TOUR DE FRANCE | 10/07/2013 | 08:31 Dopo 10 tappe e le salite dei Pirenei già alle spalle, Davide Malacarne è l’uomo-copertina del ciclismo italiano al Tour de France. Nessun corridore del Belpaese è andato più forte del Calimero di Lamon, ventisettesimo in classifica generale: basti pensare che Damiano Cunego è staccato di circa 8 minuti da "Mala", Mori e Gasparotto di oltre mezz’ora e Moreno Moser addirittura di quasi un’ora, un abisso. Non solo: Malacarne è subito dietro al suo capitano Rolland (nemmeno 2’ il margine) e sta volando rispetto a Thomas Voeckler, seconda punta di diamante (almeno alla vigilia) della francese Europcar.
E ieri, in un lunedì di riposo (ma non troppo: ieri mattina Davide si è regolarmente allenato), il lamonese, con il solito garbo e la consueta disponibilità, ha deciso di raccontare i primi dieci giorni di un Tour che potrebbe regalare ancora parecchie sorprese: «Sì, sono soddisfatto di come sta andando - commenta al telefono subito dopo la sgambata mattutina - ma posso fare di più».
Ancora di più? «Non voglio sembrare presuntuoso, ma mi manca il risultato, il piazzamento tra i primi in una tappa. Il rendimento finora è positivo, ne sono consapevole: tuttavia, vorrei concretizzare meglio una condizione che, in questo momento, è sicuramente buona».
La caduta di mercoledì scorso non ha lasciato strascichi «Ho ancora un po’ di fastidio all’anca, ma non mi posso lamentare».
Prima di partire per il Tour, dicevi di non guardare nemmeno la classifica generale: forse, però, ora è il caso di osservarla attentamente. Sei il numero uno degli italiani. «Mi fa piacere essere tra i primi trenta, soprattutto se si considera l’alto livello di quest’anno: fatta eccezione per Nibali, i migliori ciclisti del mondo sono regolarmente presenti. Era da almeno tre o quattro edizioni che al Tour non c’era questa competizione. In più, non ci sono stati molti ritiri: i corridori sono tutti lì, pronti a darsi battaglia».
Andrai all’attacco in uno dei prossimi giorni? «Non lo so, si prospetta una settimana dura. Almeno quattro squadre si sono presentate al Tour solo per portare la corsa allo sprint e cercare la vittoria di tappa. Questo significa che il gruppo andrà molto forte: credo che soltanto in una frazione la fuga potrebbe andare in porto».
L’hai già individuata? «Sì, è quella con arrivo a Lione (in calendario sabato: 191 km caratterizzati da un continuo saliscendi, con partenza da Saint Pourçain sur Sioule). Ripeto, il mio obiettivo è legato alla singola tappa, non tanto alla graduatoria generale».
I media parlano sempre di Cunego e Moser, ma quasi mai del miglior italiano in corsa: Davide Malacarne. Ti dà fastidio? «Il fatto di essere in una squadra francese potrebbe avere un’influenza negativa, ma sono ben altre le cose che mi infastidiscono».
Per esempio? «Mi dispiace che qualcuno mi tratti come se fossi un vecchio, un corridore di 40 anni, mentre in realtà ne sto per compiere 26 (il compleanno è giovedì, ndr). E non mi riferisco tanto ai giornalisti, quanto agli addetti ai lavori: a chi opera nel mondo del ciclismo. Sono giovane: posso ancora migliorare».
A mio parere, uno degli atleti più sottovalutati del panorama ciclistico italiano. Fossi una squadra World Tour investirei su di lui!
Giacomo
10 luglio 2013 11:23foxmulder
SantGiac sono assolutamente d'accordo con te.
2 parole per De Marchi
10 luglio 2013 13:40pickett
Complimenti a Malacarne,ma lasciatemi spendere 2 parole in favore di De Marchi;dopo la bellissima vittoria al Delfinato,avrebbe meritato maggiore considerazione da parte del suo direttore sportivo.Andava rispamiato,almeno fino alla prima tappa di montagna,per vedere come se la cavava anche in prospettiva futura;invece è stato spremuto come un limone in favore di Sagan.Non é così che si difendono gli interessi del ciclismo italiano.
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