ARMSTRONG. Adesso tremano anche Leipheimer e Hincapie

| 16/06/2012 | 10:29
Non ci sono nomi di testimoni, per proteggerli; non ci sono luoghi. Soltanto un elenco molto asettico, ma terribile, di accuse per smantellare il sistema costruito da Lance Armstrong e cancellare un'era del ciclismo. Doping di squadra dall'Us Postal in poi, dal 1998 a oggi: ecco quanto vuole dimostrare l'Usada, l'agenzia americana antidoping, nelle 15 pagine della lettera con cui ha messo sotto indagine per doping il texano, icona della lotta al cancro e inserito nel 2008 dalla rivista Time tra le cento persone più influenti della Terra. Lo chiama «conspiracy UsPs», complotto Us Postal: dirigenti, atleti, medici.

Grazie Italia. Chiara la strategia espressa nel documento, di cui la Gazzetta dello Sport ha preso visione: non mettere tutte le carte sul tavolo, non fornire tutti i dettagli dell'inchiesta sportiva nata durante quella penale (poi archiviata) e decollata in primavera dopo le nuove informazioni su Armstrong e il medico Ferrari ricevute dalla Procura di Padova.
Perché il punto è proprio questo: gran parte delle testimonianze sulle presunte pratiche dopanti negli anni di Us Postal (1996-2004), Discovery Channel (2005-2007), Astana (2009) e RadioShack (2010) erano ben note già dalla primavera 2010, quando Landis vuotò il sacco all'Uci (la federciclo mondiale). Poi ha parlato un altro ex postino, Tyler Hamilton. L'Usada ha incontrato oltre 10 persone, tra corridori e membri dei vari team, per raccogliere le loro parole su come veniva distribuito, e incoraggiato, il doping: anche i trucchi per evitare le positività.
Alcuni esempi? Per l'Usada, Bruyneel, il preparatore Pepe Martì e il medico Ferrari avevano elaborato piani di allenamento basati sull'Epo e sulle trasfusioni di sangue dal 1998 al 2007, e istruito i corridori a farle. Le iniezioni venivano gestite pure dai medici Garcia del Moral e Celaya. Lo stesso Armstrong, dal 1998 al 2005, distribuì Epo, e fu visto dal 2000 al 2005, anche durante il Tour, re-iniettarsi il sangue. Il dottor Ferrari, si legge nelle carte, «dal 1998 al 2007 sviluppò un metodo per mischiare il testosterone all'olio di oliva e somministrarlo per via orale» e così non farlo rilevare ai test. E pagine su testosterone, soluzioni saline per abbassare l'ematocrito e ingannare i controlli, ormone della crescita.

Esami. C'è poi la parte dei valori dei campioni di sangue di Armstrong nel 2009 e 2010, che per l'Usada sono «perfettamente in linea con la manipolazione del sangue». Con quale certezza? Non risulta che l'Uci abbia concesso all'Usada i campioni prelevati ad Armstrong dopo il ritorno in bici (dal 2009) per riaprirli e analizzarli con altri metodi. Più probabile che l'Usada abbia raccolto propri campioni di sangue del texano (e ha diritto di farlo su un atleta americano, come il Coni in Italia) e comparato quei valori con l'andamento del passaporto biologico. I suoi consulenti avrebbero dato l'assenso per una procedura antidoping, come in altri casi: Pellizotti, per esempio.
Adesso, infine, rischiano grosso corridori che, come Levi Leipheimer e George Hincapie, hanno corso nelle squadre di Armstrong e sono ancora in attività. Sarebbe in arrivo una nuova comunicazione dell'Usada che li riguarderebbe: in dubbio la partecipazione al Tour de France e ai Giochi di Londra.

da «La Gazzetta dello Sport» del 16 giugno 2012 a firma Luca Gialanella
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