La camera ipobarica e quei babbei degli italiani

ATTACCHI & CONTRATTACCHI | 06/05/2013 | 19:34
di Cristiano Gatti.

Non è mai bello quando si gioca con regole diverse. In nessun gioco. Eppure noi italiani continuiamo a giocare al ciclismo con regole diverse rispetto a quelle in vigore nel resto del mondo. Ce n’è una particolarmente odiosa e ingiusta: noi non possiamo utilizzare la camera ipobarica, gli altri sì.

La questone esplose clamorosamente al Giro 2005, quando fu scandalo per il sequestro dell’apparecchiatura all’australiano McEwen. Cadendo dal pero, allora lo sprinter si difese con molto candore: non sapevo che in Italia fosse vietata, in altre zone la uso tranquillamente. Non diceva bugie. Era effettivamente così.

In piena stagione di scandali e denunce, lo Stato italiano partorì una legge antidoping altamente restrittiva (la famosa 376), vietando tassativamente il macchinario. Il problema, però, è che il massimo organo antidoping dello sport, la Wada, sulla questione non ha una posizione precisa. In sostanza, lascia libera ogni singola nazione di decidere in proprio. Quasi superfluo specificarlo: l’Italia è praticamente sola. Di fatto in quasi tutto il mondo la camera ipobarica non è vietata. Non lo è in Spagna (figuriamoci, non sia mai che la Spagna vieti qualcosa). Non lo è in Svizzera. Addirittura il “Research Institute for Sport and Exercise Sciences”, nel Regno Unito, la consiglia agli atleti.

Come ormai sanno anche i polli, la camera ipobarica genera l’autoproduzione di globuli rossi, aumentando così il trasporto di ossigeno a muscoli e tessuti. Ma non è questo il punto. Non mi importa, qui, stabilire quanti vantaggi dia. E neppure se provochi anche qualche danno. Non sono un medico e neppure un infermiere. Sono solo un libero osservatore che osserva un’ingiustizia fetente: all’estero i corridori utilizzano tranquillamente questo strumento, anora oggi, sempre di più, in Italia no.
E allora? E allora mi sembrerebbe il minimo che tutti, nel mondo, giocassero con la stessa regola: o la camera ipobarica è alla portata di tutti, oppure è negata a tutti. E’ un elementare pre-requisito per qualunque attività agonistica. Talmente elementare, che difatti da anni nessuno muove un dito per sanare questa porcheria. Tanto meno per segnalarla. Stanno tutti zitti. E avanti così, settimo arrangiarsi.

Io non mi spingerei mai a dire che ultimamente perdiamo perché qui non possiamo usare la camera ipobarica. Non sono così ingenuo. Però mi spingo volentieri a dire che dovremmo finirla, una volta o l’altra, di fare i babbei.
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COMMENTI
Era ora!!!
6 maggio 2013 20:50 valentissimo
Finalmente qualcuno che ha il coraggio di dire le cose come stanno. E' ridicolo che da noi le regole addirittura, le debbano fare i politici che nella storia della nostra Repubblica, non ancora riescono a fare una legge giusta. A dire il vero, fino allo scorso anno, ci si era messo anche il nostro Presidente Federale che per cercare di farsi pubblicità imponeva regole in Italia che poi in sede UCI si guardava bene dal difendere.
Forse è ora di capire che le regole devono essere uniche per tutti i ciclisti.

MA QUALE GIUSTIZIA
7 maggio 2013 11:49 ewiwa
Dopo l'affare Armstrong parliamo ancora di giustizia? Quando su questo sito parlavo di figli e figliastri mi attaccavano da tutte le parti specialmente i giustizialisti d'accatto che da una parte volevano giustiziare sommariamente e dall'altra credevano alla befana ed io gli rispondevo :allora doping libero...... ed insisto!!!!!

Coni fci dimostrate qualcosa adesso
7 maggio 2013 13:49 maxmari
La questione e vecchia e ingiusta , non ce occasione migliore perché coni e fci nel caso dimostrino di essere efficenti e lavorativi non è ammissibile che solo l'Italia sia l 'unica nazione a vietare l'uso delle camere ipobariche hai propri atleti . Allora ho tutti si adeguano al vietare l'uso nel resto del mondo ( che è una cosa pressoché improbabile ho si chieda al ministero della sanità l"ok all'uso anche per gli atleti italiani. Organi muovetevi e dimostrate operatività .....

per i soloni,
8 maggio 2013 16:44 geom54
magistratoni, giudici e sinistri in genere tanto cari, MA inservibili, a questa ns. ITALIA;
NON dimenticate anche e sempre esclusivamente A CARICO per i soli atleti ciclisti ITALIANI, di:
1°_ "OVVIAMENTE,verificare e vietare ANCHE a CHI e COLORO frequentano spesso ed a lungo altipiani e vette montane nostrane o imalaiane o nepalesi e/o di qualsiasi altro loco del pianeta terra in quanto tratterebbesi di recuperi fisici non propriamente in linea;
2°_parimenti, CHI E COLORO nati per eccessiva loro fortuna ambientale oltre la quota limite minima VA VIETATO INVECE DI PARTECIPARE A MANIFESTAZIONE ALCUNA SE NON DOPO ADEGUATA QUARANTENA A MINORI QUOTE DA STABILIRE E PER GRADI, COSI' DA ABBASSARE I LIMITI BIOLOGICI DI CUI TANTO SI BLATERA INFINITAMENTE.


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