Belkin l’ha portato qui al Giro per svezzarlo.
Ne dicono tutti un gran bene. È il futuro dei Grandi Giri per l’Olanda
del pedale. Va forte in salita, ma se la cava come pochi anche a
cronometro. A Barolo potrebbe essere davvero la vera sorpresa.
Rafa
MAJKA. 7. Ha solo 24 anni il polacco maglia bianca dei giovani un anno
fa al Giro e 7° in classifica nella generale. Anche lui può disporre di
una buonissima squadra. Corridore poco appariscente, fin qui si è
nascosto: lo vedremo presto.
Robert KISERLOVSKI. 6.5. Il croato è
solido e a 27 anni ha l’età giusta per mettere in mostra il proprio
talento. Nella Trek di Luca Guercilena sta trovando la sua dimensione e
ha un gruppo che lo sostiene in tutto e per tutto. Con Arredondo e
compagni può davvero far saltare il tappo a questo Giro. Tra qualche
giorno sarà tutta un’altra Astoria. Pardon, storia.
Domenico
POZZOVIVO. 8. Fin qui è stato il miglior italiano. Il piccolo lucano
dell’Ag2R ha portato a casa la pelle nel migliore dei modi. Se saprà
ripetere la crono della Vuelta anche giovedì prossimo sulle strade del
Barolo, “Dom Dom” potrebbe avere la strada spianata verso il podio.
Ivan
SANTAROMITA. 4. Avrebbe voluto attaccare, invece gli attaccano un
virus. In Irlanda era in camera con Cameron Mayer, che a causa di un
virus e della febbre è poi costretto a ritirarsi. Da qualche giorno non
sta per niente bene neanche Santino, che non sa più a che Santo votarsi.
Almeno c’è una spiegazione: non era possibile che andasse così piano.
Non sarà Merckx ma Ivan è un ottimo corridore che aveva nel mirino la
maglia rosa e poi in due giorni ha visto tutto nero. Ora l’importante è
sconfiggere questo virus maligno e cercare di portare a casa una tappa.
Non sarà facile, ma Ivan ci proverà.
Dario CATALDO. 4. Era
partito con i galloni di capitano, poi alla prima verifica sul campo
salta per aria. A Sestola riprende coraggio e resta con i migliori. Da
buon “Picasso” (ama dipingere), sperava di dare qualche bella pennellata
sulla tavolozza rosa, invece il risultato è avvilente: uno
scarabocchio. Ora strappi il foglio, getti via tutto: ci basta un bello
schizzo.
Ivan BASSO. 6. Stiamo bassi, come Basso. Parla poco,
lavora molto. Soprattutto sta sempre lì, appiccicato ai migliori. Lo
danno per bollito e lui lascia dire con signorilità assoluta. Non è
abituato a convincere nessuno, soprattutto quando ad essere convinto è
lui. Vedrete. Saranno in molti a doversi ricredere.
Pierre
ROLLAND. 6.5. In verità si è giù mosso, a Montecopiolo, facendo vedere
in discesa e poi in salita di cosa è capace di fare. Il suo terreno deve
ancora arrivare. Lui è già qui.
Damiano CUNEGO. 4. Il suo inizio
di Giro non è stato dei migliori, ma conosciamo Damiano: alla fine è
tosto e qualcosa si inventerà. Intanto lo vediamo molto più sereno e
disponibile. Lavora per la squadra. È pronto a dare una mano ad Ulissi. È
già un buon approccio, per quello che verrà.
Enrico BATTAGLIN. 5. Si è visto poco, spero di vederlo. Come Diego Ulissi deve credere di più nel proprio talento.
Moreno MOSER. 4. Impalpabile.
Giacomo
NIZZOLO. 8. Due secondi posti, la voglia di vincere finalmente una
tappa al Giro. Ha tutto per poterci riuscire: gli manca solo un pizzico
di fortuna in più.
Daniele COLLI. 5. È il Mister Magoo del
ciclismo italiano. Bravo, educato, bello in bicicletta, bello giù di
sella, bello tutto tondo, perché si fa voler bene, ha la testa fra le
nuvole e se scopre di essere al Giro d’Italia forse un giorno potrebbe
anche farci vedere delle belle cose, perché le gambe e il talento ci
sono. A proposito: Chicchi si è ritirato, lui ora è per la Neri la ruota
veloce. Qualcuno lo avverta.
Elia VIVIANI. 5.5. Ha alternato
cose buone a cose meno buone. Ha classe, talento e temperamento per
imporre la propria legge. Spero già da domani.
Sinceramente, con Moreno Moser mi sembra di rivedere l'involuzione di Francesco Ginanni. Spero per lui che non sia così ...
Sono....
19 maggio 2014 18:08Fra74
d'accordo con il Dott. Stagi, in merito a detti VOTI, solo che è stato un poco clemente con i vari D.S. Italiani, tipo Luca Scinto e Roberto Reverberi...chissà perchè, nemmeno menzionati....uhm...poi, ad ULISSI avrei dato un voto minore per la "sfuriata" orario di controllo-antidoping...
Francesco Conti-Jesi (AN).
19 maggio 2014 18:27LampoJet
Dire che Evans è un esempio di sportività è alquanto azzardato direi.
P.S: Ieri si è pure stizzito perchè i Lampre non hanno tirato! Al peggio non c'è limite....hai la maglia rosa tu è la tua squadra che deve tirare!!! attendo il monte grappa con trepidazione....
Moser
19 maggio 2014 19:20pedrinazzistefano
MOSER si era dovuto ritirare dalla T/A per una tendinite è rientrato al Romandia per cui nelle gambe ha pochi giorni gare.....comunque entro la fine del giro ci sorprenderà, ne sono convinto
LampoJet
19 maggio 2014 20:23foxmulder
È la seconda volta che pronostichi una debacle di Evans alla cronoscalata del Grappa. Sai qualcosa che noi non sappiamo? No, lo chiedo perchè sapendo come va a cronometro Evans, mi pare impossibile che possa buscare più del dovuto dagli scalatori (considerando anche che un po' di pianura prima di arrivare all'attacco della salita c'è)... Se sai qualcosa diccelo, così mi regolo di conseguenza ;-)
oddio
19 maggio 2014 21:59fedaia66
i km in pianura al Grappa sono troppo pochi rispetto ai tanti in salita.non riesco considerarli determinanti.anzi, a parer mio, son quasi del tutto trascurabili.che poi Evans possa far bene in quel frangente, potrebbe starci.ma non di sicuro per quella manciata di km in piano.
Bene
19 maggio 2014 22:44FrancoPersico
Dei voti che mi piacciono, per me Moser deve solo attendere e otterrà i risultati che tutti si attendono. E' giovane ed ha tempo. Purtroppo i team italiani, vuoi per le difficoltà economiche, vuoi perchè non c'è il cambio generazionale di quelle persone che da anni lavorano DECISAMENTE MALE in un ambiente che potrebbe rinascere, non possono essere una grande scuola. Escludo la LAMPRE-MERIDA che a mio avviso ha dato dei segnali di rinnovamento. Nessuno lo cita, anche perchè non presente a questo Giro, ma un grande DS o TM è senza dubbi Roberto Damiani. Ha carisma, esperienza e sa relazionare sia all'interno della squadra che con i media. Poi ovviamente sa parlare almeno due lingue... e qui mi fermo.
per foxmulder
20 maggio 2014 14:25LampoJet
Non so nulla, forse mi sbaglierò. Certo è che l'anno passato nella Mori-Polsa non andava su...
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