AL MIO SEGNALE, SCATENATE GLI AVVOCATI

TUTTOBICI | 29/08/2013 | 09:05
Quando ha pensato di organizzare una granfondo a Roma, non immaginava certo il vespaio che avrebbe sollevato. Diffide, ricorsi al tribunale ordinario, intoppi burocratici e perfino una propaganda contraria: su questo percorso, ben più duro di quelli proposti per la bici, si è dovuto muovere Bruno Irace, uno dei fondatori del Team Termoli che ha messo in piedi per il 4 agosto la «Fondo dei Gladiatori», con partenza e arrivo nel suggestivo scenario delle Terme di Caracalla. In realtà, il suo si è rivelato un viaggio nel sottobosco italiano che, dietro il perbenismo di facciata, na­sconde ben altri interessi. Un malanno al quale, stando allo sviluppo di questa vicenda, anche il mondo del ciclismo amatoriale non sembra immune.
L’idea di una granfondo a Roma nasce nell’ottobre scorso. «Avendo creato un circuito denominato Centro Italia tour, dovevamo coinvolgere anche il Lazio e la Cam­pania», racconta Irace, ex campione italiano amatori e tante altre benemerenze in bici. Dai pensieri ai fatti: il 29 dicembre partono le richieste di autorizzazione alle au­torità competenti e viene pagata l’assicurazione. Nem­me­no due mesi e a Roma si svolge la riunione che fissa termini e dettagli della manifestazione, che intanto incassa la benedizione della Regione, la collaborazione del Vaticano e soprattutto l’Alto patronato del presidente della Re­pubblica. «Di fatto, è come se la organizzasse Napolitano», scherza Irace.
Sembra filar tutto liscio, finché, a mar­zo, non arriva la diffida di Bicitaly, so­cietà che organizza un’altra granfondo, sponsorizzata dalla Campagnolo, che ha altre date (ottobre) e altri percorsi e alla quale, a fine 2012, era stato proposto invano di far parte del Centro Italia Tour. La diffida porta anche la firma dell’avvocato Gianluca Santilli, ideatore - a sua detta - della gran fondo romana e titolare dei diritti di autore ma, altresì - in quel periodo - procuratore della Federciclismo e membro della com­missione antidoping del ministero, nonché socio fondatore di Bicitaly. Approfondendo, però, i tratti di Bi­citaly, che sin dalle prime diffide si presentava con inusitata protervia, a Bru­no Irace si apre un mondo inaspettato, poiché Bicitaly è una sorta di Giano bifronte: vi è la associazione sportiva, fondata dallo stesso Santilli e da altri personaggi importanti come Gian­fran­co Comanducci, vice direttore generale Rai, Renato Di Rocco, grande capo della Federciclismo, Giovanni Malagò, presidente del Coni e Mario Resca, ma­nager, ex numero uno di Mc Do­nald’s e funzionario dei Beni culturali nel governo Berlusconi, che di Bicitaly è anche il presidente. Ma vi è anche la Bicitaly s.r.l., società di capitali, che è quella che agisce per la tutela dei suoi interessi, della quale però non si possono conoscere i soci, coperti da un’intestazione fiduciaria della Finnat spa e che avrebbe acquisito tutti i diritti della gran fondo Roma, già di Santilli, addirittura da una società cipriota. In­som­ma, dietro al ciclismo amatoriale e, in par­ticolare dietro alla gran fondo Ro­ma, ruota evidentemente un giro di interessi, gestito dalla società di capitali Bicitaly, di cui non si conoscono i soci.
Sostenendo che la manifestazione ciclistica gran fondo Roma è addirittura un’opera dell’ingegno e che Santilli ne avrebbe depositato il marchio, Bicitaly, intesa come società di capitali, rivendica l’esclusiva sul territorio, in quanto cessionaria dei diritti. Alla prima diffida ne segue una seconda a stretto giro di posta e subito dopo arriva un esposto al tribunale ordinario di Roma: al giudice Vittorio Carloma­gno, che convoca le parti già in aprile, la società romana motiva la sua azione sostenendo che la presenza dei concorrenti sul territorio le provocherebbe un danno economico. Richiesta insussistente: così motiva l’atto con cui il magistrato il 28 maggio respinge la pretesa della società romana di bloccare l’evento.
Querelle finita? Non ancora. Qualche settimana dopo la decisione del giudice, il Termoli Team riceve una lettera nella quale il Comune di Roma comunica che la Fondo dei Gladiatori non si può fare in quanto nessuno ha chiesto le autorizzazioni in Campidoglio. La scrive un funzionario del gabinetto del sindaco, Francesco Tarsia, lo stesso che in marzo, all’apparire del sito internet della manifestazione, aveva invitato Irace e compagni a oscurarlo e a non raccogliere alcuna iscrizione. ‘Curioso che abbia contestato a noi di esserci mossi in anticipo: non risulta che lo abbia fatto con la granfondo di Bicitaly, che ha aperto le iscrizioni e lo ha fatto sapere con un anno d’anticipo. Lo fanno tutti, a cominciare dal Giro d’Italia, in attesa che tre giorni prima dell’evento arrivi il via libera dalle autorità, altrimenti non ci sarebbe tempo per raccogliere i partecipanti’, aggiunge Irace. All’ultima diffida di Tarsia risponde direttamente l’ufficio del Prefetto di Roma, confermando quanto sostenuto dagli organizzatori molisani: le autorizzazioni a queste manifestazioni non spettano ai comuni, ma a regioni e prefetture, quando, come nel caso della «Fondo dei Gla­diatori», interessino i territori di più comuni. Ed è strano che tale chiarissima normativa, contenuta addirittura nel codice della strada, sfugga ad un funzionario di livello del Comune di Roma.
Ad aggiungere un capitolo, non l’ultimo, è Giovanni Malagò: mentre in giro per l’Italia comincia a circolare la notizia che la granfondo del 4 agosto non ci sarà e mentre nella Capitale anche chi aveva deciso di collaborare comincia a chiudere la porta, il presidente Coni telefona agli organizzatori molisani. «Mi ha chiamato dicendo di aver saputo che avevamo vinto una causa e congratulandosi per questo. Gli ho risposto di non prenderci in giro, rinfacciandogli il ruolo quantomeno inadeguato che aveva lui nella vicenda: come presidente Coni non può far parte di un’associazione che organizza manifestazioni, ma deve avvalersi di federazioni ed enti di promozione sportiva. Lo stesso vale per Di Rocco della Federciclismo. Gli ho detto che non poteva non sapere che come Bicitaly ci aveva denunciati mentre lui doveva stare dalla nostra parte, in quanto promotori di una manifestazione senza scopo di lucro. E gli ho pure sottolineato il conflitto di interessi con la Granfondo del 14 ottobre, l’unica di questo genere che ha avuto una conferenza stampa di presentazione all’interno del Coni, presente il ct azzurro Paolo Bettini. Ciò nonostante, non ci fermiamo. Anzi: i tanti ostacoli incontrati sulla nostra strada ci hanno dato ancora più forza. Vogliamo solo organizzare una manifestazione come tante altre: lo facciamo da trent’anni, sempre nelle regole, mai un problema. È così grave?».

p.s. Il 15 luglio, il funzionario Tarsia scrive un’altra lettera alla Termoli Team, in­formando che la notte precedente alla ma­nifestazione ciclistica la zona interessata verrà chiusa per un evento legato alla pe­do­nalizzazione del centro storico, appena de­cisa dal nuovo sindaco di Roma Ma­ri­no. Morale: le bici dovranno spostarsi al­trove. È un ulteriore tappa di questa personalissima granfondo di Irace e soci, che col passar del tempo meritano sempre più il titolo che hanno dato alla loro gara: per far valere le proprie ragioni, in questa vi­cenda servono davvero dei gladiatori.

di Angelo Costa, da tuttoBICI di agosto
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COMMENTI
Basta Gran Fondo !!!...
29 agosto 2013 09:35 passion
..... cancelliamole dal vocabolario ciclistico, sono diventate solo un affare economico, un investimento da cui ricavare immediatamente profitto. Chi ha voglia di organizzare competizioni, lo faccia per i ragazzi che sono la vera ed unica possibilità di promozione per questo sport che sembra avere sempre più la voglia di tirarsi martellate sui co.....ni

Basta Granfondo, basta intrallazzi.
29 agosto 2013 10:06 Bastiano
Sono d'accordo con passion, le Granfondo non hanno un senso logico ed essere amatori, preclude il fatto che si possa pedalare per 5 ore a ritmi da professionisti.
Riportiamo le cose nei giusti ambiti e facciamo si che gli amatori possano correre solo per un massimo di 60km, un distanza adeguata a chi lavora e si dedica alla bici per svago, lasciando alle Granfondo solo il lato cicloturistico/non competitivo.
I soldi ed i sacrifici organizzativi, dedichiamoli ai giovani sia per curare l'aspetto agonistico, che quello etico e ci troveremo con un futuro sicuramente più roseo.
Sul comportamento di CONI ed FCI in questa querelle, preferisco non aggiungere nulla perchè andrei a ripetere tutto quanto più volte detto sull'inadeguato Presidente che la FCI si trova ad avere.

Arroganza
29 agosto 2013 13:50 teoottico
In termini di leggi nessuno puo impedire chiunque di organizzare una gara amatoriale. Il problema è che ci voleva organizzare una granfondo è andato a cozzare con i poteri forti, che teoricamente dovrebbero tutelare il CICLISMO sotto tutti i punti di vista.

10 100 1000 Bicitaly
29 agosto 2013 15:03 carloferro
Con questo articolo Tuttobiciweb ha deciso di unirsi ad un altro sito web diretto da un capellone pugliese con coda di cavallo (a cui manca solo l'anello al naso) che qualche mese fa aveva dato il là a queste menzogne costruite ad arte.
Faccio notare a Tuttobici che il giornalaio web di Lecce che scrisse queste cose credendosi il Marco travaglio del ciclismo è stato querelato e dovrà rifondere i danni, come ammesso dal medesimo sul suo sito, alle nobili persone che ha diffamato; il denaro sarà devoluto a validi progetti di solidarietà.
Nessuno ha il diritto di infangare l'immagine di un gran signore come Gianluca Santilli con accuse assurde ed allussioni e soprattutto nessuno ha il diritto di citare a sproposito Bicitaly, un club totalmente trasparente di persone di valore che provengono dal mondo dell'impresa e delle professioni.
E' grazie alla visione moderna ed ispirata ai veri valori dello sport di Gianluca Santilli che questi imprenditori hanno deciso di entrare in questo sport che prima era dominato da una plebaglia dedita ad ogni tipo di pratica dopante. Ci voleva la mano dura di Gianluca Santilli per ripulire questo sport e finirla con la tolleranza dei dirigenti verso il doping generalizzato di professionisti ed amatori.
Ora i dopati hanno paura di continuare con le vecchie abitudini proprio grazie alle innovazioni contro al doping di Gianluca Santilli.
Chi viveva al fianco del doping e col doping ora non trova di meglio che diffamare Gianluca Santilli ed il suo club per vendicarsi. Ma la legge, la legge del ciclismo pulito ormai ha vinto e quindi costoro che tramano contro Santilli, spesso solo per odio a Renato Di Rocco, devono mettersi il cuore in pace.
Se Renato Di Rocco commette parecchi errori nella sua presidenza, non si capisce la ragione per cui venga attaccato Gianluca Santilli, che da nobile persona qual è ha lasciato la Procura Federale, dove aveva fatto un lavoro enorme, proprio per evitare polemiche.
Per fortuna non ha lasciato il mondo amatoriale che in Gianluca Santilli ha il suo ultimo baluardo per salvarsi dalla totale degenerazione in cui era caduto. I tesserati che vogliono un ciclismo amatoriale pulito hanno apprezzato ed apprezzano il suo enorme lavoro.
Il mondo del ciclismo non si merita una figura di spicco come Gianluca Santilli e se fosse stato un mondo meritocratico Gianluca Santilli sarebbe un suo dirigente di spicco, non allontanerebbe un uomo delle professioni e dirigente di questa caratura.
Ricordo che Gianluca Santilli è l'animatore di tanti progetti di solidarietà, Operation Smile prima di tutto. Operation Smile è una onlus presente in quasi tutti i paesi del mondo e di grande prestigio internazionale, che ha ridato il sorriso a migliaia di bambini.
Giù il cappello quando parlate di Gianluca Santilli. Purtroppo siamo in un paese dominato dai giornalai come Travaglio e dalle procure rosse, ma è solo questione di mesi ed in questo paese si farà pulizia come nel ciclismo.

Doverosa precisazione
29 agosto 2013 17:42 marcograssi
Salve,
Tengo a precisare all'utente carloferro che per il momento nessuno ha stabilito che io debba rifondere alcunché a Santilli o a Bicitaly. Sono stato sì querelato da Bicitaly, ma la sentenza arriverà (forse) nel 2014, e non è certo detto che sarà di condanna per me. Quindi riponiamo le trombette.

Nel merito, e tralasciando i divertenti riferimenti tricologici con cui l'apologeta di Santilli mi omaggia, non mi pare di aver dato il la a menzogne costruite ad arte, nel momento in cui ho messo in evidenza i conflitti di interesse che gravavano sul ruolo dello stesso Santilli in qualità di procuratore federale e al contempo capo di fatto di una società sportiva.

Tanto dovevo, un saluto agli amici di Tuttobiciweb.
Marco Grassi - Cicloweb.it

Altra Precisazione
29 agosto 2013 17:55 NicolaStufano
Oltreutto riferirsi a Grassi quale "capellone" mi sembra pretestuoso oltrechè inappropriato, visto che con l'età la calvizie, ahilui, avanza.

Nicola

ahahahahaahahaha
29 agosto 2013 18:34 lupin3
a chi parla col tono dell'utente carloferro si può solo rispondere con una grassa risata

fletcher
29 agosto 2013 21:37 fletcher2013
carlo ferro che farà il golpe del circolo ... ?

ritornerà l'uomo dalla testa pelata?

o forse non ti sembra che la dittatura che sta vivendo la federciclismo in questo momento debba finire?

questa sarebbe la pulizia che tutti gli appassionati di ciclismo si aspettano, fuori chi fa ciclismo per interesse!

solidarietà ai gladiatori perchè domani potrebbe toccare a uno di noi

Petit Velo, Bicitaly, FSL: ma perchè?
29 agosto 2013 22:06 angelofrancini
Gli Amatori.
Intesi in senso letterale o senso sportivo, stando alla vicenda che Stagi (ieri) e Costa (oggi) ci narrano’.

Tutto, forse, dipende dalla sfrenata passione e dall’amore viscerale che l’avv. Santilli (oggi responsabile della Struttura Amatoriale Nazionale e fino a l'altro ieri Procuratore federale della FCI) nutre per questa attività; passione, che lo ha spinto a creare e tesserarsi come Master, con altri colleghi componenti gli organi della giustizia federale, e con Giovanni Malagò con la società Bicitaly, e con il Presidente federale Di Rocco, tesserato quale cicloturista.
Passione che lo ha portato, unitamente agli amici di Bicitaly, a partecipare a molte Gran fondo in Italia, fra le quali la Nove Colli, la Maratona delle Dolomiti, la Sportful, la F.Gimondi e la Pinarello: gare tutte consorziate nella Five Stars League.
La Five Stars League é un consorzio, presieduto dall’avv. Santilli, nato da un progetto concepito da Petit Velò asd (società non affiliata alla FCI che gravita nell’orbita del Circolo Aniene), dalla stessa FCI, dal Ministero della Salute e dal Coni e figurante nel bilancio federale della stessa FCI (essendo di sua proprietà).
Passione che lo ha portato a presentarsi ed affermare in pubblico di essere il presidente di Bicitaly ed organizzatore della Granfondo di Roma, anche se ciò non corrisponde nella responsabilità degli atti ufficiali.
Passione che lo ha portato a non considerare che, nei fatti sopra esposti, ha violato degli articoli fondamentali dello Statuto della FCI, che è quel documento sulla base del quale ha deferito ogni anno decine di dirigenti ed atleti per ben minori infrazioni regolamentari di quelle che avrebbero dovuto essergli contestate nel periodo in cui era a capo della Procura federale della FCI?

Passione che, anche tutti noi “pazzi” che stiamo nel ciclismo, abbiamo. Ma molto probabilmente la nostra passione ha una diversa natura ed è molto più distaccata di quella anima l’ex procuratore, almeno per quello che si evince dalla lettura degli articoli citati all’inizio del presente commento.
Di fronte a ciò che apparirebbe da questi fatti resto profondamente deluso e ferito sia come ex dirigente federale che come sportivo, perché nella “giustizia sportiva” credevo ed invece mi sento tradito.

Operation Smile come ti frego con un sorriso
29 agosto 2013 23:53 Pinobianco
Ci vuole una gran faccia tosta a tentare di far tacere l'informazione, mischiando rancori politici senza senso e del passato con una disperata difesa dell'indifendibile.
L'accanimento con cui le persone citate nell'articolo difendono il loro interesse, utilizzando i loro incarichi di potere sportivo e non solo, lascia letteralmente di stucco e dimostra gli interessi per un settore dove si possono fare guadagni e creare importanti rapporti.
Certamente la Granfondo di Roma è nata con questi obiettivi e la Charity Partner (così la chiamano nel sito dell'evento) sembra una bella foglia di fiko.
Andando a cercare in internet si trovano tanti riscontri che rendono la difesa di Carlo Martello una vera e propria pagliachata.
Sul sito del Senato addirittura si legge da un verbale di una commissione che l'avvocato Santilli non sia proprio un santo e sembra abbia subito due condanne. Come abbia potuto diventare procuratore della Fci è davvero un mistero e la Fci dovrebbe delle spiegazioni, quanto meno.
Santilli è stato l'avvocato di uno dei soggetti dell'inchiesta del madof dei Parioli e successivamente è finito tra i truffati (come pure sembra di alcuni suoi cienti del proprio studio legale e di consulenza fiscale) ed i suoi rapporti con questa gente hanno dei lati un po' oscuri, visti i tentativi di salvare la società coinvolta con il tentato e proposto intervento di istituti bancari fatto dall'avvocato stesso.
Sul sito di Radio Radicale c'è la deposizione.
Eppoi la onlus Operation Smile tanto sbandierata ha nel consiglio di amministrazione proprio lo stesso avvocato, guarda caso, e tra i suoi testimonial annovera alcune celebrità e cantanti che in passato hanno avuto qualche grosso incidente col fisco italiano.
Anzi uno di questi risulta pure essere tra i fregati dal Madoff dei Parioli. Un caso.
E\' anche un caso che la famosa nave (in promozione commerciale Finmeccanica), che doveva andare ad Haiti (paese terremotato nel 2010) con il grande capo della protezione civile Bertolaso, ospitasse guarda caso con mille riflettori accesi proprio i volontari di Operation Smile.
Poi andando a scorrere i nomi di componenti e tesserati di Bicitaly ci sono bei papaveri che hanno anche subito condanne per processi relativi a famosi e grossi fallimenti aziendali (es. Cirio). è un altro caso.
Forse sarebbe bene che qualcuno che ha a cuore la legalità andasse davvero ad indagare quali interessi stanno dietro alle Granfondo ed alle onlus usate come specchietti per le allodole. La sensazione è che oltre al problema del doping chimico vi sia anche altro tipo di doping e che il ciclismo sia usato ed abusato per altre finalità.
E' un caso che Banca Finnat che fornisce il documento fiduciario abbia tra i soci il presidente del Coni e del Circolo Aniene Malagò, lo stesso che ha telefonato in prima persona ai Gladiatori per fargli cambiare idea?
Ma cosa è questa Granfondo di Roma?

Mi sono sempre chiesto perchè tanti miei colleghi amatori temono e parlano con timore di questo avvocato Santilli, manco fosse deux in terra.
Lo scorso anno ho ascoltato un dirigente lombardo della pista che parlava di lui come di un mammasantissima e si vantava della sua amicizia e che lui un giorno sarebbe diventato presidente della federazione, grazie agli appoggi politici.
Per non parlare poi del business del San Raffaele messo in piedi grazie alla commissione ministeriale di cui Tuttobici ha più volte parlato. Oggi con le spese mediche che debbo sostenere mi faccio 5 corse in meno (la metà) perchè le mie entrate non sono enormi.
Ed i dopati vivono e regnano come prima, anzi adesso hanno pure l'alibi.
Insomma, con questo articolo ed un po' di letture di riscontro una idea comincio a farmela. E Di Rocco che ci fa ancora lì, quando in Bicitaly c'è un uomo così potente che lo surclassa? Se l'avvocato avesse voluto il bene del ciclismo sarebbe stato il benvenuto, ma forse è meglio scusare di questi "interessati" potenti.

30 agosto 2013 11:18 Romario
Capoferro me pare che scrivi quasi come un Sindaco.

30 agosto 2013 14:44 Romario
Carloferro scrivi quasi come un Sindaco, salentino. bravo.

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