I corridori attaccano l'UCI: inaccettabili i fatti di Tivoli

| 09/03/2006 | 00:00
Il presidente dell'ACCPI (l'associazione dei corridori italiani) Amedeo Colombo ed il suo collega Francesco Moser presidente del CPA (corridori internazionali) hanno firmato un duro comunicato congiunto contro l'UCI e i fatti successi ieri mattina a Tivoli in occasione dei controlli ematici prdisposti dalla stessa UCI. Ecco il comunicato: «Ieri, nelle ore precedenti la partenza della prima tappa della Tirreno-Adriatico, l’Unione Ciclistica Internazionale ha proceduto a numerosi test ematici in un albergo che ospitava alcune squadre italiane ed estere. Le modalità di svolgimento dei prelievi sanguigni sono apparse palesemente in contrasto con quanto disposto dai regolamenti. I corridori si sono dovuti sottoporre agli esami in un’area di passaggio di fianco alla hall dell’albergo, senza che fosse tutelato il più elementare diritto alla privacy e che fosse garantita un’adeguata condizione di igiene considerata la delicatezza del prelievo. Al disorientamento degli atleti ha corrisposto lo sconcerto degli altri ospiti dell’hotel. Le analisi hanno poi dato esito negativo. L’ACCPI e la CPA richiamano con forza l’Unione Ciclistica Internazionale al rispetto dei regolamenti ed annunciano che i corridori non accetteranno il ripetersi di simili episodi. Nel confermare la piena disponibilità a sottoporsi a tutti i controlli previsti dalle autorità competenti, gli atleti richiedono l’attuazione di metodi tali da tutelare la loro dignità ed il rispetto della privacy». Si tratta, come è facile comprendere, di una manchevolezza gravissima da parte dei medici della commissione UCI, paragonabile a quella di un corridore che ricorre a misure illecite. tuttobiciweb condivide e sottoscrive alla lettera quello che viene enunciato nel comunicato congiunto di ACCPI e CPA, ma vuole andare oltre e chiede con forza alla UCI di prendere seri provvedimenti contro i medici che non hanno avuto l'intelligenza necessaria per capire la gravità della loro scelta. Come viene squalificato un corridore trovato positivo, così l'UCI deve usare la stessa durezza contro i suoi medici. L'UCI, che predica professionalità e rigore nel nome del ProTour, è caduta in una violazione gravissima della privacy, con cattivo gusto e mancanza di stile: Ed il danno, alla fine, è ancora più grave perché questo episodio nuoce in maniera pesantissima all'immagine del ciclismo con i corridori che presto non verranno più nemmeno accettati negli alberghi... E speriamo che l'UCI abbia il buon gusto di non replicare a questo comunicato addossando al colpa agli organizzatori della Tirreno-Adruatico, perché il regolamento antidoping prevede espressamente che gli organizzatori non debbano venire a conoscenza delle scelte della Commissione UCI, nel nome della privacy e soprattutto della segretezza dei controlli. La colpa commessa è grave e rimediare sarà davvero difficile...
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