Evans da 9, Basso crescerà, Moser impalpabile

I VOTI DEL DIRETTORE | 19/05/2014 | 06:59
di Pier Augusto Stagi                -

Ancora due settimane di Giro. Il bello o il tutto deve ancora venire e accadere. Questi primi 1.553 chilometri sono serviti solo a fiaccare le più baldanzose velleità di alcuni dell’allegra brigata rosa salpata il 9 maggio scorso dal porto di Belfast. Daniel Martin e Joaquin Rodriguez – vittime di brutte cadute – sono stati già costretti a fare le valige. Michele Scarponi non le ha fatte, ma è rimasto in corsa con i segni evidenti della battaglia. Domani si riprende con una presumibile volata a Salsomaggiore Terme. Giovedì la crono spartiacque che segnerà in maniera indelebile questa corsa: da Barbaresco a Barolo. Qui si misureranno le velleità di tutti. Qui si capirà molto più chiaramente chi può ambire a vincere il Giro d’Italia e chi no. In mezzo, quelli che saranno invece battuti e di conseguenza dovranno inventarsi qualcosa pur di non portare in carrozza i presumibili favoriti. Se vorranno cambiare il corso delle cose dovranno andare all’attacco: giovedì inizierà a tutti gli effetti il vero Giro d’Italia, quello con le montagne. Quello dei minuti. Quello degli scatti e delle progressioni, ma anche delle cotte che ti tagliano le gambe e ti lasciano senza fiato. Con tutto il rispetto possibile per coloro che fino adesso ci ha messo l’anima, lo sappiano: fin qui abbiamo scherzato.


Cadel EVANS. 9. È sempre stato fin da ragazzino un tipo calmo e allo stesso tempo tenace. Tosto come pochi, arrendevole come nessuno. Ha una squadra forte, molto forte. Lui trasmette sicurezza e serenità. Quando vince sembra che abbia fatto la cosa più naturale del mondo, quando perde non la mette giù dura rispettando sempre chi l’ha battuto. Evans è un simbolo di sportività, alla faccia di chi lo accusa di essere un traditore per i “fatti di Cassino”. Vecchio e bolso? Intanto è là davanti a tutti, e dopo la crono di Barolo lo sarà ancora di più. Poi per andarlo a riprendere, vedrete, non sarà una passeggiata di salute.

Rigoberto URAN. 7.5. Lo considerano meno di Quintana, ma lui un anno fa sul secondo gradino del podio ci è arrivato. Fino a questo momento ha corso con un solo intento: perdere il meno possibile. È secondo, a 57” dalla maglia rosa Evans. A cronometro è tutt’altro che fermo e ha in ammiraglia uno come Davide Bramati, che sa motivare e guidare i suoi ragazzi come pochi altri. La squadra è forte, lui è tutt’altro che debole.

Nairo QUINTANA. 6.5. Lui e la sua Movistar hanno pagato tantissimo la cronosquadre di Belfast. Per il momento si è mosso poco lui e ha fatto muovere poco anche la squadra. Si muoveranno. Anche se al momento la sensazione che si ha è che non sembrano animati da tantissima fame.

Fabio ARU. 7. È venuto al Giro per imparare e migliorare il suo 47° posto di un anno fa. La caduta di Cassino segna l’Astana e Michele Scarponi, ora il sardo-bergamasco è stato promosso sul campo capitano. È sesto in classifica generale a 1’30” dalla vetta. Ma ora inizia la parte più probante e difficile. È curioso di scoprire come andrà. Io mi sbilancio: sarà la nostra più bella sorpresa.

Diego ULISSI. 8. Due vittorie di tappa, e anche quando non ha vinto era sempre lì nelle posizioni di avanguardia. Ora è chiamato a testarsi in una corsa di tre settimane cercando di difendere con i denti un piazzamento onorevole nella top ten. Non diventi per Diego però un ossessione. In attesa di scoprire se sia un corridore per le corse di un giorno o da Grandi Giri, io brindo al Diego letale che quando lo porti lì, a due passi dal traguardo, ti castiga con chirurgica freddezza.

Wilko KELDERMAN. 7.5. È un classe ’91, al momento è 8°: tra i giovani è quello meglio messo. La Belkin l’ha portato qui al Giro per svezzarlo. Ne dicono tutti un gran bene. È il futuro dei Grandi Giri per l’Olanda del pedale. Va forte in salita, ma se la cava come pochi anche a cronometro. A Barolo potrebbe essere davvero la vera sorpresa.

Rafa MAJKA. 7. Ha solo 24 anni il polacco maglia bianca dei giovani un anno fa al Giro e 7° in classifica nella generale. Anche lui può disporre di una buonissima squadra. Corridore poco appariscente, fin qui si è nascosto: lo vedremo presto.

Robert KISERLOVSKI. 6.5. Il croato è solido e a 27 anni  ha l’età giusta per mettere in mostra il proprio talento. Nella Trek di Luca Guercilena sta trovando la sua dimensione e ha un gruppo che lo sostiene in tutto e per tutto. Con Arredondo e compagni può davvero far saltare il tappo a questo Giro. Tra qualche giorno sarà tutta un’altra Astoria. Pardon, storia.

Domenico POZZOVIVO. 8. Fin qui è stato il miglior italiano. Il piccolo lucano dell’Ag2R ha portato a casa la pelle nel migliore dei modi. Se saprà ripetere la crono della Vuelta anche giovedì prossimo sulle strade del Barolo, “Dom Dom” potrebbe avere la strada spianata verso il podio.

Ivan SANTAROMITA. 4. Avrebbe voluto attaccare, invece gli attaccano un virus. In Irlanda era in camera con Cameron Mayer, che a causa di un virus e della febbre è poi costretto a ritirarsi. Da qualche giorno non sta per niente bene neanche Santino, che non sa più a che Santo votarsi. Almeno c’è una spiegazione: non era possibile che andasse così piano. Non sarà Merckx ma Ivan è un ottimo corridore che aveva nel mirino la maglia rosa e poi in due giorni ha visto tutto nero. Ora l’importante è sconfiggere questo virus maligno e cercare di portare a casa una tappa. Non sarà facile, ma Ivan ci proverà.

Dario CATALDO. 4. Era partito con i galloni di capitano, poi alla prima verifica sul campo salta per aria. A Sestola riprende coraggio e resta con i migliori. Da buon “Picasso” (ama dipingere), sperava di dare qualche bella pennellata sulla tavolozza rosa, invece il risultato è avvilente: uno scarabocchio. Ora strappi il foglio, getti via tutto: ci basta un bello schizzo.

Ivan BASSO. 6. Stiamo bassi, come Basso. Parla poco, lavora molto. Soprattutto sta sempre lì, appiccicato ai migliori. Lo danno per bollito e lui lascia dire con signorilità assoluta. Non è abituato a convincere nessuno, soprattutto quando ad essere convinto è lui. Vedrete. Saranno in molti a doversi ricredere.

Pierre ROLLAND. 6.5. In verità si è giù mosso, a Montecopiolo, facendo vedere in discesa e poi in salita di cosa è capace di fare. Il suo terreno deve ancora arrivare. Lui è già qui.

Damiano CUNEGO. 4. Il suo inizio di Giro non è stato dei migliori, ma conosciamo Damiano: alla fine è tosto e qualcosa si inventerà. Intanto lo vediamo molto più sereno e disponibile. Lavora per la squadra. È pronto a dare una mano ad Ulissi. È già un buon approccio, per quello che verrà.

Enrico BATTAGLIN. 5. Si è visto poco, spero di vederlo. Come Diego Ulissi deve credere di più nel proprio talento.

Moreno MOSER. 4. Impalpabile.

Giacomo NIZZOLO. 8. Due secondi posti, la voglia di vincere finalmente una tappa al Giro. Ha tutto per poterci riuscire: gli manca solo un pizzico di fortuna in più.

Daniele COLLI. 5. È il Mister Magoo del ciclismo italiano. Bravo, educato, bello in bicicletta, bello giù di sella, bello tutto tondo, perché si fa voler bene, ha la testa fra le nuvole e se scopre di essere al Giro d’Italia forse un giorno potrebbe anche farci vedere delle belle cose, perché le gambe e il talento ci sono. A proposito: Chicchi si è ritirato, lui ora è per la Neri la ruota veloce. Qualcuno lo avverta.

Elia VIVIANI. 5.5. Ha alternato cose buone a cose meno buone. Ha classe, talento e temperamento per imporre la propria legge. Spero già da domani.
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COMMENTI
19 maggio 2014 17:54 Melampo
Sinceramente, con Moreno Moser mi sembra di rivedere l'involuzione di Francesco Ginanni. Spero per lui che non sia così ...

Sono....
19 maggio 2014 18:08 Fra74
d'accordo con il Dott. Stagi, in merito a detti VOTI, solo che è stato un poco clemente con i vari D.S. Italiani, tipo Luca Scinto e Roberto Reverberi...chissà perchè, nemmeno menzionati....uhm...poi, ad ULISSI avrei dato un voto minore per la "sfuriata" orario di controllo-antidoping...
Francesco Conti-Jesi (AN).

19 maggio 2014 18:27 LampoJet
Dire che Evans è un esempio di sportività è alquanto azzardato direi.

P.S: Ieri si è pure stizzito perchè i Lampre non hanno tirato! Al peggio non c'è limite....hai la maglia rosa tu è la tua squadra che deve tirare!!! attendo il monte grappa con trepidazione....

Moser
19 maggio 2014 19:20 pedrinazzistefano
MOSER si era dovuto ritirare dalla T/A per una tendinite è rientrato al Romandia per cui nelle gambe ha pochi giorni gare.....comunque entro la fine del giro ci sorprenderà, ne sono convinto

LampoJet
19 maggio 2014 20:23 foxmulder
È la seconda volta che pronostichi una debacle di Evans alla cronoscalata del Grappa. Sai qualcosa che noi non sappiamo? No, lo chiedo perchè sapendo come va a cronometro Evans, mi pare impossibile che possa buscare più del dovuto dagli scalatori (considerando anche che un po' di pianura prima di arrivare all'attacco della salita c'è)... Se sai qualcosa diccelo, così mi regolo di conseguenza ;-)

oddio
19 maggio 2014 21:59 fedaia66
i km in pianura al Grappa sono troppo pochi rispetto ai tanti in salita.non riesco considerarli determinanti.anzi, a parer mio, son quasi del tutto trascurabili.che poi Evans possa far bene in quel frangente, potrebbe starci.ma non di sicuro per quella manciata di km in piano.

Bene
19 maggio 2014 22:44 FrancoPersico
Dei voti che mi piacciono, per me Moser deve solo attendere e otterrà i risultati che tutti si attendono. E' giovane ed ha tempo. Purtroppo i team italiani, vuoi per le difficoltà economiche, vuoi perchè non c'è il cambio generazionale di quelle persone che da anni lavorano DECISAMENTE MALE in un ambiente che potrebbe rinascere, non possono essere una grande scuola. Escludo la LAMPRE-MERIDA che a mio avviso ha dato dei segnali di rinnovamento. Nessuno lo cita, anche perchè non presente a questo Giro, ma un grande DS o TM è senza dubbi Roberto Damiani. Ha carisma, esperienza e sa relazionare sia all'interno della squadra che con i media. Poi ovviamente sa parlare almeno due lingue... e qui mi fermo.

per foxmulder
20 maggio 2014 14:25 LampoJet
Non so nulla, forse mi sbaglierò. Certo è che l'anno passato nella Mori-Polsa non andava su...

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