Puccio Puccio, sento odor di talentuccio. Quella del buon Salvatore è una vera impresa: non capita a tutti di diventare maglia rosa a propria insaputa. Anche se qualcosa l’aveva intuito consultando l’oroscopo di Barbanera, il più letto in casa Sky perché in tinta con il colore delle maglie: «Dopo il pranzo, non restate chiusi in casa. Una passeggiata a contatto con la natura avrà un effetto benefico sul vostro umore». Su quello di Cataldo, il compagno designato per tenere in caldo il posto a Wiggins, un po’ meno.
È il giorno di Puccio, un perfetto controsenso: l’ultimo del trenino Sky a tagliare il traguardo è il primo in classifica. D’altronde, è anche il più meridionale dei corridori della squadra e quello che più di tutti ha la fredda espressione british: guardandolo, non sembra uno nato a Menfi, ma a Cardiff. Gli mancano solo i basettoni e la pinta di birra in mano: con quelli, farebbe la sua bella figura in un pub. Nemmeno sul palco riesce a perdere il suo aplomb: se la sorpresa avesse una faccia, sarebbe la sua.
Eroe per caso, Puccio sbuca dal nulla anche per le grandi folle: al secondo anno di professionismo, nessun segno. Quest’anno l’hanno portato al Giro anche per aggiungere un tocco tricolore alla squadra: per questo si è tagliato le basette e ha riposto nel cassetto la pinta di birra. Anche se dell’italiano continua ad avere poco: ad esempio, l’allergia a farsi pubblicità con le chiacchiere. Quando la Rai lo invita alla carrambata in diretta con la fidanzata, chiedendogli in diretta una dedica del tipo «Tesoro, questa rosa è per te» oppure «Amore, ora che sono in cima al Giro ti chiedo di sposarmi», lui con grande fair play declina: niente gossip, solo privacy. Sarò anche Puccio, ma niente pucci pucci.
Chissà quanto durerà la vita in rosa di Puccio: un giorno come minimo, una settimana al massimo, perché a Saltara entrerà in scena la versione originale dell’inglese con le basette e la pinta di birra in mano, il suo capitano Wiggins. Intanto il ragazzo di Sicilia festeggia, ma con moderazione: quando fa l’harlem shake sul palco con quegli scalmanati dei suoi compagni sembra uno capitato lì per caso. Come in cima alla classifica. Sorride lui, riesce a sorridere anche il povero ciclismo italiano, che da tempo aspetta di rialzare la testa: per farlo c’era bisogno di un salvatore. E’ arrivato Salvatore: accontentiamoci.
La frase del giorno.«È bellissimo indossare questa maglia qui in Italia» (Mark Cavendish ipotizza che si possa vestire la maglia rosa anche fuori dal Giro)
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