
E’ il 14 luglio 1965, anniversario della presa della Bastiglia. Al Parco dei Principi di Parigi un italiano percorre il giro d’onore in maglia gialla. Ha 22 anni, 9 mesi e 16 giorni, abita a Sedrina in Val Brembana e gareggia per la Salvarani: è Felice Gimondi, giustamente ribattezzato campione ideale.
Il Tour de France 1965 è suo e dell’Italia intera, brava a rimboccarsi le maniche nei favolosi Anni ’60. La bellissima vittoria di Felice creò per Bergamo e le sue Valli un entusiasmo simile a quando Giovanni Roncalli venne eletto Papa. Sta per partire il Tour de France 2025, sono trascorsi esattamente 60 anni dallo strepitoso successo di Felice Gimondi nella corsa a tappe più importante al mondo.
Gimondi stabilì un record che non può essere sottovalutato. Nel 1964 s’impose nel Tour de l’Avenir, e l’anno successivo al Tour “vero”. In meno di 12 mesi Felice vinse Tour baby e Tour de France, roba da brividi. Non ci è riuscito nemmeno Tadej Pogacar che il Tour de l’Avenir se l’è aggiudicato nel 2018 e la Grande Boucle quella “vera” nel 2020, tra l’altro a fine stagione causa Covid.
Il Tour de France 1965 è finito con Raymond Poulidor 2° in classifica a 2’40” da Felice, Gianni Motta 3° a 9’18”. Ciò per dirvi quanto era grande il ciclismo italiano negli Anni Sessabta. E pensare che sia Motta che Gimondi al Giro di Francia 1965 nemmeno dovevano partecipare. Gianni Motta in primavera andava come una moto e i fuoriclasse certe volte trovano le streghe sotto alle ruote. Gianni invece sotto le ruote ci finì! Accadde al Giro di Romandia (Svizzera) che Gianni griffato Molteni avrebbe stravinto. Mentre pedalava ad inizio tappa nelle retrovie del gruppo venne investito da un automezzo “Stampa”. L’auto gli passò sopra ad una gamba danneggiandogli una vena, quella maledetta, che lo costrinse a soffrire per anni. Per Gianni addio Giro d’Italia. Però lo staff Molteni, ovvero il ds Giorgio Albani e il meccanico Ernesto Colnago, decisero di schierare Gianni al Tour de France: aveva solo 1000 chilometri d’allenamento nelle gambe post-intervento alla gamba. Motta gareggiò al Tour in una mista Molteni-Ignis.
Felice Gimondi invece era un neoprofessionista di belle speranze che venne convocato in extremis dalla Salvarani a disputare il Tour in sostituzione di capitan Vittorio Adorni, ovvero il trionfatore del Giro d’Italia 1965.
Il Tour ‘65 partì da Colonia (Germania) il 22 giugno ed entrò in Francia col belga Bernard Van De Kerckhove in maglia gialla. Già alla terza tappa, 240 chilometri con arrivo a Rouen, il feudo di Jacques Anquetil, Gimondì graffiò. Vinse la tappa e indossò la maglia gialla. Era un Gimondi capace di pilotare la gara con impeto da fuoriclasse tuttavia razionale. Infatti al termine della settima tappa in cui trionfò Edward Sels a La Rochelle il giovane bergamasco lasciò la maglia gialla a Van De Kerckhove.
Felice la riprese sui Pirenei, a Bagneres de Bigorre (nona tappa, 1° Julio Jimenez). La tappa numero 18 a cronometro, 27 chilometri da Aix Les Bains al Mont Revard, venne dominata da Felice che incrementò il vantaggio in classifica generale. Ci voleva per l’uomo della Val Brembana la ciliegina sulla torta. Gimondi la mise nella cronometro conclusiva da Versailles al velodromo Parco dei Principi di Parigi, 38 chilometri.
Nella crono 1° Felice, secondo un Gianni Motta che nelle ultime tappe era notevolmente cresciuto di condizione. In quel Tour di 4177 chilometri vinsero tappe anche il veneto Adriano Durante e Giuseppe Fezzardi. Il successo di tappa “Peppe” Fezzardi lo ottenne a Gap, cuore delle Alpi, dove vincere non è mai banale. Gimondi primo in 3 tappe più classifica finale, Gianni Motta sul podio e altri due italiani vincitori di tappa. Purtroppo è un bilancio impossibile da raggiungere per “Pedale Azzurro” di questi tempi.
C’era tanta Italia al Parco dei Principi ad applaudire Gimondi e gli italiani. L’ impianto parigino ospitò per la terz’ultima volta l’atto conclusivo del Tour de France. Dopo l’epilogo del Tour 1967 il Parc des Princes rimase vuoto per 3 anni. Nel 1970 venne demolito e ricostruito: ora la pista di ciclismo non c’è più, è un impianto calcistico e ci gioca il Paris Saint Germain. Felice non è più con noi dal 16 agosto 2019, ora guarda il Tour da lassù. Felice, fai vincere gli italiani.
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