Rebellin doppio colpo: non sarà né "argentino" né "italiano"
| 30/08/2004 | 00:00 A questo punto c'è da chidersi chi l'abbia consigliato, chi sia dietro alle scelte discusse e discutibili di Davide Rebellin? Possiabilità che il governo argentino dia la cittadinanza a Rebellin per “meriti sportivi" molte, che l'Uci accetti questo escamotage, praticamente nessuna. Il regolamento parla chiaro: se un atleta inzia la stagione come italiano, da italiano deve finirla, non può cambiare in corsa. Ad ogni modo, con questa sortita, Davide Rebellin ha già ottenuto una garanzia: il Mondiale di Verona non lo correrà con la maglia dell'Italia. Franco Ballerini, incontrato al Giro del Fiuli, è stato chiaro. «Io l'avevo nella mia lista e l'avevo in debita considerazione, ma uno che ragiona in questo modo è giusto che vada per la sua strada. Vuole vincere e sentire l'inno argentino? Faccia come crede. Se ci riesce, lo faccia pure, io non l'avrei mai fatto. Sono italiano e italiano resto». Più chiaro di così.
Ballerini, quindi guarda oltre. Ribadisce che le scelte operate per vararare il quintetto base per la sfida olimpica erano solo e soltanto dettate da scelte tecniche: quattro uomini di fiducia al servizio incondizionato di Paolo Bettini, che alla fine è stato il grande mattatore di Atene. Per il Mondiale, invece, Rebellin avrebbe potuto giocare le proprie chances, ma visto che non si fida, e ritiene che dietro alla scelte del tecnico azzurro ci siano anche delle ragioni legate al suo processo (indagato nel filone padovano dell'inchiesta antidoping legata al blitz di Sanremo del Giro 2001 e atteso il 9 novembre alla prima udienza del processo a Este) ecco perché è arrivato a pensare di chiedere l'«ospitalità» ad un altra nazione.
Intanto, però, l'oparzione Verona 2004 è ufficialmente partita, e la squadra per il 3 ottobre sta prendendo man mano forma. E' chiaro che sorherà su una certezza indiscussa e indiscutibile: Paolo Bettini, campione olimpico ad Atlanta. Assieme a lui, come seconda punta, Damiano Cunego, che cercherà alla Vuelta di trovare la condizione migliore, quella del Giro per intenderci.
Si tornerà a numeri azzurri consueti, sul circuito delle Torricelle (18 giri, 265 chilometri): 12 i posti a disposizione, più due riserve, quando per la prova olimpica solo in cinque hanno rappresentato l'Italia nella prova in linea. E per un verso proprio da loro si riparte: difficile infatti che Bettini, Paolini, Nardello e Moreni non bissino la convocazione, mentre qualche dubbio può esserci per Pozzato, poco brillante ad Atene e costretto anche dall'influenza a rinunciare alla cronometro.
Le ultime corse hanno promosso invece Leonardo Bertagnolli (compagno di Cunego allo Saeco), Emanuele Sella, Luca Mazzanti, mentre anche Gilberto Simoni, recente vincitore al Veneto, si è fatto avanti ("Voglio fare un settembre a tutta e meritarmi la Nazionale"). In prima fila anche Franco Pellizotti e Pietro Caucchioli, con quest'ultimo che tiene da matti al Mondiale in casa. Di questi tempi le tonalità dei desideri sfumano sull'azzurro. E poi? Poi potrebbe entrare nel discorso anche Matteo Tosatto, che si sta muovendo bene e lo stesso Michele Gobbi (vincitore del Friuli) che dovrebbe però dare altri segnali al ct azzurro per strappare un posto di prestigio. Tra i probabili azzurri al momento potrebbe rienetrare anche Dario Frigo, che dopo diversi problemi, è tornato alle corse dismostrando alla Tre Valli e al Campionato di Zurigo di essere sulla buona strada che può condurlo al Mondiale di Verona. Come del resto un uomo forte e leale che di nome fa Ivan Basso.
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