DOPING. Si muove il Coni

| 21/06/2012 | 11:38
L'inchiesta di Padova sul medico Michele Ferrari e sulle ramificazioni ciclistiche sale di livello, stavolta sportivo. L'altro giorno l'ammissione di Pippo Pozzato davanti al procuratore antidoping Torri: «Ho seguito le tabelle di preparazione di Ferrari dal 2005 al 2009. Mai doping, però». Il vicentino non è stato ancora deferito per la frequentazione del medico, inibito dal 2002, perché ha annunciato una memoria. Una scelta che fa pensare a sviluppi clamorosi.

Indagati Ma, soprattutto, la Procura Coni ha convocato per mercoledì Michele Scarponi, il tre volte campione italiano Giovanni Visconti e Leonardo Bertagnolli. I primi due sono, con Pozzato e Gasparotto, gli italiani top di questa indagine penale che, dal 2010, sta scuotendo il ciclismo. Prima nell'indifferenza, adesso nel terrore. Hanno parlato al telefono, spavaldi, hanno mandato email. Ma solo ora corridori, direttori sportivi, amici, intermediari, quel fitto sottobosco che vive alle spalle degli atleti e diventa fondamentale per gli «aiuti», si rendono conto di essere finiti in un'inchiesta penale, con tutte le conseguenze.
Per due anni il p.m. di Padova, Benedetto Roberti, la Guardia di Finanza di Padova e i Nas dei Carabinieri di Firenze e Brescia hanno ascoltato, intercettato, sequestrato. Contratti di lavoro e di immagine, conti correnti svizzeri. Il fatturato del doping che ruotava attorno al medico Ferrari: soldi che vanno e vengono, movimenti per 30 milioni di euro. E ora anche la Procura antidoping del Coni vuole vederci chiaro.

Intercettati Scarponi, Visconti e Bertagnolli sono stati i primi, nell'aprile del 2011, a subire a casa le perquisizioni degli inquirenti. Contratti, conti, cartelle cliniche. Sono indagati. Il primo, in particolare, era in allenamento sull'Etna quando arrivarono carabinieri e finanzieri. Il marchigiano, con Basso e Nibali, è il top italiano nei grandi giri. Già coinvolto nell'Operacion Puerto ai tempi della Liberty Seguros, e squalificato 18 mesi, è in una posizione delicatissima. La Procura Coni gli chiederà conto dei rapporti con Ferrari. Sì, perché trapela che nel settembre 2010, quando era tesserato per l'Androni, Scarponi avrebbe effettuato due test con il medico Ferrari. Luogo: Monzuno, nell'entroterra dell'Appennino bolognese. E a quell'incontro sarebbe stato presente anche Leonardo Bertagnolli. Il preparatore era già allora seguito dagli inquirenti: ecco il motivo per cui Scarponi finì nella rete. La frequentazione di Ferrari si limiterebbe a questi due incontri: perché quando Scarponi firmò con la Lampre, a fine 2010, ogni rapporto con il medico si è concluso. Da allora Michele è stato sempre seguito nella preparazione dal Centro Mapei, come tutti gli altri atleti del team di Saronni.
Ancora una volta le inchieste italiane, sul fronte penale e sportivo, aprono il campo. Ma nell'indagine di Padova sono coinvolti decine di stranieri, e di primissimo piano, come i russi Menchov e Kolobnev. Tra poco dovrà mettersi in movimento anche l'Uci, la federciclo mondiale: altrimenti a pagare saranno sempre gli italiani.

da «La Gazzetta dello Sport» del 21 giugno 2012 a firma Luca Gialanella
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