
Sicuro e tranquillo, tanto allo sprint quando coi microfoni sotto il naso: è così che Paul Magnier, dieci vittorie nell’ultimo mese, appare ai media dopo aver dettato legge nella prima tappa del Tour of Guangxi e, considerate tutte le volte che il giovane sprinter francese della Soudal Quick-Step si è trovato a gestire entrambi le situazioni, non poteva essere altrimenti.
Con quella conseguita sul traguardo di Fangchenggang il diciannovenne di Laredo ha raggiunto infatti l’impressionante numero di 15 vittorie in stagione confermando, una volta di più, di essere l’astro nascente delle volate e di saper ripagare alla grande il lavoro e gli sforzi che la sua formazione ogni volta produce quando decide d’investire sul suo spunto.
“Gli ultimi mesi sono stati davvero incredibili. In questa parte finale di stagione la squadra ha creduto davvero in me dando ogni volta il 100% e da parte mia posso dire che anch’io, vittoria dopo vittoria, mi sono sentito sempre più sicuro e più forte allo sprint. Non posso che essere super orgoglioso di esser riuscito a impormi così tante volte in quest’ultimo periodo” ha dichiarato a proposito Magnier prima di raccontare come si sia sviluppato lo sprint che l’ha portato a diventare il più giovane vincitore di sempre nella storia del Tour of Guangxi.
“Era per me il primo sprint su strade larghe e dritte come queste. Ero un po' nervoso negli ultimi chilometri, perché avevo paura di non trovare lo spazio per lanciare la mia volata ma l’eccezionale lavoro svolto da Cerny e Van Gestel mi ha permesso di trovami in una buona posizione. La caduta nell’ultimo chilometro? Credo sia avvenuta proprio alla mia sinistra, mi sono spaventato ma sono riuscito in ogni caso a non finire per terra. A quel punto ho visto che si era aperto un piccolo gap rispetto a chi avevo davanti a me ma, sentendomi ancora fresco, negli ultimi 200 metri sono riuscito a chiuderlo e poi, con la giusta velocità, ho potuto sprintare fin sulla linea”.
Parlando di velocità, Magnier ha saputo imporsi mulinando al meglio i metri sviluppati dal 56, una corona che, fino a qualche giorno fa, non si sarebbe potuta utilizzare per via degli esperimenti dell’UCI riguardanti la limitazione dei rapporti. Venendo però annullati questi test per via del ricorso portato e vinto da SRAM presso l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato belga, tutte le squadre e tutti i corridori hanno potuto continuare a montare e usare le moltipliche sempre impiegate finora e ciò ha consentito a Magnier d’imporsi sfruttando un rapporto a lui noto.
“Non penso che il tipo di rapporto faccia una grande differenza. Certo, oggi con il 54 probabilmente non avrei potuto fare un buono sprint quindi sono felice di aver potuto sprintare con il 56. Non trovandoci ancora sull’aereo, quando è arrivata la notizia che non ci sarebbero state restrizioni lo abbiamo subito messo in valigia e portato con noi. Vedremo se entreranno effettivamente in vigore delle restrizioni in futuro, ma personalmente non credo che abbiano granché senso. Io comunque sono super felice della bici che ci ha fornito questa stagione Specialized e delle soluzioni che sono state adottate in termini di rapporti” ha commentato pacato il giovane transalpino che, quando gli viene chiesto se abbia realizzato o meno di essere già nel gotha mondiale dello sprint, continua a professare grande umiltà.
“Devo solo concentrarmi sul mio sviluppo perché posso ancora progredire un po' in tutto. Ma sono super felice della stagione che sono riuscito a mettere in piedi. Non vedo l'ora di affrontare queste ultime corse e poi di pensare alle Classiche la prossima stagione” è il parere di un Magnier che, intanto, nel 2026 verrà messo ancora più al centro del progetto classiche della Soudal.
“Attorno a me e Tim la squadra sta cercando di costruire la miglior formazione possibile sia per quanto concerne la preparazione degli sprint che la competitività gare di un giorno. Penso che questo sarà il nostro focus nei prossimi anni e io non vedo l’ora di affrontarli” ha chiosato entusiasta il secondo corridore più vincente in stagione dietro a Tadej Pogacar.
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