Dall'Australia un grido di allarme: doping e criminalità

DOPING | 07/02/2013 | 18:46
Un'indagine dell'Australian Crime Commission ha concluso che il doping è diffuso nello sport professionistico australiano, al punto che ad alcuni atleti vengono somministrate sostanze non ancora approvate per uso umano. Secondo il rapporto presentato oggi, frutto di un'indagine durata un anno, reti del crimine organizzato sono coinvolte nel distribuire le droghe agli atleti e al personale di supporto, inclusi medici, scienziati e allenatori. Le sostanze proibite includono peptidi, ormoni, e droghe illecite, e secondo la Commissione nessuna disciplina è immune dallo scandalo. "I risultati sono scioccanti e disgusteranno i tifosi sportivi australiani", ha detto il ministro della Giustizia Jason Clare. "Numerosi atleti di diversi club in codici sportivi maggiori sono sospettati di usare correntemente o di aver usato peptidi, in violazione delle norme antidoping. È una frode ma è peggio ancora, è una frode con l'aiuto di criminali".

Il ministro ha assicurato che il governo australiano intende reprimere duramente i casi di doping e di partite truccate, e la crescente influenza del crimine organizzato sugli sport, ma si è rifiutato di nominare atleti e squadre coinvolte. L'Agenzia antidoping avrà poteri simili a quelli della polizia per condurre "indagini piene e senza ostacoli", ha aggiunto. Potrà obbligare gli atleti e altre persone sospettate a essere interrogate sotto giuramento e di consegnare documenti su richiesta. La Commissione ha anche individuato un caso potenziale di partita truccata, ma non ha rivelato dettagli della partita o dello sport. Ha tuttavia sottolineato che le risultanze non sono collegate allo scandalo globale che ha colpito il calcio dopo che l'Europol ha scoperto che centinaia di partite sono state truccate da bande criminali di base a Singapore. Il presidente della Federcalcio australiana, David Gallop, ha ribadito che il calcio australiano non è implicato nello scandalo globale delle partite truccate, e che il rapporto della Commissione non contiene niente di specifico sul calcio. "Ma dobbiamo mantenere la vigilanza. Quando le sostanze sono difficili da individuare, il livello di deterrenza deve essere alto", ha detto. Il presidente della Rugby League (il rugby a 13), Dave Smith, ha invece ammesso che sono implicati dei giocatori e dei club della disciplina. "Le informazioni trasmesse alla National Rugby League riguardano più di un giocatore e più di un club", ha detto ai giornalisti.
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COMMENTI
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7 febbraio 2013 19:18 zemmel
scoprono acqua calda?

Infatti
7 febbraio 2013 23:09 Partanna
.....commentai di Mc Gee....altro fenomeno da uomo da inseguimento quartettista a voler vincere il tour......quello dello scorso anno alle dichiarazioni che rilascia si è mangiato veleno e nn ha lasciato manco il tubetto...... Nn facciamo ridere

doping & criminalità...
8 febbraio 2013 09:03 passion
.....il problema è mondiale. E' la madre di tutte le guerre, dura, impari ma chissà se un giorno il gigante Golia ($$$$)potrà cadere, non solo in Italia ma anche nei "purissimi" paesi anglosassoni, sedicenti avanguardisti delle metodologie di allenamento e della multidisciplinarità.

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